La buona scuola nelle trincee della grande guerra
Comitato Promotore Meeting
Sfidando la pioggia, il freddo e il vento più di 3500 ragazzi e ragazze di ogni parte d’Italia hanno dato vita a una straordinaria iniziativa di pace.
Sfidando la pioggia, il freddo e il vento più di 3500 ragazzi e ragazze di ogni parte d’Italia hanno dato vita questa mattina a una straordinaria iniziativa di pace. Teatro dell’evento sono state le trincee della prima guerra mondiale del Carso, i luoghi delle battaglie più lunghe e orribili del primo grande massacro del 900. Armati di bandiere della pace e dei diritti umani, dell’Europa e dell’Onu si sono infilati nelle trincee infangate del monte Sabotino e del San Michele, del Kolovrat e del Brestovec, sono andati da Monfalcone ai cimiteri di Redipuglia. Sotto una pioggia battente hanno ascoltato le storie dei giovani trucidati in quei luoghi e hanno invocato la pace per tutti quelli che anche oggi sono sotto le bombe; hanno condiviso una grande pagnotta di pane e hanno riflettuto sul valore di quel gesto, hanno suonato, cantato e urlato con tutto il fiato in gola. A cento anni dalla Dichiarazione di guerra dell’Italia all’Austria, i ragazzi e le ragazze hanno concluso il loro Meeting nelle trincee della grande guerra con una Dichiarazione di Pace all’Europa e al mondo.
“Noi, giunti sui luoghi dove cento anni fa centinaia di migliaia di persone persero la vita in scontri fratricidi, determinati a sradicare la guerra dal nostro secolo, dichiariamo la pace all’Europa e al mondo.
Consapevoli delle violenze in corso e delle minacce che incombono, ci impegniamo a far venire meno ogni causa di guerra durante la nostra vita e ad essere attivamente costruttori di pace promuovendo il rispetto di ogni essere umano nei suoi diritti e la sua identità, e eliminando ogni tipo di ingiustizia.
Rifiutiamo la concorrenza tra esseri umani e tra paesi, e scegliamo la via della cooperazione tra tutti, della solidarietà e dell’aiuto mutuo in ogni campo.
Avendo preso coscienza che, vivendo in un mondo di risorse naturali limitate, con una popolazione quadruplicata sin dall’inizio della grande guerra e triplicata sin dalla fine della seconda guerra mondiale, siamo ormai tutti interdipendenti, decidiamo di gestire con saggezza e equità queste risorse cosi come il prodotto del lavoro umano a beneficio di tutti a ciascuno, traducendo nei fatti la dichiarazione universale dei diritti umani.
Rinunciamo alla violenza come mezzo per risolvere i conflitti tra individui e tra popolazioni.
Ci consideriamo responsabili gli uni degli altri e cercheremo di proteggere chi è vittima o minacciato di abuso o di violenza dovunque esso accada.
Per scrivere una nuova pagina nella storia, invitiamo tutti a firmare la dichiarazione di pace e a impegnarsi con noi a ri-unire la famiglia umana.”
Udine, 18 aprile 2015