Ottimismo capitale


Emanuele Giordana - Lettera22


Si può essere ottimisti quando si fanno i conti con la pena capitale e quando, nel 2009, le esecuzioni sono state almeno 5.679, appena una cinquantina in meno rispetto al 2008 e una settantina in meno rispetto al 2007?


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Ottimismo capitale

Si può essere ottimisti quando si fanno i conti con la pena capitale e quando, nel 2009, le esecuzioni sono state almeno 5.679, appena una cinquantina in meno rispetto al 2008 e una settantina in meno rispetto al 2007? Nessuno  Tocchi Caino, l'organizzazione creata dai radicali per far guerra alla pena capitale, sceglie di vedere il bicchiere mezzo pieno

E lo fa pensando  alla ripresentazione in autunno al Palazzo di Vetro di una nuova Risoluzione a favore di una moratoria mondiale. I dati – esposti in un'affollata conferenza stampa nella sede del Partito radicale – confermerebbero l'ottimismo: dicono di un’evoluzione positiva verso l’abolizione della pena di morte anche se in alcuni Paesi –  Cina, Iran e Iraq per citare quelli quantitativamente più esposti – si continua a uccidere senza problemi.

Emanuele Giordana sull'ultimo rapporto di Nessuno Tocchi Caino

I Paesi o i territori che hanno deciso di abolire la pena capitale  per legge o de facto sono oggi 154 e  quelli mantenitori “solo” 43.  E per altro, nei paesi dove ancora si utilizza la morte di Stato, è  evidente, dice l'edizione 2010 del Rapporto annuale di Ntc (curato da Elisabetta Zamparutti)  la diminuzione del numero di esecuzioni. L'Asia, racconta ancora  il rapporto, si conferma il continente dove più si utilizza la pena capitale, con la sola Cina che, con circa  5mila  esecuzioni, conta per il  98,7% di quelle asiatiche. Le Americhe sarebbero un continente praticamente libero dalla pena di morte, se non fosse per gli Stati Uniti: è  l’unico Paese dell'area che ha compiuto esecuzioni (52 nel 2009). Quanto all'Europa, la Bielorussia si conferma  l’unica eccezione in un continente altrimenti totalmente libero dalla pena di morte. L'Africa fa enormi progressi:  nel 2009 la pena capitale è stata eseguita solo in quattro Paesi (Botswana, Egitto,  Libia e  Sudan) e: il rapporto registra  almeno 19 esecuzioni contro le almeno 26 del 2007 e le 87 del 2006.

Il processo di adesione alla lega  del no va avanti: nel 2009 e nei primi sei mesi del 2010, sei  Paesi sono passati dal fronte mantenitore a quello a vario titolo abolizionista, mentre in nove Paesi non si sono registrate esecuzioni nonostante se ne fossero verificate l'anno prima. Sergio D'Elia, uno dei fondatori dell'organizzazione, tenta un parallelo tra pena di morte e democrazia: dei 43 mantenitori della pena di morte, spiega, 36 sono Paesi dittatoriali, autoritari o illiberali. In 15 di questi Paesi, nel 2009, sono state compiute almeno 5.619 esecuzioni, circa il 99% del totale mondiale e inoltre molti fra questi  Paesi non forniscono statistiche ufficiali e quindi  il numero delle esecuzioni potrebbe essere molto più alto. Resta la macchia nera degli Stati uniti ma anche quella di nuove democrazie, aggiungiamo noi, ispirate ai principi democratici occidentali: l'Iraq e l'Afghanistan

La conferenza stampa per la presentazione del Rapporto 2010 (tra i presenti  Emma Bonino,  Gianni Letta,  Vincenzo Scotti, Marco Pannella, Aldo Ajello; Napolitano e Fini hanno mandato un messaggio ) è stata anche l'occasione per dare al  presidente della Commissione dell’Unione Africana (dal 2008) , Jean Ping, il premio dell’“Abolizionista dell’Anno 2010”, promosso da Ntc allo scopo di valorizzare la personalità che più di ogni altra si è impegnata sul fronte della moratoria delle esecuzioni capitali e dell’abolizione della pena di morte. Quella di Ping è stata una lunga maratona: prima di questo incarico  è stato ministro degli Esteri del Gabon e, quando ricopriva quella carica,  il Paese ha approvato l'abolizione della pena capitale. Sempre Ping  ed è stato protagonista della battaglia che ha portato, il 18 dicembre 2007, all'approvazione della Risoluzione per la Moratoria Universale delle Esecuzioni capitali da parte dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. In seguito alla moratoria, sono stati 17 i Paesi di tutto il mondo ad abbandonare la pratica della pena di morte. I passi più significativi in questo senso sono stati fatti proprio in Africa: negli ultimi due anni, infatti, Ruanda, Burundi e Togo hanno scelto di sposare l'abolizionismo.

Fonte: http://www.lettera22.it
1 Agosto 2010

 

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