Presidenziali francesi: gli africani nè per Hollande nè per Sarkozy


Misna


Il sentimento diffuso in Africa è che, chiunque sarà il vincitore ci sono poche speranza di un cambiamento profondo nei legami storici tra il continente e l’ex potenza coloniale.


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Presidenziali francesi: gli africani nè per Hollande nè per Sarkozy

A due giorni dal ballottaggio delle presidenziali francesi tra il capo di Stato uscente Nicolas Sarkozy (Ump) e il rivale socialista, dato per favorito dai sondaggi, François Hollande, il sentimento diffuso in Africa è che, chiunque sarà il vincitore ci sono poche speranza di un cambiamento profondo nei legami storici tra il continente e l’ex potenza coloniale. Stampa e siti d’informazione africani stanno seguendo con attenzione la campagna elettorale dei due candidati, in particolare i punti iscritti nei rispettivi programmi, e hanno dedicato diverse analisi al dibattito televisivo di mercoledì.

“Gli africani né per Sarkozy né per Hollande” scrive la testata burkinabe ‘Fasozine’, sottolineando che “globalmente nessuno dei due ha particolarmente segnato la mente della gente. Le generazioni pre-indipendenza si sono sentite a lungo legate al generale de Gaulle, quelle post-indipendenza a Mitterrand e Chirac. E’ finita l’epoca in cui si credeva che la vittoria della sinistra o della destra poteva cambiare in modo significativo le relazioni tra l’Esagono e l’Africa”. A 50 anni dall’indipendenza dalla Francia i rapporti bilaterali  sono ancora difficili, a causa della pesante eredità dell’epoca coloniale, di una lunga serie di ingerenze politiche e diplomatiche negli affari interni e di accordi con società francesi – da Areva a Elf-Total – quasi sempre iniqui per le nazioni africane e poco trasparenti.

Da Abidjan a Bamako passando per Tripoli ed Algeri, sono in molti ad auspicare la sconfitta di Sarkozy, visto, secondo ‘Fasozine’, come “un re nudo”, “un presidente sempre sul piede di guerra”. Dopo l’acceso dibattito televisivo, i media africani sembrano aver promosso Hollande che “è riuscito a difendersi meglio del previsto (…) fedele alla sua immagine: calma, serena e costante” secondo il quotidiano on line ‘Guineeconakry.info’. Toni trionfali per l’ivoriano ‘L’Intelligent d’Abidjan’: “Hollande è stato fortissimo. E’ lui il vincitore del dibattito”. Se il presidente uscente riesce ancora a dare di sé l’immagine di “una personalità combattiva e decisa”, sottolinea il giornale ‘Au fait Maroc’, nell’insieme la maggioranza dei media africani ha valutato negativamente gli interventi di Sarkozy: “attacchi impertinenti” e “spesso difensivi”. Nelle ultime ore ad accrescere il clima di tensione pre-elettorale tra i due rivali ha anche contribuito l’accusa giunta da Tripoli: l’ex primo ministro libico Mahmoudi Baghdadi ha sostenuto che nel 2007 il regime di Gheddafi ha finanziato con 50 milioni di euro la campagna di Sarkozy…

Ma ad alimentare le critiche dei giornalisti del continente nero sono state soprattutto le dichiarazioni del presidente uscente in merito all’immigrazione e, secondo ‘Algérie1’, i suoi “ripetuti attacchi ai musulmani”. Accolta positivamente invece la proposta di Hollande di “organizzare un referendum per concedere il diritto di voto alle municipali ai cittadini extracomunitari”. In effetti il tema dell’immigrazione è al centro dell’attenzione del continente: ogni anno migliaia di cittadini dell’Africa sub sahariana cercano di raggiungere con ogni mezzo la Francia. Le restrizioni al soggiorno di studenti africani decise nel maggio 2011 dal ministro dell’Interno, Claude Guéant, sono state molto criticate anche da personalità del mondo della cultura francese. Altre questioni spinose riguardano ancora il ricongiungimento familiare – che il candidato socialista ha promesso di semplificare – l’esame delle domande di asilo, ogni anno in 50.000, e le condizioni economiche e di alloggio degli immigrati. Sarkozy ha ribadito la sua linea restrittiva in materia di immigrazione, preferendo portare avanti una politica “più selettiva” nei confronti di chi entra sul territorio.

Posizione più che comprensibile: per avere qualche ‘chance’ in più sul rivale, il presidente uscente deve fare l’occhiolino a quel 17% di elettori che il 22 aprile hanno votato per Marine Le Pen del partito di estrema destra ‘Front national’, giunta al terzo posto. Al primo turno i francesi residenti in Africa hanno preferito Hollande (40%) a Sarkozy (34%); il primo ha ottenuto un più alto numero di preferenze soprattutto nei paesi del Nord africa, in Mauritania e in Egitto.

Se il dibattito televisivo è stato “una partita finita in pari” tra Hollande e Sarkozy, conclude il quotidiano maliano ‘Le Républicain’, per cui “alla fine nessuno dei due ha veramente convinto”, già da domenica sera si saprà chi ha vinto il match elettorale.

Fonte: www.misna.it
4 Maggio 2012

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