Legambiente, diritti umani: “Un nuovo ambientalismo per combinare impegno sociale e civile”
Annalisa Perrone
A pochi giorni dalla Giornata dei diritti umani, che si celebra il 10 dicembre 2007, abbiamo chiesto a Maurizio Gubbiotti, responsabile del dipartimento internazionale di Legambiente, in che modo l’associazione ambientalista si sta avvicinando all’evento.
A pochi giorni dalla Giornata dei diritti umani, che si celebra il 10 dicembre 2007, abbiamo chiesto a Maurizio Gubbiotti, responsabile del dipartimento internazionale di Legambiente, in che modo l’associazione ambientalista si sta avvicinando all’evento.
In che modo Legambiente celebrerà il 10 dicembre?
Dedicando numerosi appuntamenti al tema dei diritti umani proprio a ridosso della Giornata internazionale. Dal 29 novembre al 9 dicembre, infatti, in occasione dell’ottavo Congresso nazionale di Legambiente, ci saranno convegni, mostre e spettacoli per parlare di ambiente, buone pratiche, economia e sviluppo. E di un nuovo ambientalismo che sia in grado di stimolare impegno sociale e civile.
Perché impegnarsi nel campo dei diritti umani?
C’è un nesso strettissimo tra questioni sociali e temi ambientali: Legambiente da anni si sta muovendo in questo senso, auspicando l’apertura di una nuova stagione in cui temi come il lavoro, l’ambiente, la salute siano considerati dal punto di vista dei diritti, non più come meri bisogni.
In che cosa consiste, concretamente, l’impegno di Legambiente?
In Africa e in America Latina, ad esempio, stiamo portando avanti diversi progetti di cooperazione e solidarietà internazionale che riguardano la produzione di energia pulita. In Colombia Legambiente sta appoggiando l’organizzazione Corporaciòn Ecofondo nella sua campagna per la difesa dell’acqua come bene comune per far fronte alla grave crisi idrica del paese e ai problemi legati al processo di privatizzazione, come l’esclusione di una buona fetta della popolazione dall’accesso a un bene fondamentale per la vita.
L’energia è uno dei temi che vi stanno maggiormente a cuore…
Certamente. Basti pensare ai devastanti effetti dei mutamenti climatici – inquinamento, effetto serra, guerre, desertificazione, aumento della povertà -. Moltissime sono le azioni che Legambiente sta mettendo in atto per lanciare un modello energetico pulito basato su fonti rinnovabili – come sole, vento, biomasse, fotovoltaico – che garantirebbe il diritto all’energia e ridurrebbe l’inquinamento dell’aria.
Con quali strumenti state operando?
Dalle campagne di informazione e sensibilizzazione alla comunicazione. Ma sono importanti anche il radicamento sul territorio e l’approccio scientifico.
Quali sono, in definitiva, i presupposti del vostro operato?
Sposiamo incondizionatamente la difesa dell’uguaglianza e dei diritti individuali, tenendo conto dei temi ambientali, resi sempre più urgenti dallo stato del pianeta. Ad essa bisogna affiancare, però, un’idea alternativa di benessere fondata sulla possibilità di soddisfare i propri bisogni, non sul possesso di merci e sul consumismo.