La ”primavera araba” ha fruttato ai trafficanti circa 700 milioni di euro


Redattore Sociale


Rapporto Ismu. Nel 2011 sbarcati sulle coste italiane 51.881 immigrati, contro i 4.402 del 2010. I trafficanti, infatti, approfittando della diminuzione dei controlli causata dello scoppio della “Primavera araba”, hanno intensificato le attività illecite.


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La ''primavera araba'' ha fruttato ai trafficanti circa 700 milioni di euro

LANO – La primavera araba ha fruttato ai trafficanti di essere umani circa 700 milioni di euro. La stima è contenuta nel XVII rapporto Ismu. Nel 2011 sono sbarcati sulle coste italiane  51.881 immigrati,contro i 4.402 dell'anno precedente. I trafficanti di migranti (i così detti smugglers) infatti, approfittando della diminuzione dei controlli causata dello scoppio della “Primavera araba”, hanno intensificato le loro attività illecite. I ricercatori Ismu hanno provato a calcolare il giro d'affari, considerando che la tariffa di un viaggio dall'Africa subsahariana è di circa 7-10mila euro e di 1-2mila euro da Tunisia, Egitto o Libia.  Il costo medio per migrante oscilla dunque tra i 4mila e gli 8mila euro, che moltiplicato per il numero degli sbarcati nel 2011 significa un business che finora ha fruttato da un minimo di 207 milioni e 524mila euro a un massimo di 415 milioni e 48mila euro. Se gli sbarchi continueranno il 2011 sarà un anno memorabile per i trafficanti di uomini, che incasseranno circa 711 milioni di euro. "Queste stime, calcolate per difetto solo sul numero di migranti sbarcati e intercettati sulle coste italiane, potrebbero essere molto più alte se si prendono in considerazione anche le migliaia di migranti che riescono a raggiungere l’Italia sfuggendo ai controlli delle forze dell’ordine", si legge nel rapporto Ismu.

Fonte: Redattore Sociale

12 dicembre 2011

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La crisi frena l'immigrazione: nel 2011 solo 70 mila stranieri in più
Rapporto Ismu. Al primo gennaio 2011 si contavano 5,4 milioni di stranieri (compresi gli irregolari), solo 70 mila in più rispetto al 2010. E’ il minimo storico: solo nel 2010 l'aumento rispetto al 2009 era stato di 500 mila persone. Romeni i più numerosi

MILANO – Brusca frenata dell'immigrazione in Italia. Al primo gennaio 2011 si contavano circa 5,4 milioni di stranieri (compresi gli irregolari), solo 70 mila in più rispetto al 2010. Un incremento che rappresenta il minimo storico, visto che solo nel 2010 l'aumento di immigrati rispetto al 2009 era stato di ben 500mila persone. In compenso sono 300 mila in più quelli che hanno la residenza in uno degli oltre 8 mila comuni italiani, segno di un loro maggiore radicamento nel Belpaese. È quanto emerge dal XVII Rapporto Ismu sulle migrazioni, presentato oggi a Milano. "La crisi economica ha fatto perdere attrattiva all'Italia e all'Europa", afferma Vincenzo Cesareo, direttore della Fondazione Ismu. È la prima volta che negli ultimi otto anni si registra un aumento dei flussi così basso: nell’intervallo che va dal 2003 al 2009 la stima dell'incremento medio annuo era di circa 430mila immigrati. Sono in calo anche gli immigrati senza permesso di soggiorno. L'Ismu stima siano 443mila, 11mila in meno rispetto ai 454mila nel 2010.

Nella classifica delle nazionalità presenti in Italia, al primo posto ci sono i romeni, con 1 milione e 111mila presenti (di cui 969 residenti). Seguono i marocchini che sono 575 mila (di cui 452 mila residenti) e gli albanesi (568 mila di cui 483 mila residenti).

Nel 2030 gli stranieri residenti raddoppieranno. Secondo l'Ismu saranno 8,5 milioni (oggi 4,6 milioni). In particolare si stima che i circa 4 milioni di residenti stranieri in più attesi tra vent’anni saranno costituiti per il 18% da minorenni, per l’11% da giovani tra i 18 e i 34 anni, mentre il 44% della crescita riguarderà adulti tra i 35 e i 59 anni e il 27% soggetti ultra sessantenni. L’incremento più consistente sarà dovuto alla componente ultra sessantenne (+561%, pari a poco più di un milione di unità), quello più modesto (+29%) al sottoinsieme dei giovani adulti dai 18 ai 34 anni.
Nei prossimi vent'anni aumenteranno anche i nuovi cittadini. Le 50-60mila concessioni annue di questi ultimi tempi si quadruplicheranno raggiungendo quota 220mila annue tra il 2026 e il 2030. L’acquisizione di nuovi cittadini potrebbe accrescersi ulteriormente sino a raggiungere 257mila unità annue tra il 2026 e il 2030 nel caso in cui si introducesse lo ius soli per i nati in Italia.

