No Tav, segni di distensione “Protesta senza violenze”


Meo Ponte


I capi del movimento spiegano le “regole d’ingaggio”: “Domenica a Chiomonte marcia pacifica, chi ha passamontagne o oggetti pericolosi si mette contro di noi. E se ci fermano torniamo indietro”.


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No Tav, segni di distensione "Protesta senza violenze"

Segnali di distensione dalla Val Susa. La riunione dei responsabili dei comitati No Tav di mercoledì sera si è pronunciata per una manifestazione pacifica. Luigi Casel, uno dei leader storici del movimento, è intervenuto nel dibattito proprio in questo senso. "Mi pare di ricordare  –  ha detto Casel  –  che questa manifestazione fosse ritenuta da tutti necessaria per provare ad invertire una sensazione di frustrazione generale che aveva colto il movimento dopo un'intensa estate di lotta. In più si riteneva fondamentale portare all'attenzione l'illegalità delle recinzioni e delle azioni intraprese da Virano e soci. Si era deciso insieme di costruire la manifestazione attraverso un percorso di disobbedienza che non prevedeva azioni che potessero essere lette con lo strabismo solito dei media. In soldoni, una manifestazione che, con l'evidente obiettivo simbolico del taglio delle reti, si svolgesse a volto scoperto e senza che nessuno alzasse mano per lanciare qualsivoglia oggetto (petardi, pietroline ecc.) verso le forze dell'ordine…".

Dopo le decisioni prese dal Comitato per la sicurezza e l'ordine pubblico e soprattutto considerando l'atteggiamento della Procura della Repubblica, che ha spiegato che chiunque domenica dovesse tentare di tagliare la recinzione Ltf sarà arrestato, il movimento valsusino sembra assumere toni più morbidi.
Ieri sera a Villardora l'indirizzo dettato dai capi dei comitati è stato valutato dall'assemblea popolare. Sostanzialmente, come anticipato da


Casel, quelle che gli stessi No Tav definiscono "regole d'ingaggio" sono sostanzialmente riassunte in tre punti. Il primo riguarda la necessità di fare comunque la manifestazione, il secondo specifica che deve essere una manifestazione popolare, tutti a volto scoperto e senza nessun gesto violento che possa in qualche modo far intervenire polizia e carabinieri, il terzo è una specie di ultimatum ai violenti. "Vogliamo che sia una dimostrazione pacifica  –  ha detto Alberto Perino  –  Una disobbedienza civile alla Martin Luther King. Niente passamontagne né oggetti pericolosi: solo le nostre bandiere. Chi non si attiene a queste regole si pone al di fuori del movimento". Lo scopo, ha aggiunto il leader dei No Tav, sarà raggiungere le reti del cantiere e tentare di tagliarle simbolicamente: "Se non ci faranno passare, torneremo indietro".

Apparentemente quindi domenica non ci dovrebbero essere incidenti intorno al cantiere di Ltf. "Il problema però  –  spiegano in questura  –  restano le frange estreme del movimento che potrebbero non essere disposte a seguire le indicazioni dei comitati e dell'assemblea popolare".

Il dispositivo di sicurezza organizzato dalle forze dell'ordine prevede una "zona rossa" di 1000 metri intorno alle recinzioni di Chiomonte, la rimozione degli ostacoli sulla strada, il "filtro" nei confronti di chi sale verso la valle, il divieto di portare cesoie, lo schieramento di quasi milleseicento uomini. Misure che hanno avuto un certo effetto. Tanto che lo stesso Luigi Casel ammette: "Alla mia età e dopo tanti anni non sono disposto a rinunciare alla dignità delle nostre ragioni e delle nostre emozioni. Questo non vuol dire che voglio andare in prigione o farmi picchiare. Ho una vita con mille problemi, gioie e dolori e vorrei continuare a viverla per quello che è".
E ormai tutti (moderati ed estremisti) in Val di Susa sanno che tentare di forzare la "zona rossa" comporta il rischio di finire la domenica in una cella.

Fonte: http://torino.repubblica.it/
21 Ottobre 2011

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