Morgantini: urgente moratoria, trasparenza e principio di precauzione
Luisa Morgantini
La plenaria del PE a Strasburgo ha votato ieri la risoluzione su armi all’uranio impoverito. Intervento in plenaria della Morgantini, Vicepresidente del Parlamento Europeo.
Strasburgo 21 maggio 2008
“Considero fuori luogo e cinico qualsiasi richiamo alla real politik quando si tratta di temi fondamentali come la salute dei cittadini, su cui non sono ammesse ignavie, negligenze né segreti di stato:
l'uso di armi all'uranio ha conseguenze devastanti e irreparabili ed è una violazione della legge umanitaria internazionale.”- ha dichiarato Luisa Morgantini Vice Presidente del Parlamento Europeo intervenendo nella plenaria di Strasburgo in occasione del dibattito richiesto dall’interrogazione orale a Consiglio e Commissione Ue sull’uranio impoverito di cui la stessa Morgantini è stata una delle relatrici.
“ Solo in Italia per l'Anavafaf, l'associazione che tutela le vittime in uniforme vi sono stati almeno 50 casi di decessi a causa dell’uranio impoverito ma la cifra e' sicuramente inferiore alla realtà: recentemente l’ex ministro della Difesa ha parlato di 77 morti, mentre i malati oscillano tra alcune centinaia e circa 2.000.
Oltre 2000 tonnellate di uranio impoverito utilizzate dal 1991 al 2003; attualmente il 70% del territorio dell'Iraq è contaminato e ancora oggi non si conosce con certezza l'ammontare dei costi umani, orribili, dell'uranio impoverito: ho visto con i miei occhi in Iraq, nell’ospedale di Bassora i corpi deformi di bambini.
Migliaia sono i civili senza nome che hanno continuato a vivere e a morire nei territori contaminati dalle radiazioni dell'uranio, in Iraq, in Afghanistan, nel Kosovo, in Bosnia o in Somalia, inconsapevoli della loro sorte e dei loro tumori: nell'atto dell'esplosione, infatti, i proiettili all'uranio impoverito, irradiano polveri sottili altamente contaminanti, inquinano irreparabilmente aria, suolo e falde acquifere, penetrano nel sistema respiratorio e nei polmoni, e accrescono le probabilità di affezioni tumorali, del morbo di Hodkin, di leucemia, tumori del sangue o malformazioni.
Eppure sin dal 2001, il Parlamento Europeo aveva chiesto l'introduzione di una moratoria nell'uso di questo tipo di armi, ribadito poi anche nel 2006 con l'adozione della risoluzione su armi chimiche e armi disumane convenzionali.
Il primo novembre 2007 una risoluzione Onu esortava gli Stati membri delle Nazioni Unite ad esaminare i danni alla salute provocati dall'uso di munizioni all'uranio: hanno votato contro ben sei Paesi tra cui gli Usa e Israele, ma anche purtroppo alcuni Stati Membri dell'Unione Europea, Inghilterra, Francia, Repubblica Ceca e Paesi Bassi: avrebbero invece dovuto seguire l'esempio del Belgio che primo al mondo nel marzo del 2007 ha deciso il bando completo dell'uranio impoverito a causa della sua elevata tossicità.
Con altri colleghi ho voluto fortemente questo dibattito affinché si ribadisca ancora una volta chiaramente che l'uso di uranio impoverito a fini bellici è contrario alle norme e ai principi basilari del diritto internazionale umanitario e ambientale.
Le gerarchie militari, gli Stati, l'industria bellica, hanno le loro responsabilità: omissioni e segreti militari, mancata attuazione delle norme di protezione e del principio precauzionale, negazione degli indennizzi agli ammalati contribuiscono a insabbiare la pericolosità dell'uranio e la possibilità di evitare tante morti.
Per questo ribadisco le richieste presentate da questa interrogazione sull'urgenza di: garantire la massima trasparenza, inventariando le aree contaminate e risanando i tanti siti inquinati; applicare il principio di precauzione, conformemente al diritto dell'Unione europea, e soprattutto introdurre una moratoria nell’uso di armi all'uranio impoverito che porti al bando totale, come dovrebbe essere fatto per le cluster bombs, lanciate in misura massiccia e contro ogni diritto umanitario in Libano, proprio nella fase finale dell’ultima guerra da parte di Israele.
Dobbiamo quindi agire e agire con estrema decisione in primo luogo nei confronti di chi specula con questo mercato di morte, tra cui banche anche europee (tedesche, francesi e una italiana, oltre alle molte statunitensi, secondo l'Ogn belga Netwerk Vlandereen -"Too risky for business – Financial Institutions and Uranium weapons). Ringrazio il Consiglio e la Commissione per le risposte che hanno dato nel corso del dibattito e anche per quello che faranno in futuro per vederci liberi dall’utilizzo delle armi all’uranio impoverito”.
Per informazioni Luisa Morgantini: Ufficio Roma 0039 06 69 95 02 17
www.luisamorgantini.net; luisa.morgantini@europarl.europa.eu