Fonte: Redattore Sociale

12 dicembre 2011

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Gli immigrati allungano la vita. Blangiardo: “Investire sulle loro famiglie"
Rapporto Ismu. Le famiglie di stranieri sono circa 1,6 milioni, a cui si possono aggiungere altre 500 mila miste; 3 famiglie su 8, però, vivono "in stato di deprivazione materiale"

MILANO – "Se vogliamo un futuro dobbiamo investire sulle famiglie degli immigrati": per il demografo Giancarlo Blangiardo una delle nuove sfide per la politica è garantire che possano vivere dignitosamente nel Belpaese. Secondo il XVII rapporto Ismu, presentato oggi a Milano (vedi lanci precedenti), le famiglie di stranieri sono circa 1,6 milioni, a cui si possono aggiungere altre 500mila miste. Tre famiglie su otto, però, vivono "in stato di deprivazione materiale" (tra quelle italiane sono il 13,9%). Gli immigrati però allungano la vita all'Italia. Sono infatti gli unici ad avere un saldo positivo del "Prodotto vitale demografico", che si calcola in anni vita che un gruppo di persone garantisce. "Nel corso dell’anno 2010 nella popolazione residente in Italia sono stati immessi 61,5 milioni di anni di vita residua grazie all’apporto delle nascite e del saldo netto dei movimenti migratori e si sono consumati per morte 59,8 milioni di anni di vita", afferma Giancarlo Blangiardo. In particolare gli italiani hanno prodotto nel 2010 41,6 milioni di anni vita ma ne hanno consumati 55,6. Un saldo negativo, dunque. Per gli stranieri è l'opposto: hanno prodotto 19,9 milioni di anni vita e ne hanno consumati 4,2, con un saldo positivo di circa 15,7 milioni di anni vita. "Le famiglie più povere tra quelle immigrate sono però quelle che hanno figli – sottolinea Blangiardo -. Il futuro della vitalità dell'Italia però dipende da loro".

Un indicatore del benessere è la casa. Nel 2009 (ultimi dati disponibili) il 15,1% di famiglie di soli stranieri aveva un’abitazione di proprietà. La percentuale sale al 50% nelle famiglie miste (contro il 71,6% di quelle composte da soli italiani). Il 20% degli stranieri vive però in condizione di insufficienza di spazio abitativo, contro il 15% di famiglie miste e il 9% di quelle italiane. "Le famiglie di soli stranieri evidenziano una percentuale che è il doppio (14,9%) rispetto alle famiglie miste (7,8%) e il triplo a quelle italiane (4,7%) per quanto riguarda l’incidenza dei casi di grave deprivazione abitativa, intesa come condizione di sovraffollamento unita a un atro grave problema legato alla casa" si legge nel Rapporto Ismu. 

Fonte: Redattore Sociale

12 dicembre 2011

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Forlani (Ministero del Lavoro): “Il decreto flussi potrebbe non essere più necessario”
Secondo il direttore generale dell'Immigrazione del ministero del Lavoro, “si possono soddisfare le esigenze del mondo del lavoro con i 300 mila stranieri disoccupati già presenti in Italia e i 40 mila figli di immigrati in cerca di prima occupazione”

MILANO – Il decreto flussi potrebbe non essere più necessario. "Si possono soddisfare le esigenze del mondo del lavoro con i circa 300 mila stranieri disoccupati già esistenti sul territorio italiano e i 40 mila figli di immigrati in cerca di prima occupazione" ha affermato Natale Forlani, direttore generale dell'Immigrazione del ministero del Lavoro a margine della presentazione del XVII rapporto Ismu (vedi lancio precedente).

I nuovi immigrati arriveranno solo attraverso "ingressi qualificati": vale a dire liste di disponibilità che vengono stilare in alcuni Paesi con quali l'Italia ha o sta concludendo accordi diplomatici. Con Moldavia, Marocco, Sri Lanka, Egitto e Albani l'Italia ha accordi per i quali "non è poi necessario prevedere ingressi con i decreti flussi, ma anche solo in via amministrativa". Con India, Filippine e Ucraina gli accordi sono in via di definizione. "Rimane irrisolto il problema della Tunisia e della Cina", aggiunge Natale Forlani. 

Fonte: Redattore Sociale

12 dicembre 2011

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