Oggi al Parlamento Europeo la Direttiva della Vergogna
La redazione
Oggi 18 giugno 2008 verrà presentata al Parlamento Europeo la Direttiva sulla detenzione ed espulsione delle persone straniere. La Campagna “No alla Direttiva della Vergogna” si sta battendo affinché i parlamentari europei non la approvino.
Sono già più di 40 mila i firmatari della Campagna “No alla Direttiva della Vergogna” , direttiva che apre la strada a una mera politica di reclusione dei migranti, legittimando un orientamento antitetico ai valori che hanno fondato e costruito l’Europa.
Già a partire dal 2002 l’Unione Europea si è preoccupata di “armonizzare” la legislazione comunitaria sulle espulsioni e la detenzione degli stranieri in situazione irregolare, nell’ambito di programmi di lotta contro l’immigrazione clandestina. Secondo la procedura di co-decisione adottata per l’adozione della direttiva, la Commissione Europea trasmette la proposta al Parlamento Europeo e al Consiglio: il parere del Parlamento, in questo caso, è vincolante sullo stesso piano di quello del Consiglio.
Il contenuto della direttiva, per quanto evoluto grazie all’apporto della Commissione delle Libertà del Parlamento rispetto alla proposta iniziale della Commissione nel 2005, comprende ugualmente un’istituzionalizzazione delle espulsioni e della detenzione degli stranieri. Allineandosi agli standard dell’Europa del Nord, è prevista una detenzione di lungo corso (18 mesi) e misure di espulsione unite a un divieto di reingresso sistematico. In aggiunta i livelli di protezione contro questi strumenti sono alquanto limitati: solo due categorie sembrano relativamente protette: i minori non accompagnati e le persone malate.
Ad un occhio critico il sistema di detenzione appare di durata smisurata: tale detenzione di controllo è destinata non a lasciare le persone il tempo strettamente necessario all’organizzazione della loro espulsione, quanto a consentire un vero e proprio “internamento amministrativo”, innalzandolo addirittura a norma comunitaria.
Invitiamo tutti coloro che non intendono legittimare una criminalizzazione istituzionalizzata dello straniero in Europa a firmare l’appello della Campagna “No alla Direttiva della vergogna”, di cui riportiamo il testo integrale qui sotto, sul sito www.direttivadellavergogna.org.
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18 giugno 2008 sottoposta al Parlamento Europeo la nuova proposta di direttiva europea sulla detenzione ed espulsione degli stranieri.
Dal 1990 in poi, la politica europea dei singoli governi in materia d'immigrazione e di asilo si é tradotta in una limitazione continua delle garanzie e delle protezioni fondamentali delle persone cui si rivolge. L'Europa si trasforma in una fortezza inaccessibile attraverso la predisposizione di mezzi spropositati per impedire l'accesso nel suo territorio ed espellere degli immigrati illegali.
L'adozione di questa proposta di direttiva porterebbe a una vera e propria regressione.
Prevedendo una detenzione massima di 18 mesi per le persone colpevoli solamente di voler vivere in Europa, questa proposta contiene in sè una logica disumana : la generalizzazione di una politica di reclusione degli stranieri diventerebbe quindi la norma nella gestione dei migranti.
Instaurando un divieto di reingresso in Europa per 5 anni per tutti gli stranieri espulsi, questa proposta di direttiva stigmatizza gli immigrati illegali e li trasforma in delinquenti da escludere.
La proposta di direttiva presentata al Parlamento é la prima in questa materia, oggetto di una procedura di co-decisione con il Consiglio dei Ministri. Il Parlamento ha finalmente la possibilità di bloccare questa politica restrittiva e repressiva, contraria ai valori umani che sono alla base del progetto europeo, cui danno senso.
I parlamentari europei hanno in questo momento una responsabilità storica : reagire per non far rivivere all'Europa quei periodi oscuri della segregazione fra cittadini e indesiderabili con l'applicazione sistematica dei campi e dell'espulsione forzata.
Invitiamo i parlamentari europei ad assumersi le loro responsabilità e a rifiutare questa proposta di direttiva.