Piazza Tahrir in fermento, appelli a proteggere la rivoluzione


Misna


Migliaia di persone stanno affluendo nella zona per partecipare alla protesta indetta dagli attivisti e sostenitori della rivoluzione, contro la sentenza per l’uccisione dei manifestanti durante le rivolte di piazza che portarono alla caduta del vecchio regime.


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Piazza Tahrir in fermento, appelli a proteggere la rivoluzione

Piazza Tahrir torna a riempirsi e a rappresentare un clima di crescente malcontento popolare: migliaia di persone stanno affluendo nella zona per partecipare alla protesta indetta dagli attivisti e sostenitori della rivoluzione, contro la sentenza per l’uccisione dei manifestanti durante le rivolte di piazza che portarono alla caduta del vecchio regime. Ancor più che le condanne all’ergastolo pronunciate nei confronti dell’ex presidente deposto Hosni Mubarak e dell’ex ministro degli Interni Habib el Adly, a provocare la rabbia dell’opinione pubblica egiziana è stata l’assoluzione di cinque dei sei generali responsabili della sicurezza nei giorni delle proteste.

La mancanza di responsabilità dirette nella repressione violenta, oltre ad aumentare una possibile riduzione della pena all’ex presidente nel procedimento di secondo grado, si traduce in una garanzia di impunità per i veri artefici delle violenze. Inoltre, sia Mubarak che i suoi due figli Alaa e Gamal sono stati assolti per errori procedurali, da un’accusa per corruzione, anche se resteranno in carcere sulla base di altre accuse per lo stesso crimine.

Ma il malcontento – riferiscono fonti della MISNA sul posto – è anche frutto della complessa situazione politica a due settimane dal voto per il ballottaggio alle presidenziali che vede Mohammed Morsy e Ahmed Shafiq contendersi il ruolo di guida del nuovo Egitto. Se il primo, candidato dei Fratelli Musulmani è guardato con estremo sospetto dagli esponenti liberali e laci, il secondo – primo ministro all’epoca di Mubarak – è percepito come un membro a tutti gli effetti del vecchio establishment.

Ieri sera, davanti alla folla che cominciava a riempire la piazza simbolo della rivoluzione, i tre candidati esclusi al primo turno, Hamdeen Sabbahi, Abdel Moneim Abul Fotouh e Khaled Ali hanno arringato i presenti sull’ipotesi di sostenere un ‘consiglio presidenziale’ come alternativa alla situazione presente, che vedrebbe gli elettori costretti a ‘turarsi il naso’ e votare uno dei due candidati al ballottaggio.

Invitando al boicottaggio, Sabbahi – terzo in base al risultato delle urne – ha sottolineato che “le attuali elezioni “si stanno svolgendo in evidente violazione della legge sull’isolamento” che non consentirebbe a Shafiq, in qualità di ex esponente del regime di candidarsi al voto. Sul possibile invalidamento della candidatura dell’ex primo ministro, la Corte suprema è chiamata a pronunciarsi il prossimo 11 giugno.

Fonte: www.misna.it
5 Giugno 2012

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