L’infanzia tra le macerie “Adottiamo i bambini di Gaza”


Umberto De Giovannangeli - L'Unità


Dare una speranza ai bimbi di Gaza. Adottandoli a distanza. Una solidarietà concreta che nobilita la «diplomazia dei popoli». La campagna lanciata dalla Tavola della Pace e dal Coordinamento degli Enti locali.


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L’infanzia tra le macerie “Adottiamo i bambini di Gaza”

La solidarietà cresce sulle macerie di Gaza. E’ la solidarietà del fare. Che dà speranza ai più deboli. I bambini. «Diamo un futuro ai bambini di Gaza». Non è solo un appello accorato. E’ molto di più. La pace in Medio Oriente può cominciare così, da un piccolo grande gesto di solidarietà. Un gesto contro l’isolamento e la disperazione. Un gesto che può riaccendere la speranza in una famiglia in grandi difficoltà. «Adotta un bambino di Gaza». É l’iniziativa lanciata dalla Tavola della pace e dal Coordinamento degli Enti Locali.

CHI PUÒ ADOTTARE

Adottare una bambina o un bambino palestinese è facile ed efficace. Per farlo – spiegano alla Tavola della pace – bastano 50 euro al mese, da versare per almeno un anno.
Con questi soldi sarà possibile migliorare la vita del bambino e quella della sua famiglia, garantendo un po’ di cibo, d’istruzione e di cure mediche. L’adozione a distanza può essere fatta da ciascuno di noi, dalle famiglie, da gruppi d’amici e di colleghi di lavoro, dalle scuole, dagli enti locali, da associazioni e organizzazioni. E dai lettori del nostro giornale. La campagna di adozione a distanza delle bambine e dei bambini palestinesi è promossa, sin dal 2001, dalla Tavola della pace e dal Coordinamento Nazionale degli enti locali per la pace e i diritti umani collaborazione con due associazioni di donne di Gerusalemme (l’associazione Juzoor Foundation for Health and Social Development e l’associazione Rawdat El Zuhur) che provvedono alla segnalazione dei bambini e alla distribuzione e gestione delle somme raccolte.
     In questo ambito, l’associazione «Juzoor Foundatione for Health and Development» ha dato avvio anche ad un’iniziativa chiamata «Child to child», che consiste nella raccolta di giocattoli provenienti da varie parti del mondo che saranno distribuiti ai bambini di Gaza tramite l’Unrwa, l’agenzia dell’ONU che assiste i rifugiati palestinesi. L’obiettivo è inviare a Gaza giocattoli, libri illustrati, pennarelli, e quaderni da colorare per regalargli un sorriso, per aiutarlo a sperare il trauma terribile che stanno vivendo e sognare un futuro migliore.
     L’iniziativa della Tavola della pace e del Coordinamento nazionale degli Enti locali dà un volto, un nome al dramma dei bambini di Gaza. Bambini da adottare.

STORIE DA ABBRACCIARE
Come Hala Balousha, nata a Sheikh Radwan nel 1997. Frequenta la scuola materna dell’associazione «diritto di vivere». Ha due fratelli e 7 sorelle. Il padre è disoccupato e la madre è casalinga. Come Abdel El Rahman Abu Wadi, nato nel campo profughi di Jabalya nel 2002. Frequenta la prima classe della scuola elementare dell’Unrwa. Il padre è disoccupato e la madre è casalinga. Ha 2 fratelli e 3 sorelle. Come Asmaa’ Abu Shariah, nata nel campo profughi di Jabaliya nel 1996. Frequenta la sesta classe della scuola elementare dell’Unrwa. Il papà è morto e la madre è casalinga. Ha 3 fratelli e 2 sorelle. Come Ahmad Mashharawy, nato a Gaza nel 1999. Frequenta la terza classe. Il padre è disoccupato e la madre è casalinga. Ha 4 fratelli e 4 sorelle. Coma Maram Al Saleh è nata a Tal el Za’tarnl 2001. É disabile e non può andare a scuola. Il padre è disoccupato e la madre è casalinga. Ha 3 fratelli e 4 sorelle. Come Baha’a Zied, nato a Beit  Lahiy nel 2002. Frequenta la prima elementare. Il padre è disoccupato e la madre è casalinga. Ha 4 fratelli e 5 sorelle. Come Eid Abu  Rashed è nato a Jabalya nel 2000. E’ disabile e non può andare a scuola. Il padre è disoccupato e la madre è casalinga. Ha  fratelli e 2 sorelle. Coma Hana Al Bari’i, nata a Tal el Za’tar nel 1997. Frequenta la quinta classe della Scuola femminile di Beit Lahaya. Il padre è operaio e la madre è casalinga. Ha 2 fratelli e 8 sorelle. Come Mohamad El Ariny, nato nel campo profughi di Sika nel 2001. Frequenta la seconda classe della scuola elementare del Unrwa. Il papà è morto e la madre è casalinga. Ha 3 fratelli e 4 sorelle. Come Ranin Mohamad, nata a Jabalya Al Karama nel 1995.
Frequenta la quinta elementare della scuola Blakhia/Shata’a. Il padre è operaio e la madre è casalinga. Ha 4 fratelli e 3 sorelle. Nomi. Storie. Volti.
Bambini da adottare. Per dare loro una speranza.

Fonte: L'Unità

24 febbraio 2009

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