La Rai venga considerata bene comune
Giuseppe Giuletti - articolo21.org
Sulla Rai c’è solo da auspicare che il governo voglia considerarla finalmente un bene comune ed impedirne il fallimento editoriale ed imprenditoriale.
Non siamo tra gli acritici sostenitori del governo Monti, ma sulla Rai c'è solo da auspicare che il governo voglia considerarla finalmente un bene comune ed impedirne il fallimento editoriale ed imprenditoriale. Nel regno dei conflitti di interesse e del polo Raiset qualsiasi scossa non potrà che essere salutare. Appaiono infine patetici ed ipocriti i richiami della destra berlusconiana alla neutralità dei governi sulla questione Rai, dal momento che la legge che ha introdotto il diretto controllo del governo e dei partiti porta la firma delle ministro Gasparri.
Sino ad oggi un ostruzionismo di maggioranza cieco ed ottuso ha persino bloccato l'inizio della discussione sulle diverse proposte di legge. Per queste ragioni qualsiasi iniziativa sarà promossa da Monti per mettere fine alla palude attuale e per introdurre elementi di liberalizzazione e di concorrenza anche in questo settore, troverà da patte di articolo 21 un consenso pieno ed attivo.
Mario Monti, nel corso della trasmissione di Rai Tre aveva detto che è l’ora di «altre operazioni di politiche economiche meno indigeste», per cui il governo intende accelerare su «molti fronti» delle liberalizzazioni, in modo da presentarsi a Bruxelles con un primo pacchetto che fungerà da biglietto da visita per il vertice dell’Eurogruppo del prossimo 23 gennaio. Ed è a questo punto che, incalzato da una domanda del conduttore di «Che tempo fa», su un eventuale intervento del governo sulla Rai, il premier replica così: «La Rai non è venuta come urgenza numero uno nella mia attività, perché ci sono incombenze molto più urgenti. E’ una forza del panorama civile e culturale italiano, è una forza che ha bisogno di passi in avanti. Mi dia qualche settimana e lei vedrà…».
Fonte: Articolo21
9 gennaio 2012
Mario Monti su futuro della Rai a "Che tempo che fa"