Quando il paese muore…


Franklin D. Roosevelt


Il 7 maggio 1933, intervenendo con un discorso radiofonico alla nazione, Roosevelt annunciava le linee fondamentali del New Deal. La società americana in quel momento era attraversata da una profonda crisi economica e sociale. Nel suo discorso Roosevelt annuncia la possibilità di riprendere a sognare.


CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+
Quando il paese muore…

La condizione della ricchezza e per certi aspetti dell'opulenza propria degli anni Venti in America era ormai solo un vago ricordo. La realtà degli anni Trenta era quella dell'incubo, o comunque del sogno infranto. Nel suo discorso Roosevelt annuncia l'avvio dei lavori pubblici, la possibilità di aiuti finanziari alle amministrazioni locali per progetti di intervento sociale e di sostegno ai disagiati, l'intervento dell'amministrazione pubblica a sostegno del rilancio delle attività industriali. In breve, la possibilità di riprendere a sognare…

Una domenica, dopo una settimana dal mio insediamento, mi sono servito della radio per informarvi della crisi bancaria e delle misure che stavamo studiando per affrontarla. Sono convinto, in quel modo, di aver chiarito alla nazione-diversi fatti che altrimenti potevano essere fraintesi, e in generale di aver fornito i mezzi per comprendere la situazione e riguadagnare la fiducia perduta.

