Milano, Senza biglietto di ritorno: Incontro con Emiliano Bos
La redazione
Senza biglietto di ritorno. Volti di migranti, storie di profughi in fuga dalla povertà. Analizzare le cause degli attuali flussi migratori per considerare gli stretti collegamenti esistenti tra lo sviluppo sociale ed economico delle diverse aree del mondo. Parlare di migrazioni per tematizzare il concetto di interdipendenza e approfondire i “grandi squilibri” demografici, politici ed […]
Senza biglietto di ritorno.
Volti di migranti, storie di profughi in fuga dalla povertà.
Analizzare le cause degli attuali flussi migratori per considerare gli stretti collegamenti esistenti tra lo sviluppo sociale ed economico delle diverse aree del mondo. Parlare di migrazioni per tematizzare il concetto di interdipendenza e approfondire i “grandi squilibri” demografici, politici ed economici che caratterizzano l’odierna situazione mondiale.
Ogni anno milioni di persone sono costrette a migrare. La povertà, il degrado ambientale, l'assenza di pace e sicurezza, le violazioni di diritti umani che ne sono la causa, richiamano l’impegno e la nostra responsabilità per porre fine alla povertà attraverso il raggiungimento degli Obiettivi del Millennio.
Ne parliamo GIOVEDI' 27 MAGGIO 2010 ore 18.00 presso il Salone Clerici delle ACLI di Milano in Via della Signora 3
con Emiliano Bos giornalista inviato della Radiotelevisione Svizzera.
Di seguito alcune informazioni sull'ultimo libro di Emiliano Bos
"In fuga dalla mia terra" è un reportage di grandissima attualità, sulle tracce di uomini, donne e popoli che non si fermano davanti a nulla. Perché non possono, perché i luoghi da cui fuggono si chiamano Guerra, Fame, Miseria.
Emiliano Bos ha viaggiato in Senegal, Algeria, Yemen, Giordania, Turchia, Moldavia, Francia e altri Paesi, incrociando gli sguardi, il passo e le parole di "migranti", "profughi", "erranti", "irregolari". Ma non di "clandestini" (perché salvarsi la vita non può essere una colpa).
Si è imbarcato sulle piroghe che dal Senegal salpano per le Canarie, o inoltrato nel Sahara sui pick up, lle nuove navi del deserto; percorso la Moldavia delle madri in trasferta e sconfinato in Transnistria, il Paese che non c'è; ha incrociato le rotte dei pirati tra Corno d'Africa e lo Yemen di al Qaeda e condiviso l'attesa impotente di migranti d'ogni continente nelle "stazioni intermedie" delle migrazioni, Istanbul, sublime porta della Fortezza Europa, Calais con le sue baraccopoli a due passi dal sogno d'oltremanica, la Giordania, parcheggio per migliaia di profughi iracheni.
E ha scoperto che dopo i fatti di Rosarno -ma succedeva anche prima- si fugge dal nostro Paese. Un libro scritto con uno stile serrato e pulito, attento ai grandi movimenti migratori e ai dettagli più personali delle persone incontrate.
Per non perdere la rotta a ogni reportage è affiancata la sua "bussola", un quadro storico con fatti e numeri: per capire che i cosiddetti "flussi migratori" sono ormai "esodo", tumultuoso e inarrestabile.
"In fuga dalla mia terra. Storie uomini, donne e popoli che non si possono fermare" – 144 pagine 13,00 euro (Altreconomia edizioni 2010).
Emiliano Bos, giornalista, lavora alla Radiotelevisione Svizzera. Dal 1994 si occupa di guerre e pace nei Balcani, Medio Oriente e Africa, viaggiando e scrivendo. Suoi reportage sono stati pubblicati tra gli altri da L’Espresso, Famiglia Cristiana, Diario, Die Welt, East.