Maalula, Jihadisti anti-Assad attaccano cristiani
NEAR EAST NEWS AGENCY
Villaggio storico di Maalula in parte distrutto. Dodici suore ortodosse sequestrate. Mentre l’Onu accusa Assad di crimini di guerra e contro l’umanità.
Mentre l’Onu lancia nuove accuse al presidente siriano Bashar Assad che avrebbe autorizzato “crimini di guerra e contro l’umanità”, altri gravi crimini, quelli commessi dai jihadisti sunniti che combattono contro l’Esercito di Damasco sembrano suscitare soltanto modeste reazioni.
Ieri 12 suore ortodosse di nazionalità siriana e libanese sono state sequestrate e portate verso una località sconosciuta dai miliziani del Fronte al Nusra (vicino ad al Qaeda) che avevano fatto irruzione nel convento di Santa Tecla a Maalula, storica cittadina cristiana a 60 chilometri da Damasco, nota anche perchè vi si parla ancora l’antico aramaico. I miliziani hanno costretto sotto la minaccia delle armi le religiose ad abbandonare il convento. La cittadina ora è sotto il pieno controllo dei ribelli anche se fonti governative siriane affermano che l’Esercito “la strapperà presto ai terroristi”.
I jihadisti che combattono le autorità di Damasco, erano entrati la prima volta a Maalula lo scorso settembre, saccheggiando le chiese e uccidendo alcuni civili. I ribelli furono poi costretti a ritirarsi davanti alla controffensiva delle truppe governative e di attivisti cristiani armati. Questa mattina sono stati postati su Youtube filmati che mostrano Maalula in parte distrutto e con strade deserte.
Altri religiosi cristiani sono tenuti in ostaggio da molti mesi: il padre gesuita italiano Paolo Dall’Oglio (che pure è un accanito oppositore di Bashar Assad) rapito alla fine di luglio a Raqqah, nel nord, dai qaedisti dello “Stato islamico dell’Iraq e del Levante”, e due vescovi ortodossi rapiti in aprile tra Aleppo e Idlib. Di loro non si è più saputo nulla.
Fonte: Nena News
2 dicembre 2013