Questa sera, a otto settimane di distanza, mi presento a voi per la seconda volta, per aggiornarvi sullo stato delle cose con lo stesso spirito e attraverso gli stessi mezzi, per spiegarvi ciò che è stato fatto e quello che progettiamo di fare. Due mesi fa stavamo affrontando problemi serissimi. L'intero paese moriva giorno dopo giorno. Moriva perché il commercio e gli affari erano scesi a un punto pericolosamente basso; i prezzi per i beni di prima necessità erano così alti da mettere a repentaglio l'equilibrio di istituzioni nazionali come le banche, le casse di risparmio, le compagnie assicurative e molti altri. Queste istituzioni, proprio a causa di questa crisi, tagliavano i mutui, reclamavano i prestiti, rifiutavano di fare credito. Per questo motivo, era iniziato il processo di distruzione della proprietà di milioni di persone che avevano chiesto denaro in prestito, dollari che nel marzo del 1933 avevano tutto un altro valore di scambio. Quella situazione contingente non richiedeva nessuna considerazione di panacee economiche né piani fantasiosi. Eravamo di fronte a una situazione reale, non a teorie. Due sole erano le alternative possibili: la prima era permettere il proseguimento della conclusione anticipata delle ipoteche, il ritiro dei crediti e la tesaurizzazione del denaro, facilitando così la chiusura e la bancarotta delle banche, delle compagnie ferroviarie ed assicurative, e una ricapitalizzazione di tutti gli affari e di tutte le proprietà a partire da un livello più basso. Questa alternativa significava proseguire sulla strada di quella che viene comunemente definita «deflazione», il cui risultato su larga scala si sarebbe delineato in sacrifici tremendi per i proprietari e, di rimbalzo, in sacrifici tremendi per tutti i lavoratori a salario attraverso un inasprimento della disoccupazione e nella successiva riduzione del potere d'acquisto. Ciò è sufficiente per comprendere che l'esito di una soluzione simile avrebbe avuto non solo effetti economici molto seri, ma anche un impatto sulla ,società che avrebbe portato con se danni incalcolabili. Ancora prima che venissi eletto, ero arrivato alla conclusione che una politica di questo genere era un prezzo troppo alto da chiedere al popolo americano. Non solo avrebbe comportato l'ulteriore perdita di case, fattorie, risparmi e salari, ma anche una perdita di valori – come la sicurezza verso il presente e nei confronti del futuro, tanto necessaria al conseguimento della pace e al benessere del singolo individuo e della sua famiglia. Quando si distruggono queste certezze, ci si rende conto di quanto sia difficile nutrire speranza per qualsiasi tipo di futuro. Era chiaro che semplici appelli da Washington, e maggiori prestiti offerti ad istituzioni fatiscenti non erano sufficienti affermare questa corsa verso il basso. Un programma immediato e messo in pratica con la massima rapidità mi è sembrato una scelta non solo giustificata, ma un imperativo per la sicurezza della nazione. Il Congresso, e quando dico Congresso intendo entrambi i partiti che lo formano; ha compreso pienamente la situazione e mi ha fornito un aiuto generoso e intelligente. I membri del Congresso hanno capito che i metodi usati in periodi di stabilità andavano rimpiazzati, nei periodi di emergenza,con misure corrispondenti alla gravità e alla serietà del momento. Questo è avvenuto senza nessuna cèssione di poteri, il Congresso detiene ancora l'autorità costituzionale e nessuno ha la ben che minima intenzione di modificare l'assetto di questi poteri. La funzione del Congresso è di decidere ciò che è giusto fare, e di scegliere l'organo più appropriato per svolgere le sue volontà. Ciò è stato rispettato alla lettera. L'unica cosa che è successa è stato designare il presidente come l'organo incaricato di portare a termine alcuni degli obiettivi designati dal Congresso. Tutto questo è assolutamente costituzionale, nella scia della tradizione americana. Le leggi approvate o in corso di approvazione possono pertanto essere considerate parte di un piano con solide basi.
Innanzi tutto, daremo un lavoro a un quarto di milione di disoccupati, soprattutto giovani con persone a carico, da essere destinati alla protezione forestale e civile. Non è cosa da poco, significa nutrire, vestire e occuparsi di quasi il doppio del numero di uomini che costituiscono il nostro esercito. Con la creazione di questi corpi di protezione civile, prenderemo due piccioni con una fava. Così facendo, è chiaro che le nostre risorse naturali saranno valorizzate; inoltre, allevieremo una discreta parte della tensione sociale. Questo nobile gruppo di uomini ha accettato il lavoro su basi puramente volontarie, non è richiesto nessun addestramento, militare e in questo modo conserviamo non solo le risorse naturali ma anche quelle umane. Un altro grande punto di forza di questo la voro è che sia immediato e richieda solo un modesto intervento di mezzi meccanici. Secondo, ho richiesto e ottenuto dal Congresso l'approvazione di una domanda relativa alle grandi proprietà demaniali che il Governo possiede a Muscle Shoals, perche queste siano di nuovo utilizzate dopo anni di deprecabile inattività, e con un forte piano per il miglioramento di una vasta area nella valle del Tennessee. Questo servirà a portare agio e felicità a centinaia di migliaia di persone, e il beneficio avrà i suoi effetti sull'intera nazione.
Inoltre, il Congresso sta per approvare una legge sulle ipoteche che allevierà il malumore tra i contadini e i proprietari di case di tutto il paese, attraverso una riduzione del debito che oggi grava su milioni delle nostre famiglie.
Il passo successivo nella ricerca di un sollievo immediato è una sovvenzione di mezzo miliardo di dollari da destinare agli stati, le conte e  le municipalità per assistere coloro che hanno un bisogno più immediato e disperato.
Il Congresso ha anche approvato la legge che permette a qualsiasi stato lo desideri di vendere liberamente birra, con il conseguente aumento dell'occupazione e provvedendo  a ripristinare il gettito fiscale di cui avevamo tanto bisogno.
