Pena di morte: fermato il boia in Mississippi
Alessandra Tarquini - Vis
Moratoria di fatto negli Usa sulla pena di morte? La sospensione della pena a Earl Wesley Berry condannato dal governo del Mississippi riaccende il dibattito mentre continuano i negoziati europei per la presentazione del testo di moratoria all’Onu.
Earl Wesley Berry doveva morire nel penitenziario statale di Parchman il 30 ottobre 2007 condannato dal governo dello stato del Mississippi alla pena di morte per l’omicidio di Mary Bounds, rapita e uccisa nel 1987.
La Corte Suprema degli Stati Uniti ha sospeso l’esecuzione, quando ormai il condannato si stava incamminando verso la camera dell’iniezione letale.
Si tratta della terza sospensione ordinata dalla Corte Suprema statunitense da quando, lo scorso 25 settembre, ha accettato di pronunciarsi sulla costituzionalità dell’iniezione letale. La più recente sospensione era avvenuta in Alabama lo scorso 24 ottobre quando la corte d’appello federale ha fermato l’esecuzione di un malato terminale.
L’indicazione della Corte Suprema Usa, infatti, ha dato come indicazione di non procedere alle iniezioni letali sino a quando i giudici non si saranno espressi sulla loro costituzionalità.
Il mondo osserva questa apparente inversione di tendenza che pone il dubbio su una adozione di fatto da parte degli Usa di una moratoria nazionale sulle esecuzioni capitali.
Nel frattempo continua il dibattito sulla presentazione della moratoria presso le Nazioni Unite da parte della commissione Europa. Da New York Emma Bonino, Ministro del Commercio Internazionale e degli Affari Europei, nei giorni scorsi ha denunciato il grave ritardo nella presentazione, ma la portavoce della presidenza portoghese dell'Unione Europea, Clara Borja, ha chiarito che “c'e' l'accordo tra i Paesi membri dell'Unione Europea sul testo di risoluzione per la moratoria sulla pena di morte e questo testo viene al momento negoziato con i nostri cosponsor, che sono circa 65. I negoziati proseguono molto bene, siamo molto fiduciosi di poter consegnare il testo di risoluzione entro la scadenza prevista all'Onu. Speriamo che la risoluzione venga adottata e votata a novembre".
La mobilitazione della società civile a favore della moratoria delle esecuzioni continua e alla Maratona di New York e il prossimo 4 novembre campione olimpico Stefano Baldini correrà con una coccarda a sostegno dell’impegno italiano per fermare le esecuzioni in tutto il mondo.