La pace va per… corsa (Prima tappa)


Libera


Ha preso il via la grande maratona collettiva che attraverserà tutta l’Italia con protagonista Pino Papaluca, il barbiere maratoneta che ha già firmato alcune imprese negli anni passati come la Mosca-Roma o la Hammann-Baghdad.


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La pace va per... corsa (Prima tappa)

Prima tappa (20 km.)
Castell' Alfero (Asti)

Alle 9 di mattina un paese in piemonte oggi era già in fermento per il mio giro d'Italia.
Gazebo, striscioni e musica erano già pronti.
La scelta di questo piccolo paese non è casuale, visto che da qui parte il sogno di un'Italia unita, in questo piccolo paese nacque G.B. De Rolandis, ideatore della coccarda tricolore che diverrà poi la bandiera italiana.
L'associazione Libera che ha promosso l'iniziativa presente nel posto, ha organizzato la partecipazione dei ragazzi delle scuole.
I bambini erano entusiasti ed orgogliosi per le magliette indossate con la scritta "La pace va per…corsa".
Presenti anche 40 maratoneti di Asti che mi hanno accompagnato per tutto il tragitto.
A pochi minuti dalla partenza, ascoltando l' inno italiano e vedendo la sincera emozione della rappresentante di Libera, sentire tutti i ragazzi cantare, ancor di piu' mi ha reso consapevole dell'importanza di questa iniziativa.
Con i 40 maratoneti di Asti ,(entusiasti se possibile più di me) abbiamo attraversato (avvolte nella nebbia) un bellissimo paesaggio collinare fino a Moncalvo, dove ci aspettavano ragazzi liceali schierati come un picchetto d'onore con bandierine tricolori sulle note dell'inno di Mameli.
Arrivati alla cascina Graziella (ragazza uccisa da un boss mafioso) e' terminata la nostra tappa, con la deposizione della coccarda.
"Dobbiamo vivere per rendere le ingiustizie visibili"
(Ghandi)

APPROFONDIMENTO

G.B De Rolandis
Ideatore insieme a Zamboni della coccarda tricolore che diventerà poi la bandiera Italiana
Per le sue idee liberali e patriottiche fu il primo martire del risorgimento italiano, condannato a morte tramite impiccagione a Bologna.
Egli si recò a Bologna per studiare nel Collegio della Viola ed il 14 novembre 1794, con il bolognese Luigi Zamboni ed altri compagni, organizzò un'insurrezione della città per liberarla dall'oppressione pontificia; la sommossa fu preceduta dalla distribuzione di manifesti e coccarde tricolori.
Miseramente fallito il tentativo, De Rolandis e Zamboni fuggirono verso l'Appennino ma vennero catturati nel Granducato di Toscana dalle milizie papali due giorni dopo. Segregati nel carcere bolognese del Torrone, subirono numerose torture ed interrogatori.  Lo Zamboni si suicidò impiccandosi nella sua cella, anche se molti dubbi rimangono sulla vera causa della sua morte, mentre il De Rolandis fu processato e condannato a morte dall'inquisizione con sentenza eseguita il 23 aprile 1796 sulla Montagnola della Piazza del Mercato di Bologna. Aveva solo 21 anni.Gazebo Pochi mesi dopo, il 19 giugno 1796 Napoleone Bonaparte entra a Bologna ponendo fine allo Stato Pontificio; ordina la liberazione dei prigionieri politici e diede disposizioni affinché la memoria di Zamboni e De Rolandis sia celebrata. Una delle coccarde originali è ancora oggi conservata al Museo dell'Università di Bologna.

Graziella Campagna
Una ragazza di 17 anni assassinata e senza giustizia per 21 anni.
Graziella trova lavoro in una tintoria come stiratrice in una città vicina, Villafranca Tirrena un impiego in nero che le frutta solo 150 mila lire al mese. Svolgendo quest'attività, un giorno trova un'agendina nella tasca di una camicia di proprietà di un certo "Ingegner Cannata".  In questa agendina c'erano segreti che nessuno doveva conoscere. Nomi e storie di complici e protettori.."l'ingegner Cannata"quando si accorse di averla dimenticata mandò d'urgenza qualcuno a recuperarla. In quel momento fu deciso il destino di Graziella. Quel documento rivela che il vero nome dell'uomo è Gerlando Alberti junior, nipote latitante del boss Gerlando Alberti senior (assicurato alla giustizia anni prima dal generale Carlo Alberto Dalla Chiesa) Quest'informazione le costerà la vita. Il 12 dicembre del 1985 alle 20 dopo aver finito di lavorare, va come sempre ad aspettare l'autobus che la condurrà a casa. Ma nell'attesa successe qualcosa e quella sera la corriera arriva a Saponara senza di lei. la madre,che la aspettava, si preoccupa, Graziella non era ragazza da fare ritardi. Nessuno riesce a trovarla, inizialmente si pensa ad una "fuitina"(una scappatella con un ragazzo) ma l'ipotesi non regge, in quanto il suo ragazzo era in quel momento a casa con la famiglia e lei lì non c'era.  Il maresciallo presente in quel momento in caserma però è così convinto che sia una scappatella che addirittura si prende un giorno di vacanza. estimoni affermarono che lei quella sera salì su un'auto sconosciuta piuttosto tranquillamente, quindi con qualcuno alla guida di sua conoscenza e di cui si fidava, cosa che sembrò comunque molto strana ai familiari. ue giorni dopo il corpo fu ritrovato a Forte Campone e riconosciuto dal fratello, Pietro Campagna. veva cinque ferite d'arma da fuoco,che spararono da non più di due metri di distanza dalla vittima. Le ferite erano sulla mano e sul braccio con cui probabilmente tentò di proteggersi, all'addome, alla spalla, al petto e ormai in terra un colpo di grazia alla testa.

Fonte: Libera.it

19 febbraio 2011

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