La campagna Stop F35 scrive ai capigruppo della Camera: discutete su questo progetto è inutile e costoso
Rete Disarmo
Le organizzazioni del disarmo non vogliono più stare in silenzio di fronte all’indifferenza della politica sulle negative e diseconomiche scelte di acquisti militari.
Le organizzazioni del disarmo non vogliono più stare in silenzio di fronte all’indifferenza della politica sulle negative e diseconomiche scelte di acquisti militari.
“Come abbiamo mostrato nei dati sulla manovra finanziaria alternativa promossa da Sbilanciamoci! – dichiara Giulio Marcon coordinatore della campagna – anche in Italia gli investimenti militari complessivi godono di buona salute, mentre si tagliano dappertutto le spese sociali per scuole e sanità. In particolare lo sviluppo e l’acquisto dei grandi sistemi d’arma non pare subire mai arresti nelle intenzioni di spesa dei Governi”.
Niente soldi per gli investimenti utili agli italiani, mentre il Parlamento non discute nemmeno le costosissime scelte di acquisto militare del Governo. Con questo spirito la campagna “Stop-F35 Diamo la caccia al caccia” scrive oggi ai capigruppo parlamentari della Camera dei Deputati, chiedendo che il Parlamento si faccia carico di un confronto su questo mastodontico e costosissimo progetto, il più grande della storia in ambito militare.
“Lo strumento ci sarebbe ed è la mozione 408 presentata nello scorso luglio alla Camera dall’On. Pezzotta (una simile è stata presentata dal Sen. Veronesi al Senato) che chiede al Governo di sospendere il progetto di acquisto degli otlre 130 caccia d’attacco JSF F35” sottolinea Massimo Paolicelli dell’Asociazione Obiettori Nonviolenti e tra i coordinatori della campagna. “Solo che tale mozione, dopo essere stata calendarizzata per febbraio/marzo è in seguito sparita dal programma dei lavori dell’Assemblea alla Camera non venendo riproposta nel nuovo calendario che arriva a giugno 2011”.
Per questo motivo la Campagna nazionale, forte delle numerose adesioni raccolte in questi mesi, sta chiedendo ai Presidenti di tutti i gruppi parlamentari di adoperarsi perchè il Parlamento abbia finalmente la possibilità di confrontarsi su una scelta che costerà al nostro Paese almeno 15 miliardi di euro, solo per l’acquisto di aerei che vanno poi mantenuti e messi in esercizio.
Il faraonico progetto dei Joint Strike Fighter F35 risulta già ora il più costoso della storia già raddoppiando i costi previsti al suo inizio; ha sollevato dubbi nei maggiori paesi partecipanti tra cui la Gran Bretagna (che ha cancellato i propri ordini per la versione ad atterraggio verticale), la Norvegia, i Paesi Bassi e la Danimarca. Anche negli Stati Uniti, capofila del progetto, si stanno sollevando forti dubbi sulla base del costante monitoraggio fatto dal U.S. Government Accountability Office che contesta al progetto forti ritardi, il lievitare dei costi e le scarse garanzie sulla buona riuscita.
La richiesta pubblica della campagna “Stop-F35 Diamo la caccia al caccia” non casualmente viene inviata oggi 12 aprile 2011, giorno in cui si celebra la “Giornata Mondiale di azione sulle Spese Militari” (www.demilitarize.org) per chiedere ai governi una forte virata nelle loro scelte di spesa. Mobilitazioni, incontri, happening, iniziative di varia natura cercheranno in tutto il mondo di sottolineare come il disarmo sia utile e conveniente, oltre che giusto.
Recuperando una vecchia frase pronunciata da Dwight Eisenhower: “Il disarmo, con reciproco onore e fiducia, è un imperativo continuo. Insieme dobbiamo imparare come comporre le differenze, non con le armi, ma con l’intelletto e con scopi onorevoli.”
“Proprio ieri il SIPRI (l’importante istituto svedese che monitora annualmente le spese militari pubbliche) ha rilasciato i nuovi dati relativi al 2010: nonostante la profonda crisi economica mondiale e le conseguenti decisioni di tagli sulle spese pubbliche sociali i soldi investiti dai Governi per le armi e gli eserciti sono ancora in crescita – afferma Francesco Vignarca coordinatore della Rete Disarmo – Il +1,3% rispetto al 2009 porta a complessivi 1630 miliardi di dollari. Non c’è da stupirsi se i conflitti crescono in numero ed intensità, visto che i responsabili pubblici delle nazioni sembrano voler investire in questi ambiti piuttosto che in scuole, ospedali, servizi sociali”.
