Obama, no ai tagli della difesa Nato


Simone Pieranni - il Manifesto


Secondo Obama il caso ucraino dimo­stre­rebbe che «la libertà non è gra­tis», ma si paga. E a riscuo­tere sareb­bero sem­pre loro, gli Stati uniti. Que­sta volta su due fronti, quello delle spese della difesa, vedi gli F35 all’Italia, e per­fino quello del gas.


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Il pre­si­dente degli Stati uniti arriva a Roma, dove incon­trerà il Papa, dopo un impor­tante incon­tro a Bru­xel­les circa la coo­pe­ra­zione tra Usa e Unione euro­pea, ter­mi­nato con un discorso che ha esal­tato i «gio­vani ucraini scesi in piazza con­tro il governo cor­rotto di Yanu­ko­vich», dimen­tico forse della com­po­nente neo­na­zi­sta che ha deter­mi­nato mili­tar­mente l’esito di quelle proteste.

Il pre­si­dente degli Sta­tes, accu­sato in patria di essere troppo attento ulti­ma­mente alla stra­te­gia «pivot to Asia» (da notare che anche il pre­si­dente cinese Xi Jin­ping sta svol­gendo un tour euro­peo, tutto basato su con­tratti com­mer­ciali) e poco incline a dedi­carsi al rap­porto, un tempo pri­vi­le­giato, con la vec­chia Europa, ha usato toni da mae­stro che torna sui ban­chi di scuola per richia­mare all’ordine gli alunni.

Obama ha ricor­dato gli impe­gni dei paesi dell’Alleanza circa la neces­sità di difen­dersi, senza man­care di ricor­dare la rile­vanza di quei paesi ex patto di Var­sa­via, che hanno la neces­sità di armarsi più di altri. Secondo Obama il caso ucraino dimo­stre­rebbe che «la libertà non è gra­tis», ma si paga. E a riscuo­tere sareb­bero sem­pre loro, gli Stati uniti. Que­sta volta su due fronti, quello delle spese della difesa, vedi gli F35 all’Italia, e per­fino quello del gas. Alla fine, infatti, la crisi ucraina potrebbe gio­care a favore pro­prio delle riserve di gas ame­ri­cano che Obama ha uffi­cial­mente decre­tato «a dispo­si­zione dei paesi euro­pei». Un deci­sio­ni­smo, quello di Obama, che secondo i suoi cri­tici è spesso mancato.

Rispetto all’Europa, poi, gli Stati uniti anche con la guida Obama, sem­brano per­cor­rere quella stra­te­gia neo­con che vede una «Nuova Europa», for­mata dagli allet­tanti paesi dell’est e una «Vec­chia Europa», più riot­tosa a sot­to­stare ai dik­tat di Washington.

In primo luogo, la Nato. Obama ha sot­to­li­neato l’importanza delle spese per la difesa, dicen­dosi anzi «pre­oc­cu­pato» per il calo di tali voci nei bilanci nazio­nali. Per que­sto, con­trol­lerà i com­piti a casa, come forse direbbe Renzi: La Nato – ha spe­ci­fi­cato Obama — «è la pie­tra ango­lare della sicu­rezza degli Usa e dell’Europa e al cen­tro c’è l’articolo 5 per la difesa col­let­tiva». Ci sono «paesi pic­coli e grandi, ma sono tutti uguali» quando si tratta di difen­derli e ci sono piani per tutti. Per que­sto, ha aggiunto Obama, «ho chie­sto che la pros­sima set­ti­mana i mini­stri Nato veri­fi­chino se i piani sono aggiornati».

E chi più di altri dovrebbe pre­oc­cu­parsi delle pro­prie spese mili­tari? I vicini di casa, non­ché ex alleati dei russi, a con­fer­mare come il piano di espan­sione a est della Nato, non sia solo un sospetto dei cri­tici nei con­fronti del pre­si­dente Usa. L’Alleanza – infatti — dovrebbe «fare di più per garan­tire una nor­male pre­senza della Nato in quei paesi che si pos­sano sen­tire vul­ne­ra­bili», aggiun­gendo che un’azione del genere «potrebbe essere ese­guita con le nostre capa­cità attuali». Il pre­si­dente Usa ha poi sot­to­li­neato che un’adesione di Ucraina e Geor­gia alla Nato non è una pro­spet­tiva imme­diata, men­tre con­ti­nue­ranno le eser­ci­ta­zioni con i paesi ex patto di Var­sa­via: Public Order 2014 si svol­gerà con la poli­zia mili­tare polacca, paese tra i più vicini in que­sto momento agli Usa, come con­fer­mato dalla visita di Biden che ha riba­dito l’ok al pro­se­gui­mento dello scudo spa­ziale. Infine c’è l’operazione Sud 2014 con le fan­te­rie di mon­ta­gna di Roma­nia e Moldova.

E a pro­po­sito di sce­nari di guerra, ancora ieri il Pen­ta­gono si è detto allar­mato per la pre­senza di decine di migliaia di sol­dati russi nei pressi della fron­tiera orien­tale ucraina.

C’è poi il non secon­da­rio discorso ener­ge­tico: la crisi ucraina rischia di lasciare all’Europa un pro­blema ingente con la for­ni­tura di gas dalla Rus­sia, ne sanno qual­cosa a Kiev. Per que­sto Usa e Ue hanno rila­sciato una dichia­ra­zione con­giunta, secondo la quale «la situa­zione in Ucraina dimo­stra la neces­sità di raf­for­zare la sicu­rezza ener­ge­tica in Europa. Per que­sto stiamo valu­tando nuove col­la­bo­ra­zioni per rag­giun­gere que­sto obiettivo».

Ue e Usa accol­gono «con favore la pro­spet­tiva di espor­ta­zioni future di gas natu­rale lique­fatto dagli Usa: l’Europa e altri part­ner stra­te­gici bene­fi­ce­ranno di ulte­riori for­ni­ture a livello glo­bale». Usa e Ue «con­cor­dano sull’importanza di rad­dop­piare gli sforzi tran­sa­tlan­tici a soste­gno della sicu­rezza ener­ge­tica europea».

Fonte: www.ilmanifesto.it
26 marzo 2014

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