La guerra infierisce sui bambini del mondo
L'Osservatore Romano
Ottomila bambini sono stati uccisi o mutilati nel 2016. È quanto emerge dal rapporto annuale sui minori nei conflitti armati presentato ieri dall’Onu.
Ottomila bambini sono stati uccisi o mutilati nel 2016. È quanto emerge dal rapporto annuale sui minori nei conflitti armati presentato ieri dall’Onu. Il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, si è detto «inorridito» da quanto accade nel mondo. Solo in Yemen — si legge nel rapporto — sono stati 683 i bambini colpiti l’anno scorso, negli attacchi della coalizione militare guidata dall’Arabia Saudita.
Il resoconto di questi «attacchi inaccettabili, nonché il reclutamento e l’uso dei bambini, gli attacchi alle scuole e agli ospedali e le violenze sessuali» deve con forza «richiamare tutte le parti alla responsabilità di proteggere i bambini, nel rispetto degli obblighi sanciti dal diritto umanitario» ha detto il segretario generale, sottolineando poi che tutti sono chiamati a collaborare con le Nazioni Unite per migliorare la protezione dei minori.
A causa di conflitti e povertà oggi l’11,5 per cento dei bambini in età scolare — pari a 123 milioni — non frequenta la scuola e questo li espone in maniera drammatica a situazioni di sfruttamento se non proprio reclutamento. Le guerre continuano a minacciare e a invertire i progressi fatti. I conflitti in Iraq e Siria si sono tradotti in altri 3,4 milioni di bambini che non seguono percorsi scolastici, portando il numero dei minori fuori dalle scuole in Medio oriente e in Nord Africa a circa 16 milioni.
Inoltre, determinate evenienze demografiche e geoeconomiche concorreranno ad alimentare nel prossimo futuro le tensioni internazionali, con l’acuirsi di vecchi conflitti o lo scoppiare di nuovi: a cominciare dalle «guerre per l’acqua». Da oggi a una ventina d’anni, considerato il continuo boom demografico, il numero delle persone che vivono in aree scarse d’acqua si triplicherà, passando dall’attuale miliardo a più di tre. E a farne le spese per primi saranno i minori. L’Onu sottolinea che in alcuni casi sono già cominciate situazioni di conflittualità che non vengono adeguatamente prese in considerazione. Ad esempio, nell’Africa subsahariana la situazione è da tempo particolarmente allarmante: nella cintura del Sahel seguitano a ripetersi gli scontri fra agricoltori e allevatori per l’accaparramento delle poche risorse idriche locali, scontri che finiscono per danneggiarne o contaminarne una parte.
La carenza di risorse idriche e le conseguenti malattie veicolate da acqua non potabile su scala mondiale si stanno aggravando di anno in anno e a farne le spese sono prima di tutto i bambini.
Osservatore Romano
7 ottobre 2017