La farsa siriana
Kiwan Kiwan - ilmondodiannibale.globalist.it
In un’ora a un seggio di Damasco si sono presentati in tre. La farsa elettorale messa in scena da un regime accusato di crimini contro l’umanità.
Chissà come mai non è andata come in Iraq. Quando a Baghdad si tennero "libere elezioni" le tv offrirono al mondo l'immagine di tantissimi iracheni che sfidavano la paura e i terroristi di al-Qaeda e pur sapendo che rischiavano la vita andavano a votare, in massa. In Siria invece la partecipazione è stata debolissima e non soltanto perché l'opposizione ha boicottato queste elezioni proclamando gli scioperi in varie città. Ma perché i siriani non hanno creduto che questa farsa potesse essere definita una "libera competizione elettorale".
In un seggio di Damasco le autorità hanno dichiarato che si sono presentate137 persone alle urne nelle prime tre ore, ma i giornalisti hanno visto solo tre persone presentarsi alle urne in quel seggio,pur stazionando lì per un'oretta. Un uomo che ha chiesto l'anonimato, ha detto : "chi non sa che i candidati sono tutti degli uomini d'affari e burattini nelle mani dei potenti del regime"?
Il Consiglio Nazionale dell'Opposizione siriana ha invitato i siriani "a scioperare e protestare contro le elezione truffa, definendo il regime un "usurpatore sfacciato", che convoca elezioni mentre nel paese c'è la guerra, e per strada si incontrano proiettili e missili di ogni genere. "Non convoca elezioni credibili chi si macchia di crimini contro l'umanità e ogni genere di punizioni collettive."
Interessante anche l'opinione di Louay Hussein, che guida il Movimento Costruzione dello Stato Siriano: " Queste elezioni sono formali e non cambieranno l'equilibrio in Siria, anche perché il Parlamento siriano non ha nessuna autorità, non decide niente, e per questo non ha nessuna autorità nel paese."
Fonte: http://ilmondodiannibale.globalist.it
8 Maggio 2012