Nairobi, il circo in baraccopoli: Stefano e Lapo maestri di giocoleria
Mauro Sarti
Sono arrivati dall’Italia invitati dalla comunità Koinonia per insegnare ai ragazzini di strada degli slum di Nairobi l’arte circense: clave, palline, acrobazie, equlibrismi… “Questa per la loro è una grande passione, tanto più che la giocoleria richiede un continuo rapporto con gli altri, il confronto, la sfida, la fiducia reciproca”. Una scuola di vita.
NAIROBI – Appena messo piede a Nairobi si sono presi una bella insolazione. Troppo sole, troppo caldo, troppa fatica dieci ore di lavoro al giorno per insegnare ai ragazzi della baraccopoli di Kibera, una delle più grandi dell’Africa sotto l’equatore, a giocare con clave e palline, sperimentare equlibrismi spettacolari e prove di forza acrobatiche. Stefano e Lapo sono arrivato dall’Italia per insegnare la loro arte ai ragazzini di strada di Nairobi, maestri di giocolieria prestati per qualche mese ad un progetto di animazione rivolto soprattutto a quei giovani che, acrobati della vita, sentono nel sangue anche la passione del circo, delle acrobazie, dello spettacolo di gruppo.
Stefano Bertelli e Lapo Botteri, toscani entrambi di 31 anni, sono stati chiamati da padre “Kizito” Sesana e dalla Comunità Koinonia di Nairobi per un progetto davvero singolare: insegnare giocoleria e arti circensi ad un gruppetto di ragazzini dello slum di Kibera, e delle altre baraccopoli di Nairobi. Un’arte che non è estranea alla cultura dei giovani africani, amanti di quei “talent-show”, spettacoli dei talenti, che mettono in scena in maniera improvvisata anche solo per dare il benevenuto alle persone che li vanno a trovare nelle loro disperate baraccopoli. Ma l’arte della giocoleria non è cosa facile, e soprattutto richiede tempo e dedizione. Ecco allora che i due “maestri” sono volati a Nairobi per qualche mese, affiancando la scuola di giocoleria anche a corsi per acrobati che già sono dei professionisti: “E’ un’esperienza bellissima quella che stiamo vivendo, a contatto con delle persone che hanno enormi doti fisiche ma che devono ancora affinare molto le loro tecniche di giocoleria – racconta Stefano, che in provincia di Pisa è animatore di Antitesi Teatro Circo di Vicopisano (www.antitesiteatrocirco.it) -. Molti di loro già conoscono i rudimenti della giocoleria, ma ancora devono crescere… E noi ci siamo presi il compito di dargli una mano”.
Uno, due, tre… le clave volano in aria come siluri, velocissime e dritte, i ragazzi sorridono mentre le fanno volteggiare in cielo, e si vede che il gioco gli piace. Applausi dal pubblico, mentre si consuma una festicciola per l’inaugurazione di una nuova struttura per disabili nella baraccopoli di Kibera. Saltano e si contorcono nei loro improvvisati abiti di scena: “E’ un bel modo per farli stare insieme, per farli divertire – continua Stefano, che con Lapo (www.circotascabile.it) alloggia a Kibuli, in un altro slum dove Koinonia gestisce una comunità – e poi imparano molto più in fretta dei ragazzi italiani che sono troppo pieni di distrazioni consumistiche per impegnarsi a dovere nell’arte circense… Questa per la loro è una grande passione, tanto più che la giocoleria richiede un continuo rapporto con gli altri, il confronto, la sfida, la fiducia reciproca”. L’arte circense come scuola di vita, acrobati nella vita e nel gioco, i bambini di strada di Kibera stanno anche imparando a fare gli attori, a mettere in scena le loro acrobazie, a giocare con il pubblico, a strappare la risata: “Non è semplice, ma ci stiamo provando. Imparano in fretta questi ragazzi, e per noi che viviamo in questo periodo accanto a loro è un’esperienza di arricchimento. E’ la prima volta che facciamo una cosa del genere, abbiamo capito che non sarà l’unica”.