Lettera aperta all’on. Walter Veltroni: "Perché il mondo resta ancora una volta fuori dalla campagna elettorale?"
Flavio Lotti e Grazia Bellini
I Coordinatori nazionali della Tavola della pace hanno scritto una lettera aperta all’on. Walter Veltroni in occasione della sua visita a Perugia, anticipando alcuni argomenti che saranno affrontati domani e sabato 1 marzo al seminario nazionale ad Assisi.
Caro Veltroni,
abbiamo appreso dalla stampa che domani Lei sarà a Perugia, la città di Aldo Capitini, l’uomo che ha proposto la nonviolenza all’Italia come “via di uscita dalla difesa di posizioni insufficienti, strumento di liberazione, prova suprema di amore, varco a uomo, società e realtà migliori”.
Rileggendo il profeta Isaia un giorno disse “la migliore politica è oggi fare qualcosa di meglio della politica”. “Credere che gli uomini possano accontentarsi di un’amministrazione del mondo, è pensarne troppo male”. Aldo Capitini sognava di costruire un’Italia nonviolenta, un paese, una società, una “comunità aperta”, “punto di sutura dell’occidente e dell’oriente”.
A quarant’anni dalla sua scomparsa, quel progetto, quella proposta, quel sogno appare quanto mai attuale e urgente. Ma non è ancora diventato un fatto politico.
Sempre domani, a pochi chilometri di distanza da Perugia, nella città di San Francesco, si svolgerà un incontro promosso dalla Tavola della pace, un soggetto che, come Lei ben sa, ha cercato di traghettare il progetto della nonviolenza “dal cielo dell’utopia alla polvere della storia” coniugando senza indugio testimonianza radicale, azioni collettive e mediazione politica.
“Se si decide di chiamare realistico ciò che corrisponde alle esigenze vitali del bene comune dell’umanità diventato ormai indivisibile, –diceva uno dei grandi uomini scomodi del nostro paese, padre Ernesto Balducci- il principio della nonviolenza cessa di essere un nobile postulato morale rimesso alla testimonianza dei pacifisti e diventa l’unico principio di realismo politico”.
Dopo tanti anni di generoso impegno per la pace, dopo l’ennesima Marcia per la pace Perugia-Assisi ci vogliamo interrogare sull’efficacia politica e culturale del movimento per la pace. Marceremo ancora da Perugia ad Assisi? Per ottenere cosa? A cosa serve marciare per la pace se la politica è sempre più cieca e sorda?
Lo scorso 7 ottobre abbiamo marciato in più di 200.000 per costruire “una politica nuova e una nuova cultura politica nonviolenta fondata sui diritti umani”. Ma col calare della notte, quello stesso giorno, è calato anche il sipario su quel straordinario evento di popolo. Media e politica l’hanno subito archiviato senza batter ciglio. Come se nulla fosse stato.
Nel frattempo i problemi aumentano, le soluzioni tardano e si continuano a sprecare grandi risorse e opportunità che potrebbero far crescere, in qualità e quantità, il contributo del nostro paese alla soluzione delle gravi crisi aperte nel mondo.
E allora, perché il mondo resta ancora una volta fuori dalla campagna elettorale? Perché non si discute delle nostre responsabilità passate e future? Delle scelte che siamo inevitabilmente chiamati a fare? Eppure il governo e il parlamento per usciranno dalle urne prenderanno una serie di decisioni, importanti e difficili, che peseranno non solo su di noi italiani ma anche su centinaia di milioni di persone nel mondo.
Idee, riflessioni, domande. Noi ne discuteremo ad Assisi ma sarebbe ancora più utile che ne discutesse il paese.
Cordiali saluti
Flavio Lotti
Grazia Bellini
Coordinatori nazionali della Tavola della pace
Perugia, 28 febbraio 2008
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