"La giornata della terra" mobilitazione internazionale di sostegno al popolo palestinese
La redazione
Ricorreva ieri, 30 marzo, il 33° anniversario della Giornata della Terra, in difesa della terra palestinese dalla distruzione e dalla confisca da parte del governo d’Israele. Nel 1976 furono uccisi sette giovani Palestinesi che manifestavano pacificamente contro l’esproprio.
Ricorreva ieri, 30 marzo, il 33° anniversario della Giornata della Terra, in difesa della terra palestinese dalla distruzione e dalla confisca da parte del governo d'Israele. Questa ricorrenza è l’occasione per rievocare i tragici avvenimenti del 1976, quando gli Arabi-Palestinesi rimasti in Palestina dopo l’occupazione israeliana del 1948 – e la conseguente espulsione della maggior parte del popolo – scesero in piazza per difendere il diritto alla loro terra. Ventotto anni di occupazione erano stati, infatti, segnati da leggi repressive, coprifuoco, divieto di spostamento, confisca delle terre, distruzione dei villaggi, divieto di espressione e di organizzazione. Tentativi tutti di cancellare ogni identità fisica, storica, culturale dalla terra palestinese. Il governo israeliano scatenò un feroce attacco contro la minoranza araba in Israele a Gerusalemme, nel Negev e nella Galilea.
La storia ricorda che gli Arabi-Palestinesi affrontarono, quel giorno, a mani nude, i carri armati. Risultato: sette caduti, tra cui una donna, decine e decine di feriti, centinaia di arresti. Si apriva, così, una pagina nuova nella lotta palestinese, con una coesione popolare sempre più forte. Ed è appunto da quel marzo 1976 che la lotta palestinese è lotta per il mantenimento della terra. Giornata del ricordo, quindi, che è stata celebrata in tutto il mondo, in cui i Palestinesi hanno ricordato le tragiche tappe della loro esistenza, rievocando i massacri di Hanin (16 ottobre 1976, con l’assedio e il bombardamento da parte di Israele), di Bint J’beil (21 ottobre 1976, quando si scatenò un bombardamento israeliano su un mercato), di Khiam (marzo 1978, un bombardamento che causò oltre cento morti), di Ausay (15 marzo 1978, con un bombardamento che causò morte e distruzione), di Abbasiyah (15 marzo 1978, quando fu distrutta la moschea provocando una strage).
La politica israeliana di conquista dei territori palestinesi non si è fermata con l’occupazione della Cisgiordania nel giugno del ’67, ma continua tuttora: giorno dopo giorno il Muro dell’apartheid confisca nuovi terreni palestinesi, dividendo orti, villaggi, città, famiglie. Nuovi insediamenti vengono costruiti e i vecchi vengono ampliati.
In occasione di questa ricorrenza, crediamo sia compito di ogni uomo libero e democratico denunciare e condannare i crimini di guerra commessi dall'esercito israeliano contro la popolazione palestinese, per affermare e difendere il diritto del popolo palestinese alla vita e alla sua terra.