Ripensare l’acquisto dei caccia d’attacco F35 JSF: un’occasione per mettere al primo posto le necessità sociali dell’Italia
Anche se il Governo tiene bloccata da tempo (almeno dalla fine 2009) la decisione definitiva, l’Italia a breve potrebbe perfezionare l’acquisto di oltre 130 cacciabombardieri d’attacco Joint Strike Fighter F35: un programma che ad oggi ci è costato già 1,5 miliardi di euro ne costerà almeno altri 13, solo per l’acquisto dei velivoli!
Siamo quindi in gioco, come partner privilegiato, nel più grande progetto aeronautico militare della storia, costellato di problemi, sprechi e budget sempre in crescita, mentre diversi altri paesi partecipanti – tra cui Gran Bretagna, Norvegia, Olanda, Danimarca e gli stessi Stati Uniti capofila! – hanno sollevato dubbi e rivisto la propria partecipazione. In questo periodo di crisi e di mancanza di risorse per tutti i settori della nostra società, diviene perciò importante effettuare pressione sul Governo italiano affinché decida di rivedere la propria intenzione verso l’acquisto degli F35, scegliendo altre strade più necessarie ed efficaci sia nell’utilizzo dei fondi (verso investimenti sociali) sia nella costruzione di un nuovo modello di difesa.
Per questo noi diciamo:
NO allo spreco di risorse per aerei da guerra sovradimensionati e contrari allo spirito della nostra Costituzione
SI all’utilizzo di questi ingenti risorse per le necessità vere del paese: rilancio dell’economia, ricostruzione dei luoghi colpiti da disastri naturali, sostegno all’occupazione
NO alla partecipazione ad un programma fallimentare anche nell’efficienza: il costo per velivolo è già passato (prima della produzione definitiva) da 80 milioni di dollari a 130 milioni di dollari (dati medi sulle tre tipologie)
SI all’investimento delle stesse risorse per nuove scuole, nuovi asili, un sostegno vero all’occupazione, l’investimento per la ricerca e l’Università, il miglioramento delle condizioni di cura sanitaria nel nostro Paese
NO al programmi militari pluriennali e mastodontici, pensati per contesti diversi (in questo caso la guerra fredda) ed incapaci garantire Pace e sicurezza
SI all’utilizzo delle risorse umane del nostro Governo e delle nostre Forze Armate non per il vantaggio commerciale dell’industria bellica, ma per la costruzione di vera sicurezza per l’Italia
NO al soggiacere delle scelte politiche agli interessi economici particolari dell’industria a produzione militare e dei vantaggi che essa crea per pochi strati di privilegiati
SI al ripensamento della nostra difesa nazionale come strumento a servizio di tutta la società e non come sacca di privilegi e potere
Con i oltre 15 miliardi di euro complessivi del progetto per il JSF si potrebbe:
Costruire 3.000 asili nido!
Costo 1 miliardo di € con beneficiari 90.000 bambini da 0 a 3 anni e 50.000 famiglie
Posti di lavoro creati: 20.000
Mettere in sicurezza 1.000 scuole!
Costo 3 miliardi di € con beneficiari 380.000 studenti
Posti di lavoro creati: 15.000
Installare 10 milioni di pannelli solari!
Costo 8,5 miliardi di € con beneficiarie 300.000 famiglie
Posti di lavoro creati: 80.000
Dare indennità di disoccupazione di 700 € per 6 mesi ai precari con reddito inferiore ai 20.000 €
Costo 2,5 miliardi di € con beneficiarie 800.000 persone
oppure (al posto di quest’ultima)
Ristrutturare il centro storico dell’Aquila, 5.000 case inagibili, l’ospedale e la casa dello studente
Costo 2,5 miliardi di € con beneficiarie 30.000 persone
Posti di lavoro creati: 2.000
Con i 130 milioni di euro di un singolo cacciabombardiere JSF si potrebbe:
Acquistare 20 treni per pendolari beneficiari 20.000 studenti
Posti di lavoro creati: 1.500
Acquistare 5 Canadair per servizio antincendio beneficiaria un’area di 200.000 abitanti
Ripristinare (con due caccia) il fondo del 5xMille beneficiarie centinaia di associazioni che operano nel sociale e i loro utenti
con il costo circa 8 caccia F35 si potrebbe invece ottenere i fondi richiesti dal Veneto alluvionato per gli interventi di ricostruzione beneficiaria un’intera regione italiana
La campagna “Stop-F35 Diamo la caccia al caccia” è stata lanciata nel 2009 e da allora coordinata da Sbilanciamoci! e Rete Italiana per il Disarmo (organismo di coordinamento delle realtà che operano in Italia sul tema del disarmo e che comprende: ACLI – Agenzia per la Pace Sondrio – Amnesty International – Archivio Disarmo – ARCI – ARCI Servizio Civile – Associazione Obiettori Nonviolenti – Associazione Papa Giovanni XXIII – Associazione per la Pace – ATTAC – Beati i costruttori di Pace – Campagna Italiana contro le Mine – Campagna OSM-DPN – Centro Studi Difesa Civile – Conferenza degli Istituti Missionari in Italia – Coordinamento Comasco per la Pace – FIM-Cisl – FIOM-Cgil – Fondazione Culturale Responsabilità Etica – Gruppo Abele – ICS – Libera – Mani Tese – Movimento Internazionale della Riconciliazione – Movimento Nonviolento – OPAL – OSCAR Ires Toscana – Pax Christi – PeaceLink – Rete di Lilliput – Rete Radiè Resch – Traduttori per la Pace – Un ponte per…)
La mobilitazione è poi sostenuta direttamente da Unimondo, GrilloNews e Science for Peace ed ha raccolto 20.000 adesioni online tramite il sito www.disarmo.org/nof35 ed oltre 17.000 firme cartacee tramite i moduli sottoscritti in tutta Italia.
