Oltre l’assassinio Belaid, una crisi politica ed economica


Misna


Raggiunto dalla MISNA a Tunisi, padre Ramon Echeverria, missionario dei Padri Bianchi e profondo conoscitore del paese nordafricano, fa un quadro all’indomani dell’uccisione di Chokri Belaid, segretario del Partito dei patrioti democratici uniti, formazione di opposizione.


CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+
tunisiascontri

“Sono divisi i sindacati, è divisa la coalizione al governo ed esistono divisioni, ancora da quantificare, all’interno di Ennahda, il principale dei tre partiti alla guida del paese”: raggiunto dalla MISNA a Tunisi, padre Ramon Echeverria, missionario dei Padri Bianchi e profondo conoscitore del paese nordafricano, fa questo quadro all’indomani dell’uccisione di Chokri Belaid, segretario del Partito dei patrioti democratici uniti, formazione di opposizione.

“Belaid era molto conosciuto sia in Tunisia che all’estero – prosegue padre Ramon – e a tutti era nota la sua quasi proverbiale onestà. Ecco perché la sua morte ha suscitato così grande clamore e ha fatto sorgere non pochi interrogativi; perché già dalla fine del 2011 Belaid aveva ricevuto minacce di morte ma nulla era stato fatto per proteggerlo adeguatamente”.

Ciononostante, aggiunge l’interlocutore della MISNA, in Tunisia era già in atto una crisi politica significativa e da almeno due giorni, prima quindi dell’agguato mortale di ieri, il primo ministro Hamadi Jebali ventilava la carta del rimpasto di governo e della formazione di un esecutivo tecnico. “Hamadi ha dato l’annuncio ufficiale ieri – dice il missionario – ma non legherei il cambio di governo con la morte di Belaid”.

Negli ultimi mesi, più volte il governo è stato costretto a confrontarsi con la piazza. Proteste si sono avute negli stessi luoghi da cui due anni fa erano partite le rivolte che avrebbero poi costretto alla fuga l’allora presidente Zine el Abidine Ben Ali.

“L’economia è ancora in fase di stagnazione – dice ancora padre Ramon – lo sviluppo promesso non è ancora arrivato e la disoccupazione tra i giovani è alta. D’altra parte, in questi mesi non si è arrivati all’elaborazione di una Carta costituzionale che dovrebbe poi condurre a nuove elezioni; il governo si è concentrato su aspetti formali, seppure importanti, su questioni relative alla religione, ma non ha ancora risolto i nodi dell’economia; al contrario l’opposizione non è mai stata così unita”.

Per capire cosa sta avvenendo in Tunisia, conclude il missionario, “occorre dunque tener presente questi fattori e questo sfondo”. Una situazione molto fluida, con posizioni diverse all’interno stesso della compagine di governo che l’omicidio di Belaid ha ulteriormente complicato.

Fonte: http://www.misna.org
7 febbraio 2013

CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+

Lascia un commento