Le donne dicono: basta!
La redazione
Oggi è la Giornata mondiale per l’eliminazione della violenza sulle donne. L’Italia si mobilita. Le iniziative.
In Italia…
… il tasso di occupazione femminile è pari al 46,3
… molte donne continuano a subire mobbing o essere licenziate per aver scelto di fare un figlio
…7 milioni di donne hanno subito violenza. 6 aggressori su 10 sono uomini italiani.
… molte altre donne continuano a subire immotivati soprusi fisici e psicologici da parte di mariti, compagni, padri, colleghi e sconosciuti
… in alcune regioni si approvano leggi, delibere, protocolli che impediscono la libera scelta della donna sul proprio corpo, la Legge 194 viene sottoposta continuamente ad attacchi
… la partecipazione delle donne in politica continua ad essere molto bassa
… l’eteronormatività non è una parola desueta, ma una realtà che continua a condizionare e limitare la vita di molte persone
… la cultura patriarcale continua a relegare le donne in ruolii sociali di subordinazione.
Il nostro non è un paese per donne
… la crisi economica, insieme all'eliminazione dell'articolo 18, rende la posizione lavorativa delle donne ancora più precaria e ricattabile
… le misure anticrisi, che ci vengono imposte in questi mesi ,non sono neutre: si aumenta l’età pensionabile delle donne dimenticando tutto il lavoro non remunerato che esse svolgono a casa e in famiglia, i tagli al welfare colpiscono di più le donne perchè saranno loro a coprire i buchi lasciati dallo smantellamento dello stato sociale
Questi dati sono riportati nel blog creato dalla Rete della Conoscenza, Link Coordinamento universitario e Unione degli studenti. Clicca qui: http://nonvogliamounacrisidelgenere.blogspot.com e partecipa anche tu alle iniziative della giornata.
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“È necessario promuovere modelli sani di mascolinità. Abbiamo bisogno che questa generazione di uomini rompa con un modello portato avanti dalle generazioni precedenti”. Lo afferma il Segretario Generale delle Nazioni Unite,Ban Ki-moon, nel suo messaggio per la Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza sulle Donne.
Il Segretario Generale ha sottolineato che gli abusi sessuali contro donne e bambine, la violenza all’interno degli ambienti domestici, al lavoro e a scuola, le mutilazioni genitali femminili e la violenza sessuale nei conflitti armati, si verificano in tutte le parti del pianeta e che sono “prevalentemente inflitte da parte degli uomini”. Ban ha invitato quindi i governi di tutto il mondo ad approfittare dell’energia, delle idee e deldinamismo dei giovani per aiutare a mettere fine a quella che ha definito come una “pandemia di violenza”, sottolineando che “la violenza contro le donne e in molti casi, la sua sola minaccia, costituisce attualmente una delle principali barriere per il raggiungimento della piena parità delle donne”.
Dal 10 ottobre 1999 quando fu proposta all’Onu l’istituzione di una specifica Giornata internazionale alcuni passi sono stati fatti. A renderne conto è stata Michelle Bachelet, nel suo primo messaggio da direttore esecutivo di UN Women, la recente agenzia delle Nazioni Unite che coordina tutte le attività per l’uguaglianza di genere e l’empowerment femminile. Bachelet ha lanciato un’agenda globale per mettere fine alla violenza contro le donne, dichiarando che questo tipo di violenza è ancora una pandemia, ma che ci sono stati anche dei progressi. “Oggi 125 paesi si sono dotati di leggi specifiche che penalizzano la violenza domestica – un risultato impensabile solo 20 anni fa – mentre la parità tra donne e uomini è garantita in 139 paesi” – ha sottolineato la ex presidente del Cile.
Nonostante i passi avanti, le donne continuano a essere vittime di violenze. Secondo le stime delle Nazioni Unite, sei donne su dieci hanno subito violenza fisica e/o sessuale durante la loro vita, la maggior parte della volte da parte dei propri partners. Oggi 603 milioni di donne e bambine vivono in paesi dove la violenza domestica non è considerata un reato. La violenza sessuale è ancora una costante sia in periodi di pace che in tempi di guerra, e casi di femminicidio si verificano tutti i giorni e in molti casi nella più assoluta impunità. Più di 60 milioni di bambine sono obbligate a contrarre matrimonio e 140 milioni subiscono mutilazioni genitali, con tutte le conseguenze che queste comportano per la loro salute e per la loro vita. Oltre 600 mila invece, sono quelle che ogni anno superano le frontiere perché vittime della tratta di essere umani, la maggior parte delle quali per essere sfruttate sessualmente.