A sostegno di questa azione pubblica sono poi partite diverse altre iniziative che hanno fatto aumentare il bacino di sostegno della campagna e dei suoi temi; in particolare vanno ricordate le diverse migliaia di firme raccolte da DisarmiamolaPace e le cartoline di pressione parlamentare promosse sia da Pax Christi che dall’Associazione Papa Giovanni XXIII.
La mozione parlamentare proposta dalla Campagna (e promossa alla Camera dall’On Pezzotta e al Senato dal Sen. Veronesi) è stata sottoscritta:
alla Camera dagli onorevoli Sarubbi, Colaninno, Marco Carra, Enzo Carra, De Pasquale, Bossa, Ruvolo, Giovanelli, Castagnetti, Fogliardi, Graziano, Rubinato, Delfino, Lucà, Marchioni, Bobba
al Senato da senatori Ferrante, Vimercati, Serafini Anna Maria, Carofiglio, Della Seta, Franco Vittoria, Della Monica, Vita, Treu, Di Giovan Paolo, Nerozzi, Baio, Soliani, Maritati, Armato, Rusconi, Molinari, Lannutti, Bassoli, Perduca, Bastico, Incostante, Chiaromonte, Musi, Sangalli, Astore
Fonte: Rete Italiana per il Disarmo
12 aprile 2011
Ripensare l’acquisto dei caccia d’attacco F35 JSF: un’occasione per mettere al primo posto le necessità sociali dell’Italia
Anche se il Governo tiene bloccata da tempo (almeno dalla fine 2009) la decisione definitiva, l’Italia a breve potrebbe perfezionare l’acquisto di oltre 130 cacciabombardieri d’attacco Joint Strike Fighter F35: un programma che ad oggi ci è costato già 1,5 miliardi di euro ne costerà almeno altri 13, solo per l’acquisto dei velivoli!
Siamo quindi in gioco, come partner privilegiato, nel più grande progetto aeronautico militare della storia, costellato di problemi, sprechi e budget sempre in crescita, mentre diversi altri paesi partecipanti – tra cui Gran Bretagna, Norvegia, Olanda, Danimarca e gli stessi Stati Uniti capofila! – hanno sollevato dubbi e rivisto la propria partecipazione. In questo periodo di crisi e di mancanza di risorse per tutti i settori della nostra società, diviene perciò importante effettuare pressione sul Governo italiano affinché decida di rivedere la propria intenzione verso l’acquisto degli F35, scegliendo altre strade più necessarie ed efficaci sia nell’utilizzo dei fondi (verso investimenti sociali) sia nella costruzione di un nuovo modello di difesa.
Per questo noi diciamo:
NO allo spreco di risorse per aerei da guerra sovradimensionati e contrari allo spirito della nostra Costituzione
SI all’utilizzo di questi ingenti risorse per le necessità vere del paese: rilancio dell’economia, ricostruzione dei luoghi colpiti da disastri naturali, sostegno all’occupazione
NO alla partecipazione ad un programma fallimentare anche nell’efficienza: il costo per velivolo è già passato (prima della produzione definitiva) da 80 milioni di dollari a 130 milioni di dollari (dati medi sulle tre tipologie)
SI all’investimento delle stesse risorse per nuove scuole, nuovi asili, un sostegno vero all’occupazione, l’investimento per la ricerca e l’Università, il miglioramento delle condizioni di cura sanitaria nel nostro Paese
NO al programmi militari pluriennali e mastodontici, pensati per contesti diversi (in questo caso la guerra fredda) ed incapaci garantire Pace e sicurezza
SI all’utilizzo delle risorse umane del nostro Governo e delle nostre Forze Armate non per il vantaggio commerciale dell’industria bellica, ma per la costruzione di vera sicurezza per l’Italia
NO al soggiacere delle scelte politiche agli interessi economici particolari dell’industria a produzione militare e dei vantaggi che essa crea per pochi strati di privilegiati
SI al ripensamento della nostra difesa nazionale come strumento a servizio di tutta la società e non come sacca di privilegi e potere
Con i oltre 15 miliardi di euro complessivi del progetto per il JSF si potrebbe:
Costruire 3.000 asili nido!
