Il nostro pensiero alle donne afghane
Luca Soldi di Prato
Cari amici de La Tavola, complice quel mondo a cui fa comodo far tornare l’Afghanistan il Paese che destabilizza l’area, i talebani stanno risalendo da ogni dove verso le strade che portano a Kabul. Ogni resistenza è vana. Tutto appare inutile. La corruzione, la mala gestione sono i loro migliori complici. Sono questi i mali […]
Cari amici de La Tavola,
complice quel mondo a cui fa comodo far tornare l’Afghanistan il Paese che destabilizza l’area, i talebani stanno risalendo da ogni dove verso le strade che portano a Kabul.
Ogni resistenza è vana. Tutto appare inutile.
La corruzione, la mala gestione sono i loro migliori complici.
Sono questi i mali che si fanno alleati di quelle milizie che parevano scomparse e che attanaglia e mina quelle fragili fondamenta che oggi si accartocciano, città dopo città.
Ed in questo tempo così veloce che pare spazzare tutto il pensiero corre alle donne afghane, a quante con fatiche immani si erano scrollate di dosso secoli di prevaricazioni ed ingiustizie.
Alla loro primavera di riscatto.
Il pensiero va a tutte le donne di Kabul che ormai raccontano delle ultime speranze per una società che non era certo la migliore ma che di sicuro sarà stata ben oltre di quella che i talebani vogliono riproporre.
Sono di certo loro le vittime sacrificali più evidenti di questo rigurgito che ha preso la forma di una marea inarrestabile.
Il pensiero va alle loro energie che si vuole annientare.
Il pensiero corre a quelle dita “marchiate” d’inchiostro ed esibite con tanto orgoglio.
Alla voglia di studiare, di lavorare, di pensare, d’intraprendere, di scrivere, d’insegnare.
Di esser parte di un mondo che oggi sembra andare di nuovo verso il buio.
Un caro saluto
Luca Soldi ( Prato)