Le città: icone della pace
La redazione
Eros Cruccolini, Presidente del Consiglio Comunale di Firenze, il 29 aprile a Ginevra presenta Giorgio La Pira durante la Conferenza internazionale Mayors for peace.
Ringrazio per aver voluto dedicare questa riflessione a un grande sindaco della nostra città. Ringrazio a nome mio ma a nome di tutta Firenze.
Non è un caso che Firenze sia stata iscritta dall’UNESCO nel patrimonio culturale dell’umanità e sia stata dichiarata Peace messenger (città messaggera di pace) dalle Nazioni Unite. Le due cose sono in fondo due aspetti della stessa realtà.
Fu proprio questo il senso dell’intervento che Giorgio La Pira fece proprio qui a Ginevra nel 1954 quando disse: Le generazioni attuali non hanno il diritto di distruggere una ricchezza che è stata loro affidata, ma che appartiene alle generazioni future! Si tratta di beni che derivano dalle generazioni passate e di fronte ai quali le presenti rivestono la figura giuridica degli eredi fiduciari: i destinatari ultimi di questa eredità sono le generazioni successive.
E aggiunse: Sono venuto per affermare il diritto all'esistenza delle città umane, un diritto di cui siamo titolari, noi della generazione presente, ma del quale sono titolari ancor di più gli uomini delle generazioni future; un diritto il cui valore storico, sociale, politico, culturale, religioso si fa più grande a misura che si chiarisce, nella meditazione umana attuale, il significato misterioso e profondo delle città. E concludeva: Tutte le città della terra … rivendicano unanimemente il loro inviolabile diritto all'esistenza: nessuno ha il diritto, per qualsiasi motivo, di distruggerle.
È quindi pienamente giustificato il titolo che avete voluto dare a questa nostra breve riflessione (La Pira: Profeta di Mayors for Peace), perché Giorgio La Pira è stato certamente tra i primi ad intuire che l’impegno per la pace non è per un Sindaco un optional (o, peggio, una evasione dai problemi quotidiani della città) ma è il suo primo dovere di sevizio verso la comunità che egli ha scelto di servire.
E, certo, nessuno come un Sindaco percepisce che le città sono in qualche modo la “icona” stessa della pace, in quanto laboratori di convivenza e luoghi privilegiati in cui le comunità si formano: e non è forse vero che gli ostacoli che ogni giorno incontriamo nel realizzare nelle nostre città una crescita armoniosa ed una sintesi alta degli interessi particolari verso un interesse comune sono in fondo gli stessi ostacoli che si incontrano sul cammino della costruzione della pace?
Le nazioni, gli stati passano; le città restano! Storia e civiltà si trascrivono e si fissano, per così dire, quasi pietrificandosi, nelle mura, nei templi, nei palazzi, nelle case, nelle officine, nelle scuole, negli ospedali di cui la città consta.
Le città restano, specie le fondamentali, arroccate sopra i valori eterni, portando con sé, lungo il corso tutto dei secoli e delle generazioni, gli eventi storici di cui esse sono state attrici e testimoni.
Restano come libri vivi della storia umana e della civiltà umana: destinati alla formazione spirituale e materiale delle generazioni venture.
Proprio con queste parole, nel 1955, convocando a Firenze i Sindaci delle città capitali del mondo, Giorgio La Pira introdusse un ulteriore concetto che fu poi alla base della costituzione dei Mayors for Peace: la costruzione della pace non è compito soltanto di ciascuna città ma è un impegno da portare avanti insieme.
Daremo vita- disse in quella occasione- ad uno strumento diplomatico nuovo: uno strumento che esprime la volontà di pace delle città del mondo intiero e che tesse un patto di fraternità alla base stessa della vita delle Nazioni.
E se oggi meditiamo su queste intuizioni maturate oltre mezzo secolo fa non lo facciamo per farne commemorazione ma per attualizzarle, rileggerle nel quadro della situazione in cui oggi ci troviamo ad operare. Ancora oggi dobbiamo e vogliamo levare la nostra voce, la voce delle città per dire che nessuno ha il diritto di distruggere la città, che nessun muro ha il diritto di dividerle (“Abbattere muri, costruire ponti” era un altro degli slogan amati da La Pira)! Per dire che all’accumulo delle armi di distruzione di massa, va sostituito l’accumulo delle energie destinate alla “promozione di massa”: promozione della giustizia, dell’uguaglianza, della pari dignità: tutti elementi atti a costruire non una sempre precaria sicurezza contro ma una ben più stabile sicurezza con. E alla strategia della deterrenza va sostituita una strategia della progressiva liberazione dall’ingiustizia, dalla sopraffazione, dall’arbitrio e dalla prepotenza; che significa anche il modo più efficace per sconfiggere le minacce del terrorismo, della guerra, dell’assenza di armoniche regole di convivenza.
Eros Cruccolini
Presidente del Consiglio Comunale, Firenze
Ginevra, 29 aprile 2008