Missili e Sharia. La politica internazionale lungo la Durand Line
Duilio Giammaria
E’ certamente uno dei luoghi più insidiosi del mondo. La frontiera tra Afghanistan e Pakistan disegnata da Sir Durand era già un capolavoro di “realpolitik”…
E’ certamente uno dei luoghi più insidiosi del mondo. La frontiera tra Afghanistan e Pakistan disegnata da Sir Durand era gia un capolavoro di “realpolitik” che teneva conto delle difficoltà di far entrare in un sistema nazionale tribù da sempre autocraticamente governate. E’ uno dei rompicapo che si trova sul tavolo della politica estera Barak Obama e con lui tutti i leader e i ministri degli esteri che hanno truppe o interessi in quello “scacchiere”.
Due fatti concomitanti rendono bene l’dea della complessità dello scenario:
1° La trattativa in corso tra il governo di Islamabad in cambio di una tregua con le milizie filo talebane ha stabilito l’instaurazione della legge islamica (Sharia) nei territori del Nord.
2. Un drone statunitense ha lanciato, come ormai di frequente anche con la nuova amministrazione americana, alcuni missili contro presunte basi di militanti nell’area tribale del Waziristan.
Due eventi in apparente contraddizione. Una strategia di bastone e carota: da una parte si attaccano i santuari della guerriglia “al-quaedista”, dall’altro si cerca un intesa con le tribù.
Di fatto una strategia per separare la rivolta pashtoon da quella jiadista di Al Quaeda.
Ciò avviene all’indomani della visita nella regione dell’inviato della Casa Bianca Richard Holbroke. E’ questa una prima conseguenza del “new deal”? nella regione?
Indubbiamente l’elezione di Barak Obama consente un cauto ottimismo, ma come sempre, le aspettative creano una “finestra di opportunità” che andrà rapidamente esaurendosi nei prossimi mesi se non ci saranno effettivi miglioramenti nella situazione della polveriera dell’Asia Centrale.
di Duilio Giammaria, inviato Rai
Fonte: Articolo21
17 febbraio 2009