Primarie e listini, ecco chi passa dal non profit all’impegno politico


Redattore Sociale


Olivero, Boldrini, Marcon, Lotti, Fossati, Stramaccioni…Una prima carrellata sulle personalità del terzo settore che hanno deciso di presentarsi alle elezioni del prossimo febbraio.


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voto

Non solo Andrea Olivero. Dopo aver dato conto della decisione del presidente delle Acli, in campo per sostenere “l’Agenda Monti” (vedi lanci del 17 e del 19 dicembre scorso), cominciamo oggi una ricognizione dei candidati, più o meno sicuri, alle elezioni politiche del prossimo 24 e 25 febbraio. Candidati che sono espressione diretta, come si usa dire, della “società civile”, cioè esponenti di organizzazioni non profit e attivisti di lungo corso su questioni sociali. In generale abbiamo cercato di considerare le persone la cui chiara militanza sociale è nata prima dell’impegno diretto in politica. Nelle liste (o listini) delle due formazioni politiche compaiono nomi di chiara “fama”. Vediamoli, ovviamente in attesa di conoscere le composizioni effettive delle liste. Sia il Pd che Sel, infatti, hanno convocato le direzioni di partito entro le prossime 48 ore.

I nomi di Sel. Nel listino di Sel figurano 23 nomi, 9 dei quali “esterni” alla compagine dirigenziale del partito. Tra questi, sono presenti Roberto  Natale, presidente della Fnsi e socio fondatore di Articolo 21. Natale si è sempre caratterizzato per un forte impegno in campo sociale, soprattutto per quel che concerne i temi dell’etica, del disagio mentale, dell’immigrazione. Ed è un grande amico della Comunità di Capodarco. Non ha bisogno di presentazioni anche Laura Boldrini, portavoce dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), da anni in prima linea per fronteggiare e risolvere le emergenze legate ai flussi migratori e alle conseguenti derive discriminatorie.
Altro nome importante nel listino di Sel è quello di Giulio Marcon, presidente di Sbilanciamoci!. Sul sito della campagna, in una lettera dal titolo “Possiamo cambiare strada”, Marcon illustra i motivi della sua decisione: “È una scelta che rappresenta una sfida a portare le nostre ‘controfinanziarie’ in Parlamento e a trasformarle – almeno in parte – in politiche concrete. Sarà difficile, gli spazi di cambiamento saranno stretti, toccherà a tutti noi tenere alta la mobilitazione, ma credo che valga la pena provarci. Le prossime elezioni possono portare a un cambio di governo che, al posto dell’’agenda Monti’ metta un’agenda del lavoro, dei diritti, della pace e dell’ambiente. Per questo è necessario impegnarsi, dentro e fuori le istituzioni”.
Sempre per Sel, da ricordare anche Pape Diaw, portavoce della comunità senegalese di Firenze, scelto da Nichi Vendola nel listino blindato. Diaw ha svolto e continua a svolgere un ruolo importante, soprattutto dopo l’uccisione a Firenze, più di un anno fa, di due venditori ambulanti senegalesi.

Nelle liste del Pd. Nel suo collegio fiorentino, quarto posto (5386 voti) e candidatura per il presidente nazionale della Uisp, Filippo Fossati. “Se in questo Paese tutto l’associazionismo, del volontariato, delle centinaia di migliaia di persone che spendono il loro tempo per dare una mano agli altri smettessero di farlo per un giorno, il Paese di bloccherebbe – afferma Fossato in un video messaggio pubblicato su Repubblica Tv -. Da questo mondo, che deve essere valorizzato e rilanciato, deve venire un messaggio, e forse anche qualche parlamentare, che interpreterebbe la politica meglio di altre esperienze”. E annuncia la costituzione di una Fondazione a Firenze che recuperi con progetti sociali e il contributo di giovani tecnici “una vocazione della città che si è persa negli ultimi anni”.
A Roma, ha preso oltre 6800 preferenze Ileana Argentin. La Argentin, prima di diventare parlamentare e assessore comunale, è stata tra le altre cose presidente della Uildm Roma, membro del direttivo nazionale della Fish, membro della Consulta cittadina sull’handicap e presidente del COES Onlus.

A supporto di Ingroia. Nelle liste di “Rivoluzione civile” del magistrato siciliano Antonio Ingroia diversi i volti noti del Terzo settore. A partire da Gabriella Stramaccioni, direttrice di Libera, passando per Franco La Torre, presidente di “Flare” la rete internazionale contro le mafie, e finendo con Flavio Lotti, coordinatore della Tavola della Pace. Proprio Lotti, in una dichiarazione dopo l’annuncio della sua candidatura, ha affermato: “Da anni andiamo dicendo che non c’è e non ci sarà pace senza una politica di pace. Ma, di fronte alla grave crisi della politica in cui siamo precipitati, non possiamo più permetterci di stare a guardare. Men che meno di cedere alla sfiducia e alla rassegnazione”. (daiac)

Fonte: www.redattoresociale.it
02 Gennaio 2012

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