Padova, XIII convegno nazionale dei centri interculturali
La redazione
A Padova dal 28 al 29 ottobre: FARE INTE(G)RAZIONE TRA ENTI LOCALI, SCUOLA E COMUNITÀ. Un’occasione di incontro e confronto, per fare il punto sull’integrazione in Italia, a partire dalla scuola. Come fare integrazione sui territori e nelle città? Come educare all’intercultura i più giovani nelle scuole? E ancora, quale interazione è possibile e necessaria tra […]
A Padova dal 28 al 29 ottobre: FARE INTE(G)RAZIONE TRA ENTI LOCALI, SCUOLA E COMUNITÀ.
Un’occasione di incontro e confronto, per fare il punto sull’integrazione in Italia, a partire dalla scuola.
Come fare integrazione sui territori e nelle città? Come educare all’intercultura i più giovani nelle scuole? E ancora, quale interazione è possibile e necessaria tra i diversi attori? A questi temi è dedicata la tredicesima edizione del convegno nazionale dei centri interculturali(“Fare inte(g)razione tra enti locali, scuola e comunità”), a Padova dal 28 al 29 ottobre, organizzata dall’Assessorato alle Politiche scolastiche ed educative del Comune di Padova, in collaborazione con il centro COME di Milano, il centro interculturale di Torino e il centro documentazione di Arezzo, fondatori nel 1998 della Rete nazionale dei Centri interculturali.
Sarà occasione di confronto e approfondimento per gli operatori del settore che lavorano a diverso titolo ogni giorno per favorire lo scambio interculturale e l’integrazione, percorsi indispensabili per la costruzione di una società – odierna e futura – accogliente e pacifica. Un’azione che si rende fondamentale a partire dalla scuola, focus tematico di questa edizione: la scuola come “laboratorio” primario di integrazione interculturale, in cui le nuove generazioni crescono e imparano a stare assieme.
L’intercultura è oggetto di studio e riflessione e, allo stesso tempo, sollecitazione a sperimentare nuove metodologie educative da quando l’immigrazione è diventata un fenomeno visibile, perché parte della vita quotidiana. Da quando l’“altro” è il vicino di casa, il collega, l’amico del figlio…. Ma di integrazione si parla spesso – anche nei media – partendo dalla sua mancanza e vulnerabilità, citando episodi di fallimento o di violenza, storie di diritti calpestati; raramenteportando alla luce le esperienze positive: quelle “buone pratiche” che il convegno intende, invece, far emergere e valorizzare, e che è necessario far diventare patrimonio comune.
Ma cosa sono i centri interculturali? Sono luoghi, istituzionali o del privato sociale o “misti”, che fanno dell’intercultura un progetto da condividere e un programma di lavoro; costruiscono nei territori dialogo e incontro tra persone di culture diverse attraverso interventi di formazione, la promozione di occasioni di scambio e di conoscenza reciproca, percorsi di cittadinanza e progetti innovativi; promuovono la fondamentale sinergia tra istituzioni e le numerose realtà del non profit (associazioni e cooperative) impegnate quotidianamente sui temi.
La mattina di giovedì 28 (Agorà Centro culturale san Gaetano), dopo l’apertura istituzionale, il convegno vede gli interventi di esperti quali Graziella Favaro, del centro COME e della Rete nazionale dei Centri interculturali, Maurizio Ambrosini, sociologo dell’Università di Milano, Enzo Pace, sociologo dell’Università degli studi di Padova, Tahar Lamri e Riccardo Staglianò, giornalisti e scrittori. Nel pomeriggio, in programma quattro sessioni seminariali simultanee dedicate allo scambio delle esperienze di integrazione: “scuola ed ente locale”, “giovani e cittadinanza”, “scuola e famiglie” e “spazi dell’incontro nella città”.Venerdì 29, alla mattina sempre al san Gaetano, chiude i lavori una tavola rotonda (“Gli aspetti educativi e culturali dell’integrazione”): interverranno tra gli altri Renzo Guolo, sociologo dell’Università di Padova, Flavio Zanonato, sindaco di Padova e responsabile Sicurezza e integrazione Anci, e alcuni assessori alla Pubblica istruzione. Seguirà l’incontro con Fabio Geda e Enaiatollah Akbari, autore e protagonista del libro “Nel mare ci sono i coccodrilli. Storia vera di Enaiatollah Akbari”.
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