Libia, il Parlamento al voto
L'Unità
Inizia oggi il dibattito sulla missione e sull’uso delle armi. Cosa dicono le quattro mozioni: Carroccio, Terzo Polo, Pd e Idv.
Oggi pomeriggio, a Montecitorio comincia la discussione sulla missione in Libia. Quattro le mozioni presentate: Lega, Terzo Polo, Pd e IdV. Il voto finale è previsto per mercoledì. PdL e Lega sono impegnati nell'ultima mediazione per trovare la quadra sulle risorse e sul termine ultimo della missione.
I PALETTI DEL CARROCCIO: RISORSE E DEADLINE
Dopo aver fatto fuoco e fiamme per la contrarietà ai bombardamenti, il partito di Bossi è al tavolo della diplomazia. Quattro i paletti fissati per porre limiti ben precisi all'iniziativa militare: 1) chiedono al governo di: «intraprendere immediatamente una decisa e forte azione politica» per una soluzione diplomatica internazionale della crisi libica; 2) «escludere per il futuro qualunque nostra partecipazione ad azioni di terra»; 3) «fissare un termine temporale certo, da comunicare al Parlamento, entro cui concludere le azioni mirate contro specifici obiettivi militari»; 4) «non determinare aumenti della pressione tributaria finalizzati al finanziamento della missione». I punti più controversi riguardano la deadline, una scadenza, per la conclusione della missione, e l'assenza di aggravi per le casse dello Stato. L'ipotesi a cui si lavora nel PdL è di «interpretare» la richiesta della Lega e di individuare una formula che, senza legare le mani al governo, potrebbe chiarire che la missione andrà avanti «fino a quando i civili non saranno fuori dal pericolo di essere colpiti». In quel caso il Pdl potrebbe votare la mozione leghista
IL SÌ DEL PD: PARLAMENTO SEMPRE AGGIORNATO
«Considerato il drammatico aggravarsi della situazione umanitaria in Libia» e i «pesanti e indiscriminati bombardamenti da parte delle truppe del colonnello Gheddafi», la mozione di Largo del Nazareno è favorevole alle azioni mirate dell'esercito italiano contro obiettivi militari. E impegna il governo a «continuare nell'adottare ogni iniziativa necessaria ad assicurare una concreta protezione dei civili», in coerenza con la risoluzione Onu e «mantenendo costantemente aggiornate le Camere».
IL VIA LIBERA DEL TERZO POLO
Anche la mozione che porta le firme di Udc, Fli, Api e Mpa, ritiene l'uso delle armi «necessario» per «rispondere» agli attacchi di Gheddafi contro il suo popolo. Perciò il Terzo polo dà il via libera al governo per «aumentare la flessibilità operativa dei propri velivoli con azioni mirate contro specifici obiettivi militari selezionati sul territorio libico, partecipando così su di un piano di parità alle operazioni alleate, per assicurare la protezione della popolazione civile della regione, nello scrupoloso rispetto delle Risoluzione 1.973»
IDV: NO ALLE BOMBE IN TERRA LIBICA
Netto il no del partito di Di Pietro che chiede al governo di «circoscrivere la natura e l'estensione della presenza italiana» in Libia, «escludendo esplicitamente la partecipazione attiva del nostro Paese ai bombardamenti contro obiettivi sul suolo libico». I dipietristi nella loro mozione puntualizzano anche che «un voto parlamentare, alla luce della gravissima lacerazione politica interna alla maggioranza, si rende necessario anche per verificare se il Governo disponga ancora di una propria maggioranza in politica estera».