Manifestazione nazionale per un’informazione e una cultura di pace. Roma, sede Rai, viale Mazzini


La redazione


"Non bastano più gli appelli e i convegni. Bisogna che tutti i cittadini consapevoli, i giornalisti, le organizzazioni della società civile responsabile, gli insegnanti, le scuole e gli Enti Locali si uniscano per dare voce alla domanda di cambiamento". Organizziamo insieme la manifestazione nazionale davanti alla Rai!


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Manifestazione nazionale per un’informazione e una cultura di pace. Roma, sede Rai, viale Mazzini

La Tavola della pace, riunita ad Assisi il 1 marzo 2008, ha deciso di promuovere una “manifestazione nazionale per un’informazione e una cultura di pace” da tenersi davanti alla sede della Rai di Roma. Non bastano più gli appelli e i convegni. Bisogna che tutti i cittadini consapevoli, i giornalisti, le organizzazioni della società civile responsabile, gli insegnanti, le scuole e gli Enti Locali si uniscano per dare voce alla domanda di cambiamento. Non vogliamo fare una manifestazione contro ma per il servizio pubblico. Non vogliamo puntare il dito solo sulla Rai ma sull’intero mondo dell’informazione. La vogliamo organizzare, in occasione del 60° Anniversario della Dichiarazione Universale dei diritti umani e della Costituzione italiana, nell’anno europeo del dialogo interculturale, insieme a tutti coloro che reclamano il rispetto dei diritti umani, per sé e per gli altri, a casa nostra e nel mondo e non sono mai rappresentati. La vogliamo fare non solo e non tanto per noi ma per le persone e i problemi di cui ci occupiamo. La vogliamo organizzare insieme ai giornalisti che vogliono dare voce alla pace. La vogliamo organizzare insieme a tutti i cittadini che vogliono un servizio pubblico libero ed efficace. La vogliamo organizzare insieme ai giornalisti che ancora oggi sono privati del loro contratto e spesso sono sottoposti al ricatto del precariato. La manifestazione di Roma non sarà il punto di arrivo ma di partenza di un rinnovato impegno comune per un’informazione e una cultura di pace. Tutti gli interessati sono invitati a far parte del comitato organizzatore che terrà la sua prima riunione nelle prossime settimane.

Hanno già dichiarato il proprio sostegno: il Coordinamento Nazionale Enti Locali per la pace e i diritti umani, la Federazione Nazionale Stampa Italiana, l’UsigRai – Sindacato Giornalisti Rai, Articolo 21, l’Associazione Ilaria Alpi e il Comitato per la libertà d’informazione.

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Non c’è pace senza un’informazione e una cultura di pace. La pace si nutre di una comunicazione e di un’informazione libera, plurale, attenta ai diritti umani e al bene comune, vicina ai bisogni vitali della persona, rispettosa della sua dignità. Eppure, nel nostro paese, spesso i grandi mezzi d’informazione –e purtroppo la stessa Rai- diffondono una falsa idea della pace che viene associata a inerzia, rinuncia, resa, rassegnazione, impotenza. Programmi, immagini, linguaggi e comportamenti irresponsabili trasmettono valori e modelli che compromettono le radici della cultura della pace e dei diritti umani, della responsabilità e della giustizia. Mentre si enfatizzano in modo ossessionante alcuni episodi di cronaca nera e si alimentano atteggiamenti di paura, di chiusura e di intolleranza, i veri grandi problemi delle persone e dei popoli, di casa nostra e del mondo, della guerra e della pace vengono per lo più ignorati sino a quando esplodono nelle forme peggiori. La narrazione della guerra e delle guerre è troppo spesso lontana dalla realtà, frutto di superficialità e palesi manipolazioni. In questo contesto, la parola viene sistematicamente negata agli operatori di pace: i loro appelli, le loro proposte e iniziative vengono sottaciute, nascoste, minimizzate, avvolte in un innocuo buonismo o deformate al punto da essere descritte come un attentato alla libertà e alla sicurezza.

