Oggi piangiamo Toni Fontana, inviato di guerra e operatore di pace
Flavio Lotti
Toni era un giornalista, inviato di guerra e operatore di pace. Ce l’ha raccontate tante volte dalle colonne de L’Unità, come tutti dovrebbero, ma pochi sanno fare.
Toni era un giornalista, inviato di guerra e operatore di pace. Ce l’ha raccontate tante volte dalle colonne de L’Unità, come tutti dovrebbero ma pochi sanno fare. Mettendo al centro la vita delle persone e la loro dignità violata. Toni non odiava solo la guerra: non sopportava le ingiustizie, i soprusi, le violazioni dei diritti umani. Quelle lontane che aveva visto di persona nel mondo e quelle vicine, quelle di casa nostra, quelle che per esempio stanno rendendo irriconoscibile il “suo” e il “mio” Veneto. Toni era un vero cittadino del mondo, uno di quelli che hanno le radici ben piantate nella terra natia ma che non conoscono confini e frontiere. Uno di quelli per cui gli uomini sono davvero tutti uguali (e fratelli). Toni aveva dei valori. E li viveva con quel coraggio e quella coerenza che rendono “speciale” ogni persona che li possiede. Toni faceva il giornalista. Uno di quelli con la schiena dritta, uno di quelli che non hanno mai smesso di cercare quello che gli altri non raccontano, le storie delle vittime, l’impegno generoso della società civile, lo sforzo di reagire della gente comune alla violenza e all’ingiustizia. Toni sapeva dare voce a chi non ha voce. Lo ha fatto tante volte anche camminando al nostro fianco, raccontando la Marcia Perugia-Assisi, le Assemblee dell’Onu dei Popoli e il movimento per la pace. Amava la politica ed era seriamente preoccupato per la sua crisi profonda. Ed era impegnato a cambiarla in un modo semplice: facendo bene, con passione e coerenza, il suo mestiere di giornalista. Grazie Toni. Te ne sei andato troppo presto. Ma noi della Tavola della pace non ti dimenticheremo.
Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della pace
Perugia, 1 settembre 2010