Protesta dei pastori. Guerriglia a Cagliari
Sergio Nuvoli
È finita in guerriglia urbana la manifestazione del Movimento Pastori Sardi cominciata ieri mattina a Cagliari.
È finita in guerriglia urbana la manifestazione del Movimento Pastori Sardi cominciata ieri mattina a Cagliari. Nella tarda serata, il palazzo del Consiglio Regionale – nella centralissima via Roma – era ancora presidiato da un imponente schieramento di forze dell’ordine in tenuta antisommossa dopo i violenti scontri del pomeriggio: almeno sei i manifestanti fermati, feriti tre poliziotti ed un fotografo. Il traffico cittadino è rimasto nel caos fino a tarda notte, quando la situazione è tornata sotto controllo. In serata si è appreso che un manifestante ha perso un occhio dopo essere stato colpito in pieno volto da un candelotto lacrimogeno. La notizia è stata confermata da fonti della Questura. Il ferito, del quale non è stato reso noto il nome, è stato ricoverato in clinica oculistica dove i medici lo hanno sottoposto a un intervento nel tentativo di salvare il bulbo oculare.
Poco dopo le 18 è partita la carica delle forze dell’ordine, che avrebbero reagito con i lacrimogeni ad un lancio di bottiglie da parte dei pastori: dal primo pomeriggio, erano in tremila a circondare il Palazzo dell’assemblea regionale, impedendo per alcune ore l’uscita dei dipendenti. Sono stati venti minuti di follia, con i pastori che hanno anche bloccato alcune strade del centro con i cassonetti della spazzatura.
Tutto sarebbe accaduto mentre in Consiglio regionale andava avanti una trattativa tra una delegazione dei capigruppo e i pastori, che chiedevano di incontrare il governatore Cappellacci, l’assessore alla Programmazione, La Spisa, e il suo collega all’Agricoltura, Prato.
Il Movimento pastori – un’associazione che rifiuta di sedere allo stesso tavolo con le altre organizzazioni agricole – sta occupando l’aula della commissione Programmazione e Bilancio del Consiglio regionale. La delegazione resterà nella sala dell’organismo consiliare fino a quando la commissione Agricoltura non approverà il disegno di legge per il settore, all’esame da settimane, e che dovrebbe approdare oggi in aula.
Le altre sigle sindacali del settore stanno occupando da giorni l’assessorato all’Agricoltura. «Il disegno di legge che state esaminando è deludente e vergognoso – ha detto ai capigruppo e ad esponenti dei diversi schieramenti, il leader del Movimento pastori sardi, Felice Floris – i pastori non stanno chiedendo assistenza, ma aiuti concreti per un importante settore produttivo».
Nel suo intervento, Floris ha ricordato »gli impegni assunti lo scorso 13 settembre dal presidente della Regione Cappellacci, dall’assessore alla Programmazione La Spisa, da quello all’Agricoltura Prato, dal presidente della Sfirs Tilocca. L’unico punto in sospeso – ha detto – era quello dei finanziamenti de minimis, ma due giorni dopo la nostra manifestazione l’assessore Prato ha annunciato che non c’erano più "paletti" neanche per i de minimis. Ci dispiace che perdiate tempo per questa leggina arrivata in Consiglio: è una legge beffa, non ci interessa. Chiediamo i 15mila euro per azienda, come promesso. Non andremo via senza risposte». Il riferimento è a un documento approvato dal Consiglio regionale nei giorni scorsi, con i soli voti della minoranza: servirebbero 600 milioni di euro per soddisfare le richieste dei pastori. Sulla vertenza pesano le risposte non date dal Ministero nei mesi scorsi ai problemi del comparto ovicaprino.
Tra i punti della piattaforma della protesta, c’è la battaglia per il prezzo del latte, l’aiuto per l’accesso al credito, il ritiro delle giacenze, il finanziamento alle aziende con i contributi de minimis come previsto dalla normativa comunitaria, i centri di stoccaggio, gli incentivi per le politiche energetiche.
L’esasperazione dei pastori è anche per i tempi della politica: «Da giugno abbiamo posto problemi seri e chiesto risposte – ha detto Fortunato Ladu, altro leader della protesta – e oggi siamo ancora al punto di partenza. Qualcuno pensava di farci desistere portandoci fino al periodo più difficile del nostro lavoro, invece l’unico risultato che avete ottenuto è aver selezionato le truppe, e quelle oggi a manifestare sono davvero truppe scelte».
Fonte: Avvenire
20 ottobre 2010