La guerra non è la risposta
L’Osservatore Romano
La guerra è una pazzia «dalla quale l’umanità non ha ancora imparato la lezione». Dopo Redipuglia Papa Francesco è tornato a parlare dei conflitti «che ancora oggi sono in corso».
La guerra è una pazzia «dalla quale l’umanità non ha ancora imparato la lezione». Con ancora vivo nel cuore il ricordo della visita compiuta il giorno precedente a Redipuglia, anche all’Angelus di domenica 14 settembre Papa Francesco è tornato a parlare dei conflitti «che ancora oggi sono in corso» in varie parti del mondo.
Domandandosi «quando impareremo questa lezione» che la storia continua a impartire agli uomini senza apprezzabili risultati, ha invitato, «a guardare Gesù Crocifisso per capire che l’odio e il male vengono sconfitti con il perdono e il bene», e per comprendere una volta per tutte «che la risposta della guerra fa solo aumentare il male e la morte». In proposito ha citato i «numeri spaventosi» della Grande guerra — «si parla di circa 8 milioni di giovani soldati caduti e di circa 7 milioni di persone civili» — e alcuni dei drammi che affliggono l’umanità in questo particolare momento storico: come il conflitto in corso nella Repubblica Centroafricana, dove oggi (lunedì 15) inizi ufficialmente la missione voluta dalle Nazioni Unite per favorire la pacificazione del Paese e proteggere la popolazione civile. Il Pontefice ha assicurato «l’impegno e la preghiera della Chiesa cattolica» e incoraggiato «lo sforzo della Comunità internazionale», auspicando che «la violenza ceda il passo al dialogo» e che «gli opposti schieramenti lascino da parte gli interessi particolari e si adoperino perché ogni cittadino, a qualsiasi etnia e religione appartenga, possa collaborare» al bene comune.
Richiamando la festa liturgica dell’esaltazione della Santa Croce, il commosso pensiero di Papa Francesco è andato inoltre ai «tanti fratelli e sorelle che sono perseguitati e uccisi a causa della loro fedeltà a Cristo», specie «là dove la libertà religiosa non è ancora garantita o pienamente realizzata».
Infine il Papa ha affidato alla protezione della Vergine Maria le venti coppie di sposi che poco prima aveva unito in matrimonio nella basilica Vaticana.
Fonte: www.osservatoreromano.va/it
15 settembre 2014