Mettendo l’accento su come siano importanti le azioni di prevenzione, protezione e accesso ai servizi per le donne vittime di una qualche forma di violenza, Bachelet ha fatto un appello a tutti i leaders mondiali affinché si mobilitino e investano per assicurare che tutte abbiano un futuro senza violenza. In occasione della Giornata Mondiale ha lanciato l’iniziativa dei 16 Giorni di Attivismo a partire da oggi, che indicano il cammino da seguire per il futuro. In particolare – tra le altre azioni – si chiede che vengano ratificati tutti i trattati internazionali e regionali che garantiscano i diritti umani delle donne e delle bambine: essere tutelate dalla legge è un passo fondamentale.
A proposito di trattati anche Amnesty International e Aidos nella giornata di oggi chiedono che l’Unione Europea e tutti i suoi stati membri ratifichino la Convenzione sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica del Consiglio d’Europa, in modo da rendere vincolanti le norme in essa contenute. La Convenzione, aperta agli stati membri del Consiglio d’Europa, all’Unione Europea e a qualunque paese la voglia adottare, entrerà in vigore con il deposito della decima ratifica. “Fino ad ora – spiega il comunicato dell’Aidos – la Convenzione ha ricevuto la firma solo di 17 paesi, e dell’Unione Europea – tra i quali non compare l’Italia – e nessuna ratifica.
“Affinchè le donne si possano sentire sicure per strada, in ufficio e nelle loro case, stati e Unione Europea devono potenziare tutte le misure per eliminare la violenza contro le donne, inclusa la prevenzione, la protezione, il procedimento giudiziario e i risarcimenti. Il primo passo è aderire alla Convenzione” – ha affermato Nicolas Beger, Direttore dell’ufficio istituzioni europee di Amnesty International. Negli ultimi anni, la Commissione europea e il Consiglio dell’Unione Europea sotto le presidenze della Svezia, della Spagna e del Belgio hanno fatto passi significativi per affrontare la violenza contro le donne attraverso l’adozione della Carta delle Donne, una strategia per l’uguaglianza di genere e per combattere la violenza, uno degli interventi per fare in modo che l’Europa diventi una zona a “tolleranza zero” per la violenza contro le donne.
Tra le azioni lanciate dalle Nazioni Unite per i prossimi 16 giorni, c’è anche quella dimettere fine all’impunità per i responsabili di questi crimini, altra piaga diffusa, sopratutto nei paesi dove è più difficile garantire giustizia a tutti i livelli. Ancora, che si mettano in atto dei piani di azione tra governi e organizzazioni della società civile, che si renda la giustizia accessibile a tutte le vittime, ma anche che si mettano a disposizionepiù fondi per questa battaglia. Anche dal Fondo Fiduciario delle Nazioni Unite per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne – in occasione del suo quindicesimo anno di attività – è arrivato un appello globale sempre per voce della Direttrice Esecutiva Michelle Bachelet: “Il cambiamento è possibile e le strategie e le innovazioni che sono nate grazie all’appoggio del Fondo Fiduciario sono la prova del fatto che siamo in un momento cruciale della storia per porre fine alla violenza contro le donne. È ora di tradurre tutto questo in realtà”.
Articolo di Elvira Corona,
Fonte: Unimondo.org,
25 novembre 2011
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Sul sito di Redattore Sociale Trenta manifesti contro la violenza sulle donne:
http://www.redattoresociale.it/
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Da Torino a Palermo gli appuntamenti fissati per oggi 25 novembre
Sono 92 le donne morte per mano dei propri mariti o ex conviventi nei primi sei mesi di quest’anno, in crescita rispetto alle 127 dell’anno scorso, un dato raccolto dalla Casa delle donne di Bologna. Per il prossimo 25 novembre, dodicesimo anniversario della Giornata mondiale per l’eliminazione della violenza sulle donne (www.saynotoviolence.org), indetta dalle Nazioni unite nel 1999, l’Italia celebra la ricorrenza con eventi istituzionali e non, che vogliono accendere un faro sul tema irrisolto della violenza di genere.
È iniziata lunedì e si concluderà sabato la campagna di prevenzione dell’Osservatorio nazionale antistalking nelle scuole italiane. Un tour da nord a sud tra i banchi di scuola per spiegare il reato e i comportamenti che possono scatenare la violenza, fisica o psicologica. Da un’indagine condotta dall’Osservatorio su un campione di 400 ragazzi e ragazze, il 10% dichiara di essere vittima di stalking (il 75% sono ragazze) ma solo il 25% sarebbe pronto a denunciare.
A Roma la Casa internazionale delle donne inaugura il 25 la mostra “Violence is not always visible” che raccoglie i lavori del concorso europeo indetto dalle Nazioni Unite sul tema della violenza. Per l’Onu sono 70% le donne nel mondo che hanno subito violenza nel corso della propria vita. Il Telefono Rosa, sportello nazionale di aiuto psicologico e legale presenta il 24, alle 17 alla Sala stampa estera (via dell’Umiltà 83/c), il libro “Tre donne una sfida” dedicato a tre musulmane d’eccezione, Shrin Ebadi, iraniana e nobel per la pace, Fatima Ahmed Ibrahim, attivista sudanese e Malalai Joya, ex parlamentare afgana che vive sotto scorta. Il giorno dopo Shirin Ebadi incontrerà, sempre grazie al Telefono Rosa, 900 studenti delle scuole superiori al Teatro Quirico (via delle vergini 7) ().