Ora, è nostra intenzione chiedere al Congresso di approvare una legge che permetta al governo di appaltare i lavori pubblici, stimolando direttamente e indirettamente un nuovo flusso di occupazione per molti altri progetti ben pianificati.
Un'ulteriore manovra approvata è ben più fondamentale per affrontare i problemi economici del presente. Si tratta della Farmer Relief Bill, un disegno di legge il cui scopo è cercare attraverso l'utilizzo di mezzi diversi, distinti o uniti che siano, di garantire ai coltivatori diretti e indiretti un aumento degli introiti per i prodotti di più largo consumo, e allo stesso tempo di prevenire per i tempi a venire la disastrosa produzione in eccesso, cosa che in passato è stata spesso la causa del ribasso esagerato dei prezzi per i beni agricoli di prima necessità. Questo provvedimento assicura vasti poteri per affrontare le emergenze, il cui utilizzo dipenderà soltanto dal futuro che ci aspetta.
Misure cautelative ben studiate saranno così sottoposte al Congresso, nel tentativo di garantire agli operai dell'intero paese un guadagno più giusto, prevenire una concorrenza indiscriminata e un numero eccessivo di ore di lavoro, e allo stesso tempo incoraggiare tutte le industrie a prevenire la sovraproduzione.
La Railroad Bill rientra nella stessa categoria, poiché il suo obiettivo è di elaborare e definire dei piani studiati direttamente dalle compagnie ferroviarie, assistite dal governo, allo scopo di eliminare là proliferazione e lo spreco che risulta dall'amministrazione controllata delle compagnie e dal continuo deficit. Sono sicuro che il popolo di questa nazione comprende e approva l'obiettivo di ampie vedute dietro queste nuove politiche governative, riguardanti l'agricoltura, l'industria e i trasporti. Ci siamo ritrovati con più scorte agricole di quante ne potessimo consumare, con un eccesso di beni che le altre nazioni non potevano permettersi di acquistare se non a prezzi rovinosamente stracciati. Abbiamo scoperto che le nostre industrie erano in grado di produrre più beni di quanti potessimo utilizzarne, e allo stesso tempo la domanda di esportazioni era crollata. Il numero delle società di trasporto di merci e raccolti era superiore a quello delle merci e dei raccolti da trasportare. Tutto questo è in larga misura la conseguenza di una totale mancanza di pianificazione, e un completo fallimento nella comprensione dei segnali di pericolo che erano già nell'aria dalla fine della guerra mondiale. Il popolo di questo paese è stato erroneamente incoraggiato a credere che poteva continuare a spremere all'infinito fattorie e fabbriche, e che un giorno un mago avrebbe trovato il sistema e i mezzi perché quell'abbondanza venisse consumata con un giusto ritorno economico per i produttori.
Oggi, abbiamo ragione di credere che la situazione sia leggermente migliorata rispetto a due mesi fa. L'industria si è ripresa, le ferrovie hanno più traffico, i prezzi sono più ragionevoli, ma non sono certo qui a indulgere in proclamazioni e assicurazioni entusiastiche. Non possiamo cullarci nell'idea di una ritrovata prosperità. Sarò onesto fino in fondo con la nazione. Non voglio che la gente di questo paese approfitti stupidamente di questo miglioramento per creare una nuova ondata speculativa. Non voglio che la gente creda che per questo ottimismo ingiustificato possiamo riprendere la rovinosa pratica di aumentare la produzione dei raccolti e dell'industria nella speranza che intervenga qualche ricco compratore. Un simile percorso ci condurrebbe forse a una prosperità istantanea ma fallace, che ci spingerebbe in un nuovo baratro. È decisamente sbagliato definire le misure adottate come un controllo del governo sulle fattorie, l'industria e i trasporti. Si tratta piuttosto di una partnership tra il governo, il settore agricolo, industriale e dei trasporti; non una partnership di profitto, poichè questo andrà alla popolazione, ma una collaborazione nella stesura dei piani e nella loro esecuzione.
Mi spiegherò con un esempio. Prendete l'industria del cotone. Probabilmente è vero che il novanta percento dei produttori di cotone aderiranno all'eliminazione di stipendi da fame, di lunghe ore di lavoro, dello sfruttamento dei minori, della sovraproduzione che condurrebbe a eccessi non vendibili. Ma si può definire buono un accordo se il rimanente dieci percento dei produttori di cotone continua a pagare stipendi da fame, domanda un orario di lavoro eccessivo, sfrutta i minori negli impianti e produce un esagerato eccesso di beni? Questo scorretto dieci percento produrrebbe a prezzi così bassi che il corretto novanta percento si troverebbe costretto a seguire la loro strada. Ed è qui che entra in scena il governo. Il governo, dopo un'operazione di sorveglianza e pianificazione, dovrebbe avere, e presto lo avrà, il diritto di prevenire la condotta scorretta e di assicurare il pieno rispetto della normativa in nome della sua autorità, anche con la collaborazione dell'industria stessa. Le cosiddette leggi antitrust erano pensate per prevenire la creazione di monopoli e proibire l'irragionevole quantità di profitti che questi monopoli avrebbero guadagnato. Lo scopo di quelle leggi deve essere perseguito, ma non sono mai state elaborate per favorire il genere di concorrenza sleale caratterizzata da orari eccessivi, salari da fame e produzione in eccesso. Lo stesso principio va applicato ai prodotti agricoli e al settore dei trasporti, e a qualsiasi campo dell'industria privata.
Stiamo lavorando per ottenere un risultato preciso, cioè evitare il ritorno di quelle condizioni che sono state a un passo dalla distruzione di ciò che noi chiamiamo civiltà moderna. Il raggiungimento di questo scopo non avverrà certo in un giorno. Le politiche in corso sono la continuazione dei motivi che hanno spinto centocinquanta anni fa alla nascita del Governo costituzionale d'America.
