La Tavola della pace festeggia 20 anni studiando la realtà oscurata
Elisa Marincola
In centinaia tra insegnanti, amministratori locali e attivisti a Senigallia in un incontro per comprendere “pericoli globali” e costruire “educazione glocale”.
Venti anni fa, esattamente il 13 gennaio 1996, veniva fondata la Tavola della pace, in un luogo simbolo del dialogo e dello spirito di solidarietà e fratellanza quale è da secoli il Sacro Convento dei Francescani di Assisi. Tra i suoi fondatori, insieme all’allora custode del convento, l’indimenticato Padre Nicola Giandomenico, c’erano i principali protagonisti del movimento contro la guerra e per il disarmo che aveva infiammato la battaglia politica e scompaginato anche la vita interna dei partiti più vicini. Campagne dure, come quella contro gli euromissili a Comiso, si fondevano con il cammino delle città della pace lanciate da Giorgio La Pira, all’ombra di quel grande pensatore attivista che era stato Aldo Capitini, promotore della prima Marcia per la pace Perugia-Assisi, oggi simbolo stesso del pacifismo sopravvissuto, forse da solo, a fratture, crisi, sfaldamento delle mobilitazioni di massa.
Nonostante tutto, nonostante le guerre, ancora lontane, e il terrore, sempre più vicino, la voglia di costruire pace è ancora forte e si intreccia con la voglia di capire cosa ci succede intorno, ed è forte il bisogno di avere più elementi di comprensione, sentire più voci, per non lasciarsi travolgere dai giudizi facili e dall’ondata del populismo razzista.
E proprio a vent’anni di distanza la Tavola della pace, con il suo storico coordinatore Flavio Lotti, torna a proporre un percorso di ricerca e studio, per costruire vie per il dialogo e formare una cultura diffusa in grado di convivere con il nuovo e il diverso. E lo fa a Senigallia, raccogliendo sotto lo slogan “Global threats Glocal education“, minacce globali educazione glocale, centinaia tra insegnanti e amministratori locali arrivati da tutta Italia. Diverse le provenienze dei relatori, non scontate in un incontro all’insegna della pace, come il generale Vincenzo Camporini, già capo di Stato Maggiore, esperti di alcune tra le aree più complesse, Afghanistan e Pakistan, come Emanuele Giordana, o delle questioni dello sviluppo come Jean Fabre, già a capo dell’Undp, ma anche rappresentanti di realtà italiane impegnate nell’accoglienza e nella solidarietà come padre Pierluigi Di Piazza del Centro Ernesto Balducci, e inviati di esteri come Ugo Tramballi e Lucia Goracci.
Un appuntamento di approfondimento per illuminare le aree del presente meno facili da capire che, proprio per questo, Articolo 21 condivide e contribuisce a costruire, portando anche un elemento in più alla riflessione, che riguarda il ruolo e le responsabilità dell’informazione, quella offerta dai media e quella ricercata dai cittadini.
Con l’appuntamento di Senigallia si apre un anno di impegno serrato, a partire certo dall’anniversario della nascita della stessa Tavola della pace e poi, a ottobre, con un altro anniversario, i trent’anni del Coordinamento nazionale degli Enti locali per la pace e i diritti umani, nato da un altro movimento eccezionale, quello dei Comuni denuclearizzati. E nel mezzo un lavoro di formazione e mobilitazione in vista, ancora una volta, della Marcia Perugia-Assisi, il 9 ottobre. Un percorso non facile in un mondo che sta cambiando vorticosamente con lo sgretolamento delle certezze più scontate ma anche di alcuni diritti, a cominciare dalla libertà di espressione, che in nome della sicurezza viene additata come fonte di pericolo e limitata da tanti lati. Contiamo quindi di condividere con le associazioni, le scuole e gli enti locali presenti a Senigallia il nostro primo impegno del nuovo anno, l’appuntamento lanciato insieme a Usigrai e Fnsi per il prossimo 21 gennaio quando, a Roma davanti all’ambasciata turca in Italia e ovunque su web e social network, ci ritroveremo per denunciare la repressione dell’informazione in Turchia e in tutto il mondo.