Libia, assedio al Rais che non molla
Roberto Zichittella
Scontri e morti a Tripoli. Un figlio di Gheddafi assicura che il regime non abbandonerà mai i potere. Mentre Gheddafi si congratula per l’eliminazione di quelli che ha definito “ratti”.
Prova a insorgere Tripoli, sempre più stretta d'assedio dai ribelli libici. Esplosioni e spari e tiri di contraerea si odono in crescendo in varie zone della capitale, fra cui i quartieri e sobborghi orientali di Tajoura, Soug Jomaa e Arada, dopo la fine del digiuno quotidiano per il Ramadan, secondo molti residenti, diversi dei quali parlano di gente scesa nelle piazze e nelle strade. Con il passare del tempo l'intensità degli spari e delle esplosioni è andato crescendo e diversi testimoni hanno detto di aver ricevuto un sms dal regime che li incitava a "scendere nelle piazze e nelle strade per eliminare gli agenti armati".
Il colonnello Muammar Gheddafi si è congratulato con i libici per l'eliminazione dei "ratti": «Bisogna mettere fine a questa mascherata. Voi dovete marciare a milioni per liberare le città distrutte», cioé quelle controllate dai ribelli. Il Rais ha poi attaccato ancora ancora il presidente francese Nicolas Sarkozy, accusato di volersi "prendere il petrolio" libico.
Forse si sta veramente avvicinando la fine per il regime del colonnello Muammar Gheddafi. Le forze ribelli che da febbraio combattono contro le truppe fedeli a Gheddafi hanno annunciato di aver conquistato le città di Zawiya e Zlitan, oltre al porto petrolifero di Brega. Zlitan dista 160 chilometri da Tripoli, mentre Zawiya dista appena 30 chilometri dalla capitale.
Le due città si trovano in posti chiave per raggiungere Tripoli, dove il clan di Gheddafi resta asserragliato con i suoi fedelissimi. Secondo voci non confermate, i combattenti ribelli (almeno 10 mila, secondo la stazione radio degli insorti) avrebbero già preso possesso anche dell'aeroporto internazionale di Tripoli e starebbero addirittura marciando verso il centro della capitale per prendere il controllo della radiotelevisione.
Il governo smentisce i proclami vittoriosi degli insorti, ma intanto Gheddafi appare sempre più solo. Nelle ultime ore lo ha abbandonato anche Abdel Salam Jalloud, l'uomo che nel 1969 aiutò Gheddafi nella conquista del potere. Per anni numero due del regime, poi caduto in disgrazia all'inizio degli anni Novanta, ora Jalloud sarebbe in viaggio per l'Europa. In vista di quella che sembra ormai la battaglia finale si moltiplicano anche le voci di una possibile fuga del Colonnello.
Nell'aeroporto tunisino di Djerba sarebbe già pronto sulla pista un aereo messo a disposizione di Gheddafi e dei suoi familiari dal presidente venezuelano Chavez. Tuttavia fonti americane, citate dalla Cnn, sostengono che Gheddafi intende resistere fino all'ultimo con i suoi fedelissimi in una battagli che potrebbe essere all'ultimo sangue.
Fonte: Famiglia Cristiana
21 agosto 2011