Sono certo che il popolo di questo paese capirà sia la pratica sia lo spirito con cui mettiamo in atto questa politica. Non nego che sbaglieremo qualcosa nel compimento di questo piano. Non mi aspetto di fare centro a ogni colpo. Ciò che intendo raggiungere è la media migliore, non solo per me ma per tutta la squadra. Una volta, Theodore Roosevelt mi disse: «Se ho ragione il settantacinque percento delle volte, avrò raggiunto la piena realizzazione delle mie speranze».
Si è discusso molto delle riserve federali e dell'inflazione, negli ultimi tempi, del valore dell'oro e così via.
Permettetemi di parlare chiaro e con semplicità. Prima di tutto, credito governativo e valuta governativa sono la stessa identica cosa. Dietro i buoni del governo c'è la ferma promessa di pagare; dietro la valuta governativa, oltre alla promessa di pagare, abbiamo una riserva d'oro e una modesta scorta d'argento. A proposito di queste riserve, è giusto ricordare che in passato il governo ha acconsentito di estinguere debiti e rimborsare in valuta trenta miliardi in oro, mentre le società per azioni del paese hanno stabilito di rimborsare altri sessanta o settanta milioni di obbligazioni e mutui in oro. Il governo e le società per azioni hanno raggiunto tali accordi pur sapendo perfettamente che le riserve auree degli Stati Uniti ammontavano circa a tre o quattro miliardi, e che tutto l'oro nel mondo ammontava a circa undici miliardi.
Se coloro che hanno assicurato di pagare avessero chiesto di ricevere quell'oro, i primi ad arrivare, circa un venticinquesimo dei possessori di obbligazioni e valuta, l'avrebbero ottenuto e sarebbe bastato per qualche giorno. Ai ventiquattro rimanenti, quelli che non erano in ci¬ma alla lista, sarebbe stato educatamente detto che non c'era più oro a disposizione. Così, abbiamo deciso di trattare equamente tutti e venticinque, nell'interesse della giustizia e nel pieno esercizio dei poteri costituzionali del governo. Abbiamo considerato ciascuno di essi con il medesimo principio, così da garantire il bene generale.
In ogni caso, l'oro e l'argento fino a un certo punto, costituiscono delle solide fondamenta per la circolazione del denaro ed è per questo che ho deciso di non permettere la fuoriuscita dell'oro presente nel paese.
Tre settimane fa, si è creata una serie di condizioni che avrebbe potuto significare subito, primo, un prosciugamento delle nostre riserve d'oro da parte delle potenze straniere, e secondo, come risultato diretto, un'uscita di capitale americano in forma di oro. Non è esagerato affermare che ciò avrebbe intaccato pesantemente le nostre scorte, provocando un ulteriore indebolimento del credito privato e governativo, un aumento del panico per la situazione attuale e il completo arresto dell'ingranaggio industriale.
L'Amministrazione punta al rialzo dei prezzi all'ingrosso, permettendo così a coloro che hanno preso del denaro in prestito di ripagare il debito con una moneta non svalutata. Non permetteremo che il dollaro scenda così tanto da permettere a costoro di estinguere il debito a un valore infinitamente più basso di quello con cui l'hanno acceso. In altri termini, cercheremo di correggere un errore senza per questo rischiare di commetterne uno nuovo. Ecco perche sono stati conferiti all'Amministrazione certi poteri. Se necessario, aumenteremo il credito per correggere l'errore già esistente. Questi poteri saranno esercitati quando, come e se sarà necessario per conseguire gli obiettivi.
Di pari passo con la situazione interna, che certamente è in cima alla lista delle nostre preoccupazioni, va considerata la panoramica mondiale. Voglio essere chiaro nel dirvi che la situazione interna è profondamente e inevitabilmente legata alle condizioni degli altri paesi nel mondo. In altre parole, e con molta probabilità, saremo in grado di ripristinare la prosperità negli Stati Uniti, ma non sarà permanente finchè non avverrà la stessa cosa in tutto il mondo.
Nelle conferenze che abbiamo tenuto e che continuiamo a tenere con i leader delle altre nazioni, stiamo cercando di raggiungere quattro grandi obiettivi. Primo, una generale riduzione degli armamenti, per attenuare il terrore di invasioni e attacchi, allo stesso tempo una riduzione dei costi degli armamenti, per favorire un assestamento del budget di governo e una riduzione delle tasse.
Secondo, un alleggerimento degli ostacoli commerciali, per favorire un nuovo scambio di beni e raccolti fra le nazioni. Terzo, la stabilità della moneta corrente, in grado di stimolare i contratti commerciali in anticipo.
Quarto, il ristabilirsi di relazioni amichevoli e una maggiore fiducia tra tutte le nazioni.
I nostri visitatori stranieri, nelle ultime tre settimane, hanno reagito positivamente a questi scopi. Tutte le nazioni hanno sofferto duramente in questa grande depressione, e sono arrivate alla conclusione che l'aiuto reciproco è il migliore sistema per uscirne. È con questo spirito che i nostri visitatori hanno deciso di incontrarci per discutere i problemi comuni. La conferenza internazionale che stiamo preparando deve avere successo. È il futuro stesso del mondo a chiederlo, e ognuno di noi si è sforzato al massimo perchè questo avvenga.
A voi, popolo di questo paese, tutti noi, i membri del Congresso e i membri dell'Amministrazione, rendiamo un profondo debito di gratitudine. Avete dimostrato pazienza nel corso di tutta la depressione, ci avete garantito estesi poteri e incoraggiato con l'approvazione unanime dei nostri obiettivi. Abbiamo dedicato ogni oncia della nostra forza, ogni risorsa in nostro possesso, alla giustificazione della fiducia che ci avete accordato. Siamo incoraggiati a credere che un inizio saggio e sensato sia stato messo in atto. Così, nello spirito di questa fiducia reciproca e di mutuo incoraggiamento, noi proseguiamo con il nostro lavoro.

FRANKLIN D. ROOSEVELT
(1882-1945)

CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+

Lascia un commento