Missile nordcoreano. Scontro all’Onu sulle sanzioni


Umberto De Giovannangeli - L'Unità


La risposta ferma e unanime chiesta da Obama non è arrivata. La sfida nordcoreana divide il mondo. Una divisione che si manifesta al Consiglio di Sicurezza dell’Onu: non c’è accordo su una risoluzione.


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Missile nordcoreano. Scontro all’Onu sulle sanzioni

Kim spacca i Grandi. Il consiglio di sicurezza dell’Onu, dopo tre ore di acceso dibattito, non ha trovato un accordo sulle misure contro la corea del nord nonostante le durassime  proteste di USA, Giappone e Corea del sud (più i loro alleati) e Kim Jong-il strappa un altro punto a suo favore, dopo il lancio del razzo di domenica. Anche se la messa in orbita del satellite sperimentale sembra a tutti gli effetti non riuscito, il “caro leader” ha dimostrato enormi progressi dopo il flop di luglio 2006 ( il razzo esplose dopo 40 secondi), sotto l’aspetto tecnologico con il vettore sparato a oltre tremila chilometri di distanza.
” I vari paesi condividono la visione secondo cui l’azione nordcoreana ha gravi effetti sulla stabilità e sicurezza della regione. Tuttavia, vi è una certa differenza su come affrontare la situazione”, ha rivelato il ministro degli esteri giapponese, Hirofumi Nakasone,. Cina e Russia condividono i timori, ma “appaiono caute”, ha aggiunto diplomaticamente Nakasone, alle prese con una giornata di colloqui con i suoi omologhi dei paesi che occupano i seggi permanenti ( e con il diritto di veto) del consiglio di sicurezza; Usa, Cina, Russia, Regno Unito e Francia. Pechino e Mosca hanno subito invitato alla “moderazione”, e alla “risposta appropriata” visto che si tratta – così almeno sembrerebbe – del lancio di un satellite.
Insomma, Pyongyang ha bloccato la prima onda d’uto. Con il Giappone, d’intesa con Washington e Seul, che invece puntava a nuove e pesanti sanzioni. In attesa che si sblocchi lo stallo, con la ricerca di un compromesso, Tokio a preannunciato che venerdì deciderà l’adozione di nuove “linee guida” contro al corea del nord, mcome detto mdal capo di gabinetto Takeo Kawamura.
“E’ stata una chiara violazione” delle precedenti risoluzioni del consiglio, dichiara l’ambasciatrice americana Susan Rice. Un’ altra risoluzione “sarebbe la risposta più appropriata per una violazione di questa gravità – ha aggiunto – serve una chiara risposta dal Consiglio di Sicurexxa”.
Risposta che al momento non è arrivata. Spiazzando non solo Tokio e Washington, ma anche Parigi, schierata con la linea della fermezza. Prima della seduta del consiglio, l’ambasciatore francese all’Onu, Jean-Maurice Ripart, aveva sostenuto che l’obiettivo è di mettere a punto “una risposta forte” alla “provocazione” e ala “minaccia” nord-coreana, se possibile “con una condanna unanime”. Le dichiarazioni della Rice fanno seguito alla dura presa di posizione di Barak Obama. Il presidente americano, informato del lancio mentre si trovava a Praga per il vertice Ue-Usa, aveva parlato di “provocazione” sottolineando che la Corea del nord con questa sfida “ si è ulteriormente isolata dalla comunità delle nazioni”. L’Episodio, aveva aggiunto Obama, ha messo in evidenza l’importanza della lotta alla proliferazione nucleare e sollecita una “ forte risposta internazionale”. Le sanzioni in scadenza il 13 aprile, saranno rinnovate per una anno, rispetto ai mesi attuali, prevedendo ad esempio – in base alle discrezioni – l’abbassamento del limite delle  rimesse dei coreani filo nord che risiedono in Giappone. Poca roba, comunque, ai futuri tavoli negoziali di Kim Jamg-il. L’ ambasciator Giapponese Yukio Takasu ha chiesto “ una risposta chiara, unita e ferma”. “Grazie a dio – ha detto – nulla è precipitato sul Giappone, ma questo non cambia la situazione.
E’ stato un chiaro segno delle intenzioni della Corea del nord e una minaccia per la pace e la sicurezza, non solo del Giappone.  

Fonte: l'Unità

7 aprile 2009

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