Morte accidentale di un missionario
Francesco Peloso
L’uccisione nelle Filippine di padre Fausto Tentorio – missionario del Pime – fa notizia. Anzi, no.
In principio fu l’Islam, lo scontro di civiltà, il ritorno sulla scena del network terroristico più famoso al mondo: il franchising marchiato Al Qaeda nella sua versione filippina. In questo caso i gruppi separatisti islamici dell’isola di Mindanao, Filippine. La mattina del 17 ottobre si diffonde prima sulle agenzie poi sui siti web la notizia che un missionario, padre Fausto Tentorio, era stato ucciso. Non è una novità: in Africa e America Latina cadono sacerdoti e missionari, laici e laiche appartenenti a congregazioni religiose, e non fanno notizia. Vengono ammazzati spesso da ladri e delinquenti comuni a volte per le battaglie che conducono. Ma il caso di Mindanao rompe la cortina del silenzio: le agenzie non lo dicono subito – non ci sono ancora conferme – ma insomma, banditi e gruppi islamici sono lì, la cosa del resto è nota, già nel 2007 un altro missionario, padre Giancarlo Bossi, venne sequestrato e poi rilasciato. Padre Tentorio diventa suo malgrado ‘una notizia’, l’informazione procede per cerchi concentrici, si attende una fonte della Chiesa locale, del governo, che indichi il colpevole annunciato. Poi qualcosa s’inceppa, il meccanismo si blocca d’improvviso, la notizia avrà un po’ di spazio l’indomani, ma in qualche modo si sgonfia. Cosa è successo?
Il missionario italiano morto a Mindanao non aveva nulla a che vedere con i gruppi islamici indipendentisti – che di fatti, comprendendo dove si sta andando a parare, emettono in fretta e furia un comunicato di condanna dell’omicidio – anzi: padre Tentorio è un difensore delle popolazioni indigene, dei poveri, si batte contro imprese multinazionali che vogliono sfruttare senza pietà il territorio per interessi minerari, è la caccia violenta alle materie prime. E poi emergono altri particolari: a commettere l’assassinio sarebbero stati sicari professionisti, da ultimo si pensa a un’implicazione diretta delle forze armate. Padre Tentorio era contro i gruppi paramilitari e l’esercito che stazionava nella zona, accoglieva guerriglieri comunisti feriti, stava con le tribù. Ma per lui, a quanto pare, non si sono levate le alte grida per la libertà religiosa ferita, per i cristiani perseguitati, e via dicendo. Frattini non ha protestato. E pensare che a diffondere una versione alternativa dell’accaduto, era stata l’agenzia vaticana Fides. Buffo, no? I cantori del cristianesimo offeso sono rimasti muti come pesci.
Fonte: Il Mondo di Annibale
20 ottobre 2011