Eppure i Grad non sono armi qualunque. Sono considerati dalla stessa Nato «arma indiscriminata, non precisa, che dunque minaccia i civili», insomma un crimine di guerra. Proprio all’uso dei Grad da parte dell’ex esercito libico e all’assedio a Misurata la Nato si è aggrappata in tutti questi mesi per giustificare i bombardamenti «protettivi». Con stragi di civili sempre negate malgrado le testimonianze, le immagini e denunce.
Sull’uso dei Grad da parte del Cnt la Nato (non) ci risponde così: «Fin dall’inizio il Cnt ha posto ogni cura nell’evitare vittime civili e crediamo che continuerà a farlo». Forse l’intelligence Nato è selettiva e non vede i Grad, né la caccia ai neri (libici e stranieri) o ai lealisti.
Il portavoce dell’ex governo libico, Mussa Ibrahim, ha accusato i Grad di aver ucciso oltre 150 persone nelle loro case a Sirte. Sempre secondo Ibrahim in un mese sarebbero quasi duemila le vittime civili delle bombe Nato e dell’assedio del Cnt. Risposta Nato di giorni fa: «Affermazioni non verificabili e il più delle volte non fondate». Il più delle volte; e le altre? Risposta più recente: «Infondate, abbiamo verificato».
La situazione umanitaria a Sirte sotto assedio è disperata. Dall’ospedale – anch’esso centrato da razzi – il dottor Abdullah Hmaid ha dichiarato alla Reuters che i pazienti muoiono per la carenza di materiale ospedaliero. Ha chiesto all’Oms, alla Croce Rossa e ad altre organizzazioni umanitarie di aiutare a rompere il blocco. Nessuna organizzazione internazionale ha denunciato l’assedio, come avveniva invece giornalmente per Misurata. Ma alla conferenza stampa di ieri il colonnello Nato Roland Lavoie ha ripetuto che l’emergenza di Sirte è colpa solo dei «miliziani e mercenari di Gheddafi» che «non capiscono che devono arrendersi e si piazzano vicino alle case e agli ospedali usando i civili come scudi umani per non essere bombardati». Secondo il diritto bellico internazionale è comunque vietato colpire aree dove ci sono presenze civili.
Governo e Parlamento italiani devono decidere a giorni se rifinanziare oppure no la partecipazione a Unified Protector. La Norvegia è a casa da agosto, la Gran Bretagna forse ritira gli elicotteri per inutilità. Per ora avrebbero rinnovato solo Canada, Olanda e Svezia.
Fonte: Nena News, Il Manifesto
29 settembre 2011