Macché Iraq libero, tornano le leggi talebane
vita.it
Tra due giorni ci saranno le prime “libere” elezioni parlamentari nel paese e il ministro della Giustizia annuncia l’approvazione di una legge che reintroduce i matrimoni per le bambini, la poligamia e lo stupro in famiglia.
Tornano i talebani in Iraq. Magari non proprio loro, ma le loro regole sì: la radio di Baghdad Al Musawat Radio ha infatti annunciato che presto diventerà legge una proposta presentata dal ministro della Giustizia Hassan al-Shimari. Le nuove norme riguardano il diritto di famiglia, e in particolare le donne, e secondo le anticipazioni diffuse costituiscono gravi violazioni dei diritti umani, prevedendo la possibilità del matrimonio per le bambine e legalizzando lo “stupro domestico”. Ne dà notizia Al Jazeera.
La legge, che si applicherà solo alla maggioranza sciita, riporta il paese indietro di almeno quindici anni. In Iraq infatti, dopo l’intervento occidentale, è stato approvato un corpus legislativo che colloca il paese tra i più liberali del Medio Oriente, almeno sulla carta; il matrimonio non è permesso prima del 18 anni (anche se è possibile scendere a 15 con il consenso degli interessati) e la poligamia è vietata. La nuova legge, pur senza esplicitare il permesso alle nozze per le bambine, fissa l’età minima per il divorzio a 9 anni, aggirando l’ostacolo. Inoltre legalizza lo stupro del marito sulla moglie, assegna automaticamente i figli di oltre 2 anni al padre in caso di separazione e ammette la poligamia in alcune circostanze.
“Si tratta di una grave violazione della Convenzione Onu per i diritti umani”, scrive Al Jazeera, che dà notizia di una protesta messa in atto da molte donne irachene sciite ma anche da alcuni leader religiosi moderati. La decisione di approvare la legge è vista da molti osservatori come una mossa dei radicali in vista delle elezioni parlamentari del prossimo 30 aprile, le prime dal marzo 2010, che dovrebbero porre fine allo stallo politico prolungato e alle dispute di lunga data all’interno del governo di unità nazionale.
Fonte: www.vita.it
28 aprile 2014