Per questo abbiamo deciso di promuovere una “manifestazione nazionale per un’informazione e la cultura di pace” da tenersi davanti la sede della Rai di Roma e invitiamo tutti ad organizzarla insieme.

La Rai è un servizio pubblico. Un grande servizio pubblico che va cambiato, difeso e rafforzato. Un bene pubblico indispensabile per la nostra libertà, la nostra democrazia e per il nostro benessere. Noi la vogliamo più utile, bella e divertente. Per questo dobbiamo liberare la Rai dal controllo e dai condizionamenti del governo, dei partiti e dei poteri forti. Così come dobbiamo liberare l’informazione da tutti i conflitti d’interesse, dallo sfruttamento del lavoro precario dei giornalisti, dall’illegalità e dalle mafie.

La Rai innanzitutto e l’intero mondo dell’informazione devono mettersi al servizio della diffusione della cultura pace e dei diritti umani. Serve un forte investimento culturale corale per costruire un’Italia migliore in un mondo migliore, per promuovere una nuova scala di valori, per rafforzare i valori della nonviolenza, del rispetto degli altri, della solidarietà, della giustizia sociale, dell’equità, della partecipazione. Serve dare valore alle cose e ai comportamenti che contano. Alla Rai non basta l’apertura della sede a Nairobi. Serve una vera apertura al mondo e a quanti, tutti i giorni, s’impegnano per la pace e i diritti umani. Servono spazi reali quotidiani ed efficaci nei palinsesti. La Rai deve diventare il modello da seguire. Un esempio per tutto il mondo dell’informazione che deve essere chiamato ad assumersi le proprie responsabilità sociali.

Con questa manifestazione noi vogliamo denunciare la gravità della situazione e avanzare alcune proposte concrete. Alla vigilia del 60° anniversario della Dichiarazione Universale del Diritti Umani, nel 60° anniversario della Costituzione italiana, nell’Anno europeo del dialogo interculturale, in attuazione dei compiti che spettano al servizio pubblico radiotelevisivo e del suo contratto di servizio, noi chiediamo alla Rai di:
• portare la vita delle persone e la realtà del mondo in primo piano e in prima serata;
• definire una linea e una struttura editoriale denominata “La RAI per i diritti umani”, da sperimentare per almeno un anno, a partire dal momento in cui si svolgeranno le Olimpiadi di Pechino, per la promozione della cultura della pace, dei diritti umani e della nonviolenza;
• promuovere 10 prime serate-evento (tra queste il 10 dicembre 2008) dedicate ai grandi temi del nostro tempo;
• dedicare almeno 5 minuti, tutti i giorni, in prima serata, dopo il TG della sera, per far sì che ogni giorno la gente apra il cuore e la mente al mondo e alle persone che lo abitano imparando ogni sera una cosa speciale che può rendere migliore la nostra vita;
• realizzare una trasmissione settimanale, in prima serata, di alta qualità e di grande approfondimento sui diritti umani e sui temi più scottanti del mondo, della pace e della giustizia: una trasmissione per conoscere le sfide che ci coinvolgono e discutere le possibili soluzioni;
• abolire la pubblicità nelle fasce di programmazione dedicate ai bambini;
• garantire il pluralismo aprendo le porte ai costruttori di pace, alle organizzazioni della società civile e agli Enti Locali impegnati per la pace, la giustizia e la democrazia internazionale;
• attuare e rispettare il contratto di servizio garantendo massima trasparenza nella gestione dei soldi del canone.

Diamo voce alla pace e ai diritti umani. Invitiamo tutti i cittadini, i giornalisti, gli organi d’informazione, le organizzazioni della società civile, gli insegnanti, le scuole e gli Enti Locali a sostenere queste proposte e questi obiettivi. E’ urgente un cambio di mentalità e una più ampia assunzione di responsabilità.

Diamo voce alla pace e ai diritti umani. Non c’è bene più grande da promuovere e da difendere insieme. In Italia e nel mondo. Ora.

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