Massacro a Duma


L'Osservatore Romano


Ventisette morti tra i quali cinque bambini. La tragedia del Ghouta orientale sembra non avere fine.


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fotogramma - siria attacco - (180407) -- DAMASCUS, April 7, 2018 (Xinhua) -- Smoke rises after the Syrian army's shelling targeted the Douma district in Eastern Ghouta countryside of Damascus, Syria, on April 7, 2018. The Syrian army on Saturday stormed the frontlines of the Islam Army in the Douma district of the capital Damascus' Eastern Ghouta countryside, state news agency SANA reported. (Xinhua/Ammar Safarjalani) (Photo by Xinhua/Sipa USA) (Xinhua / IPA, DAMASCUS - 2018-04-08) p.s. la foto e' utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e' stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate

La tragedia del Ghouta orientale sembra non avere fine. Ieri, dopo dieci giorni di calma, nel sobborgo alle porte di Damasco si è consumato l’ennesimo massacro. I caccia sono tornati a colpire, nonostante l’accordo con i ribelli per l’evacuazione dell’area. Ventisette persone, tra cui cinque bambini, sono state uccise in raid su Duma. Ma non solo: l’esercito siriano ha avviato anche un’offensiva di terra.

Duma è l’ultima città in mano agli insorti nel Ghouta orientale, dove negli ultimi due giorni erano state interrotte le operazioni di evacuazione dei ribelli del gruppo Jaish Al Islam per dissidi nelle trattative in corso con le forze siriane e russe. A far scattare questi dissidi — secondo fonti siriane — sarebbero stati attacchi condotti dai ribelli contro zone del Ghouta in mano alle truppe di Assad. Fonti di polizia riferiscono che un bambino è rimasto ucciso e altri quindici civili feriti quando colpi mortaio lanciati da Jaish Al Islam sono piovuti sulle aree di Al Rabua e Masken Barza e in alcuni quartieri della capitale. Sempre ieri, una bomba è esplosa nei pressi di una moschea a Damasco, causando un morto e sei feriti.

L’agenzia Sana precisa che l’attentato è avvenuto nel quartiere di Barzeh, nel nordest della capitale, a poca distanza dalla moschea di Al Khansaa. Anche in questo caso, il governo siriano punta il dito contro i ribelli. Intanto, sul piano politico, il presidente francese, Emmanuel Macron, ha rivolto ieri un invito al presidente russo, Vladimir Putin, a fare pressioni sul regime siriano. In una conversazione telefonica, riferisce l’Eliseo in un comunicato, Macron «ha sottolineato la necessità di porre fine all’escalation militare registrata negli ultimi mesi per consentire la protezione della popolazione civile, la ripresa credibile dei negoziati su una transizione politica inclusiva e prevenire il ritorno dei jihadisti nella regione».

Macron ha, quindi, invitato il presidente russo a «esercitare pienamente la sua influenza sul regime siriano» per il conseguimento di tali obiettivi, auspicando che «il dialogo regolare e necessario tra la Francia e la Russia permetta, nei prossimi incontri bilaterali, di avanzare in maniera decisa verso una soluzione concertata in Siria».

7 aprile 2018

Osservatore Romano

 

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