Raid israeliano in Siria


L'Osservatore Romano


Sale la tensione in Siria. Caccia israeliani hanno colpito nella notte un sito militare nei pressi della capitale Damasco.


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Siria-raid

Sale la tensione in Siria. Caccia israeliani hanno colpito nella notte un sito militare nei pressi della capitale Damasco. A darne notizia è la televisione di stato siriana, nonché diversi media internazionali e israeliani, tra i quali il «Jerusalem Post» e «Haaretz».

Secondo queste fonti, i caccia sono penetrati in Siria attraverso lo spazio aereo libanese. Sarebbero stati lanciati almeno cinque missili. Obiettivo, un’installazione sita nei pressi della città di Al Kiswa, a circa tredici chilometri da Damasco che — stando sempre ai media — avrebbe dovuto ospitare uomini e mezzi militari iraniani. Secondo Sky news Arabia, la contraerea di Damasco avrebbe risposto al fuoco israeliano, intercettando tre missili. Nessun commento ufficiale è arrivato da parte dello stato ebraico né da parte del governo siriano.

L’Osservatorio siriano per i diritti umani (voce dell’opposizione in esilio a Londra) ha riferito che nell’area di Damasco sono state avvertite forti esplosioni e che l’elettricità è saltata in diverse zone della capitale. Ieri la televisione del partito sciita libanese Hezbollah aveva parlato di operazioni israeliane nel sud del paese.

Nelle settimane scorse la Bbc aveva diffuso la notizia secondo cui l’Iran stava costruendo una base militare permanente in Siria proprio nei pressi di Al Kiswa. Immagini satellitari scattate nel gennaio, maggio e ottobre scorsi hanno documentato una certa attività nell’area: dall’inizio dell’anno sono state costruite almeno tre nuove strutture, mentre due sono state ristrutturate.

La notizia dell’attacco israeliano arriva in un momento di particolare difficoltà a livello diplomatico. Ieri la delegazione del governo siriano ha abbandonato i colloqui in corso a Ginevra. Il capo della delegazione, Bashar Al Jaafari, ha detto di non sapere se i rappresentanti di Damasco torneranno la settimana prossima per partecipare alla prosecuzione dei colloqui e ha accusato l’opposizione di utilizzare un linguaggio «provocatorio e irresponsabile». Al Jaafari ha usato queste parole dopo avere incontrato ieri, per la terza volta, l’inviato speciale dell’Onu, Staffan de Mistura. Al Jaafari ha condannato in particolare un comunicato delle opposizioni emesso la settimana scorsa al termine di una riunione a Riad nel quale si affermava che la transizione in Siria «non può avvenire senza l’uscita di scena di Al Assad». Il capo delegazione ha anche criticato de Mistura per aver presentato un nuovo documento quadro senza aver consultato le parti.

2 dicembre 2017

Osservatore Romano

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