Costo 1 miliardo di € con beneficiari 90.000 bambini da 0 a 3 anni e 50.000 famiglie
Posti di lavoro creati: 20.000
Mettere in sicurezza 1.000 scuole!
Costo 3 miliardi di € con beneficiari 380.000 studenti
Posti di lavoro creati: 15.000
Installare 10 milioni di pannelli solari!
Costo 8,5 miliardi di € con beneficiarie 300.000 famiglie
Posti di lavoro creati: 80.000
Dare indennità di disoccupazione di 700 € per 6 mesi ai precari con reddito inferiore ai 20.000 €
Costo 2,5 miliardi di € con beneficiarie 800.000 persone
oppure (al posto di quest’ultima)
Ristrutturare il centro storico dell’Aquila, 5.000 case inagibili, l’ospedale e la casa dello studente
Costo 2,5 miliardi di € con beneficiarie 30.000 persone
Posti di lavoro creati: 2.000
Con i 130 milioni di euro di un singolo cacciabombardiere JSF si potrebbe:
Acquistare 20 treni per pendolari beneficiari 20.000 studenti
Posti di lavoro creati: 1.500
Acquistare 5 Canadair per servizio antincendio beneficiaria un’area di 200.000 abitanti
Ripristinare (con due caccia) il fondo del 5xMille beneficiarie centinaia di associazioni che operano nel sociale e i loro utenti
con il costo circa 8 caccia F35 si potrebbe invece ottenere i fondi richiesti dal Veneto alluvionato per gli interventi di ricostruzione beneficiaria un’intera regione italiana
La campagna “Stop-F35 Diamo la caccia al caccia” è stata lanciata nel 2009 e da allora coordinata da Sbilanciamoci! e Rete Italiana per il Disarmo (organismo di coordinamento delle realtà che operano in Italia sul tema del disarmo e che comprende: ACLI – Agenzia per la Pace Sondrio – Amnesty International – Archivio Disarmo – ARCI – ARCI Servizio Civile – Associazione Obiettori Nonviolenti – Associazione Papa Giovanni XXIII – Associazione per la Pace – ATTAC – Beati i costruttori di Pace – Campagna Italiana contro le Mine – Campagna OSM-DPN – Centro Studi Difesa Civile – Conferenza degli Istituti Missionari in Italia – Coordinamento Comasco per la Pace – FIM-Cisl – FIOM-Cgil – Fondazione Culturale Responsabilità Etica – Gruppo Abele – ICS – Libera – Mani Tese – Movimento Internazionale della Riconciliazione – Movimento Nonviolento – OPAL – OSCAR Ires Toscana – Pax Christi – PeaceLink – Rete di Lilliput – Rete Radiè Resch – Traduttori per la Pace – Un ponte per…)
La mobilitazione è poi sostenuta direttamente da Unimondo, GrilloNews e Science for Peace ed ha raccolto 20.000 adesioni online tramite il sito www.disarmo.org/nof35 ed oltre 17.000 firme cartacee tramite i moduli sottoscritti in tutta Italia.
A sostegno di questa azione pubblica sono poi partite diverse altre iniziative che hanno fatto aumentare il bacino di sostegno della campagna e dei suoi temi; in particolare vanno ricordate le diverse migliaia di firme raccolte da DisarmiamolaPace e le cartoline di pressione parlamentare promosse sia da Pax Christi che dall’Associazione Papa Giovanni XXIII.
La mozione parlamentare proposta dalla Campagna (e promossa alla Camera dall’On Pezzotta e al Senato dal Sen. Veronesi) è stata sottoscritta:
alla Camera dagli onorevoli Sarubbi, Colaninno, Marco Carra, Enzo Carra, De Pasquale, Bossa, Ruvolo, Giovanelli, Castagnetti, Fogliardi, Graziano, Rubinato, Delfino, Lucà, Marchioni, Bobba
al Senato da senatori Ferrante, Vimercati, Serafini Anna Maria, Carofiglio, Della Seta, Franco Vittoria, Della Monica, Vita, Treu, Di Giovan Paolo, Nerozzi, Baio, Soliani, Maritati, Armato, Rusconi, Molinari, Lannutti, Bassoli, Perduca, Bastico, Incostante, Chiaromonte, Musi, Sangalli, Astore