ll Papa: “Giusto accogliere uomini di tutte le nazioni”
Rainews24
Nei giorni in cui Sarkozy rimpatria i rom e il governo italiano rilancia una politica più severa verso i migranti, Benedetto XVI manda un messaggio chiaro in difesa della solidarietà a accoglienza.
Benedetto XVI entra nel dibattito sui migranti, in chiaro riferimento alle polemiche degli ultimi giorni. Sbagliato emarginare i più deboli, un dovere accogliere chi ha bisogno di una mano. Il messaggio del Pontefice all’Angelus odierno è chiaro. “Dio abbassa i superbi e i potenti di questo mondo e innalza gli umili", ricorda il Papa a ricordo della festa liturgica della Regalità di Maria.
Al termine dell’Angelus Benedetto XVI saluta i pellegrini di lingua francese, sottolineando come la chiamata di tutti gli uomini ''alla salvezza'', di cui parlano i testi liturgici odierni, sia ''anche un invito a saper accogliere le legittime diversità umane'', al seguito ''di Gesù venuto a riunire gli uomini di tutte le nazioni e di tutte le lingue''.
''Cari genitori – aggiunge il Papa, sempre in francese -, possiate educare i vostri figli alla fraternità universale''.
Il Papa invoca anche l'intercessione mariana affinché‚ prevalga "la pace", specialmente "dove più infierisce l'assurda logica della violenza" e auspica che "tutti gli uomini si persuadano che in questo mondo dobbiamo aiutarci gli uni gli altri come fratelli per costruire la civiltà dell'amore".
Fonte: Rainews24
22 agosto 2010
***
ANGELUS
Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo
Domenica, 22 agosto 2010
Cari fratelli e sorelle!
Otto giorni dopo la solennità della sua Assunzione al Cielo, la liturgia ci invita a venerare la Beata Vergine Maria col titolo di "Regina". La Madre di Cristo viene contemplata incoronata dal suo Figlio, cioè associata alla sua Regalità universale, così come la raffigurano numerosi mosaici e dipinti. Anche questa memoria ricorre quest’anno in domenica, acquistando una maggiore luce dalla Parola di Dio e dalla celebrazione della Pasqua settimanale. In particolare, l’icona della Vergine Maria Regina trova un significativo riscontro nel Vangelo odierno, là dove Gesù afferma: "Ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi" (Lc 13,30). E’ questa una tipica espressione di Cristo, riportata più volte dagli Evangelisti – anche con formule similari –, perché evidentemente riflette un tema caro alla sua predicazione profetica. La Madonna è l’esempio perfetto di tale verità evangelica, che cioè Dio abbassa i superbi e i potenti di questo mondo e innalza gli umili (cfr Lc 1,52).
La piccola e semplice fanciulla di Nazaret è diventata la Regina del mondo! Questa è una delle meraviglie che rivelano il cuore di Dio. Naturalmente la regalità di Maria è totalmente relativa a quella di Cristo: Egli è il Signore, che, dopo l’umiliazione della morte di croce, il Padre ha esaltato al di sopra di ogni creatura nei cieli, sulla terra e sotto terra (cfr Fil 2,9-11). Per un disegno di grazia, la Madre Immacolata è stata pienamente associata al mistero del Figlio: alla sua Incarnazione; alla sua vita terrena, dapprima nascosta a Nazaret e poi manifestata nel ministero messianico; alla sua Passione e Morte; e infine alla gloria della Risurrezione e Ascensione al Cielo. La Madre ha condiviso con il Figlio non solo gli aspetti umani di questo mistero, ma, per l’opera dello Spirito Santo in lei, anche l’intenzione profonda, la volontà divina, così che tutta la sua esistenza, povera e umile, è stata elevata, trasformata, glorificata passando attraverso la "porta stretta" che è Gesù stesso (cfr Lc 13,24). Sì, Maria è la prima che è passata attraverso la "via" aperta da Cristo per entrare nel Regno di Dio, una via accessibile agli umili, a quanti si fidano della Parola di Dio e si impegnano a metterla in pratica.
Nella storia delle città e dei popoli evangelizzati dal messaggio cristiano sono innumerevoli le testimonianze di venerazione pubblica, in certi casi addirittura istituzionale alla regalità della Vergine Maria. Ma oggi vogliamo soprattutto rinnovare, come figli della Chiesa, la nostra devozione a Colei che Gesù ci ha lasciato quale Madre e Regina. Affidiamo alla sua intercessione la quotidiana preghiera per la pace, specialmente là dove più infierisce l’assurda logica della violenza; affinché tutti gli uomini si persuadano che in questo mondo dobbiamo aiutarci gli uni gli altri come fratelli per costruire la civiltà dell’amore. Maria, Regina pacis, ora pro nobis!