Sempre a Roma, due incontri celebrano la giornata affrontando il tema degli stereotipi e della rappresentazione, cari alle femministe perché considerati collaterali alla violenza di genere. Lorella Zanardo, autrice del fortunato documentario “Il corpo delle donne” presenterà all’Unicoop Tirreno, in via Giuseppe Guattani 9, “Tra media e realtà”, per affrontare lo stereotipo che spesso vuole contrapposte donne giovani a donne mature. Invece, nella sala Odeon, della facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Sapienza, alle ore 17,30 giornaliste e blogger parlaranno di “Donne e media, riflessioni sul ruolo della donna nell’immaginario collettivo”. Tra le relatrici la giornalista e scrittrice Loredana Lipperini e la semiologa Giovanna Cosenza.
A Milano, l’assessorato alle pari opportunità della provincia ha programmato una fiaccolata che partirà alle ore 16,30 da piazza San Babila per arrivare a palazzo Isimbardi, sede della provincia dove ci sarà laperformance di un gruppo gospel e la presentazione dei progetti in tema di violenza di genere. Sempre in piazza San Babila, dalle 12 alle 16 i sindacati si ritrovano, insieme ad avvocate attiviste e polizia per informare sui rischi della violenza e dei metodi per uscirne. Quest’anno si vuole anche ricordare il trentesimo anniversario dall’abolizione del delitto d’onore.
Al Teatro Litta l’associazione Intervita organizza la tre giorni di proiezioni cinematografiche “Siamo pari, la parola alle donne”. Il 25 sarà proiettato il documentario “Per la mia strada”, promosso da Corrente Rosa e che racconta la storia di Giovanna alla ricerca della propria vocazione, e delle otto donne dal percorso professionale inconsueto che incontrerà nel corso del suo viaggio.
I centri antiviolenza siciliani, collegati alla rete nazionale Dire, organizzano tre incontri oggi, il 25 e il 26, a Palermo, Messina e Catania per chiedere una maggiore attenzione e un sostegno economico continuativo alla loro attività e, in particolare, alle case rifugio. Il centro di accoglienza di Catania è chiuso dal 2008 mentre quello di Palermo ha riaperto grazie alla legge 328/2000 che però in molti distretti sanitari rimane inapplicata. Oggi in Sicilia i posti letto in case rifugio sono 13. Dire, donne in rete contro la violenza che raccoglie 58 centri antiviolenza nazionali per il 25 novembre chiede che il Governo firmi laConvenzione Europea per la prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne, nata a Istanbul lo scorso maggio e già firmata da 16 paesi europei; essa costituisce il punto più alto di armonizzazione legislativa e d’intervento strategico a livello europeo.
A Napoli, l’Udi, unione donne d’Italia, e Donne in Nero, insieme all’assessorato Pari opportunità della città organizzano un pomeriggio di riflessione e informazione che si svolgerà alla Sala della Loggia del castello Maschio Angioino. Poi, alle 17,30 alla galleria Umberto I ci sarà il flashmob “Mai più violenza” delle donne di Se non ora quando – Napoli.
A Torino il tema sarà la libertà di scelta, contro la proposta di legge regionale 160/2011 che prevede di inserire gli attivisti dei movimenti per la vita nei consultori. Il collettivo Altereva sarà davanti al palazzo della regione alle 13 per il flashmob “Noi donne non abbiamo paura!”, mentre nell’atrio di palazzo Nuovo sarà allestita la mostra “Ni una mas” ispirata al lavoro internazionale itinerante “Off the beaten path”. Più istituzionale, invece, sono gli incontri del Coordinamento cittadino contro la violenza, a cui parteciperanno Donne in nero, Amnesty International e la Casa delle donne (vedi il programma). Alle Officine corsare, tre serate di dibattiti e mostre aiuteranno a capire i contorni del problema, con incursioni all’estero, grazie allamostra dedicata alle vittime messicane di Ciudad Juarez.
Si scenderà in piazza a Mestre (appuntamento in piazzetta Zorzetto, a partire dalle ore 16) grazie al comitato territoriale Se non ora quando – Venezia, mentre a Bologna e provincia il calendario di incontriè fittissimo. Nel capoluogo, nella sala polivalente di viale Aldo Moro 50, il 24 novembre alle 10, la Regione organizza, con il coordinamento dei centri antiviolenza: “Violenza sulle donne, una drammatica attualità”.
Per aggiornamenti sulle iniziative: www.womenews.net/spip3/spip.php
Per aggiornamenti sulle iniziative: www.womenews.net/spip3/spip.php
di Laura Prete, da www.lastampa.it, 23 novembre 2011