Lettera aperta su Giovanni XXIII patrono esercito italiano
Pax Christi Italia
Pax Christi e altre associazioni del mondo cattolico, chiedono di rivedere la decisione di proclamare Papa Giovanni XXIII patrono dell’Esercito italiano.
LETTERA APERTA
Al Card. Robert Sarah
Prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti
e
Al Card. Gualtiero Bassetti
Presidente della Conferenza Episcopale Italiana
Noi, donne e uomini che crediamo nella costruzione della pace con mezzi di pace, intendiamo manifestarvi il nostro profondo disappunto di fronte alla dichiarazione di San Giovanni XXIII, papa, quale “Patrono presso Dio dell’Esercito Italiano”.
Siamo infatti convinti che la vita e le opere del Santo papa non possano essere associate alle forze armate.
Come può proprio lui, il Papa della Pacem in Terris, il Papa del Concilio Vaticano II e delle genti, l’uomo del dialogo… proteggere un corpo armato che, per sua natura, imbraccia mezzi di morte e distruzione?
È stato affermato che papa Roncalli è stato scelto quale patrono dell’esercito perché, giovane prete, era stato cappellano militare durante la Prima guerra mondiale e perché, da nunzio apostolico, visitò spesso gruppi di militari e perché, da pontefice, ricordò come “indimenticabile” il suo servizio pastorale nell’esercito. Ci sembra che una tale giustificazione sia alquanto debole e rischi di tirare il “papa buono” per la talare a scopi impropri, dimenticando l’evoluzione umana e spirituale che ha fatto di questo pastore da oltre mezzo secolo l’emblema della pace e del rifiuto della guerra per credenti e non credenti. Né si può dimenticare che egli contribuì in maniera del tutto singolare a scongiurare il pericolo di un conflitto mondiale, mediando tra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica per superare la “crisi dei missili a Cuba”.
In un mondo segnato da una “terza guerra mondiale a pezzi”, da un aumento vertiginoso delle spese militari, da nuovi muri che si innalzano tra popoli e frontiere, la nostra Chiesa non ha bisogno di santi che proteggano gli eserciti quanto piuttosto di valorizzare il senso e l’amore per la pace, quella disarmata, fondata sulla verità, sulla giustizia, sulla libertà, sull’amore, come ci ricorda la Pacem in Terris, i cui insegnamenti risultano di una profetica attualità.
Non si può negare come troppo spesso la parola pace sia usata per mascherare operazioni di guerra.
Noi riteniamo che la pace vada costruita con strumenti di pace e non di guerra, di morte e di distruzione.
Se, come scrisse proprio papa Roncalli nella Pacem in Terris, la guerra è ‘alienum a ratione’, come è possibile al tempo stesso che lo stesso Roncalli sia invocato quale protettore dell’esercito? A noi sembra fin troppo evidente la contraddizione!
E se, come ci invita la Gaudium et spes, siamo obbligati “a considerare l’argomento della guerra con mentalità completamente nuova”, non possiamo che ripetere con papa Francesco che solo la nonviolenza è la strada maestra per la risoluzione dei conflitti.
Per queste ragioni, ci associamo ad una vasta parte del mondo cattolico nel chiedervi di rivedere la decisione di proclamare Papa Giovanni XXIII patrono dell’Esercito italiano.
Vorremmo, piuttosto, vedere la figura e l’esempio di papa Roncalli proposti a protezione di quanti, credenti e non, si adoperano per un’umanità libera da eserciti (Caschi Bianchi, Corpi Civili di Pace, operatori umanitari…) e sono impegnati con lo strumento della nonviolenza attiva nel disinnescare e risolvere i conflitti. La proclamazione di san Giovanni XXIII patrono della nonviolenza attiva sarebbe una scelta profetica per quanti si adoperano concretamente per la pace in un mondo minacciato da guerre e dalla corsa al riarmo.
22 settembre 2017
Per vedere le adesioni: http://www.paxchristi.it/?p=13273