Palermo dice no agli F35
La redazione
Il consiglio comunale di Palermo ha approvato all’unanimità una mozione contro lo stanziamento di fondi per l’acquisto di armi, disposto dal Governo nazionale in particolare contro l’acquisto dei potenti cacciabombardieri F-35, delle vere macchine da guerra.
a mozione è stata proposta dal consigliere Alberto Mangano.
Presenti al momento della votazione, cittadini, rappresentanti della comunità di S. Saverio e la delegazione del movimento "Voci Attive" che hanno detto "siamo pienamente soddisfatti per tale atto e auspicano che il significativo pronunciamento dell'organo istituzionale comunale, rappresentativo dei cittadini appartenenti alla quinta città d'Italia, sia preso seriamente in considerazione dal Presidente del Consiglio, affinché si provveda a rimodulare la spesa per finalità sociali e per dare risposte occupazionali alle fasce più deboli e bisognose.
"Auspichiamo inoltre che altri Enti locali possano pronunciarsi in tal senso". E la redazione di Palermo Report si unisce a quest'auspicio.
Premesso che:
il governo nazionale ha dirottato alcune risorse del fondo per lo sviluppo nel bilancio della Difesa per acquistare armi;
la cifra stanziata è di circa 18 miliardi di euro destinati alla produzione di 135 cacciabombardieri e 135 milioni di euro per l’acquisizione di unità navali della Fremm;
sono previsti ulteriori finanziamenti, per il 2012, per la produzione di 4 sommergibili, cacciabombardieri F 35 e delle due fregate Orizzonte per una spesa di circa 780 milioni di euro;
sarà finanziato il Progetto della mininaja “Vivi le forze armate”, per una spesa di 8 milioni e cinquecentomila euro;
tali scelte, operate dal precedente governo “Berlusconi”, sono state confermate dal governo presieduto da Mario Monti.
l’attuale crisi economica sta facendo pagare un prezzo altissimo ai cittadini;
gli Enti Locali verranno ulteriormente penalizzati dalla riduzione dei trasferimenti che avranno come conseguenza una ulteriore diminuzione dei servizi e un peggioramento delle condizioni di vita;
considera improponibili queste spese;
esprime il proprio dissenso rispetto a tale scelta;
fa voti affinché questi fondi stanziati per le armi, strumenti di morte, possano essere viceversa destinati a salvaguardare le pensioni delle fasce sociali più deboli e agli Enti Locali per garantire quei servizi sociali essenziali a rispondere ai bisogni primari dei cittadini.
A far pervenire quanto deliberato al Presidente del Consiglio dei Ministri