L’Ostinato # 2 – Newsletter del Centro Pace Cesena


La redazione


E’ uscito il secondo numero de “L’Ostinato”, la newsletter del Centro per la Pace di Cesena! Scarica il file e leggi tutti gli interessantissimi articoli!


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L’Ostinato
O T T O B R E 2 0 1 5
N U M E R O 2

N e w s l e t t e r
p e r i o d i c a d e
“ C e n t r o p e r l a
P a c e
E r n e s t o B a l d u c c i ”

SOMMARIO:
Facciamo pace a scuola 2
TERRA E MEMORIA 3
Operation Daywork 4
Operation Daywork 5
Azione per un mondo unito 6
Pensieri in Libertà 7
Cinema e Diritti Umani 9

 ***

Guerra come fatalità dell'uomo?

di Piero Piraccini

“Se è vero che la guerra ha inizio nella mente degli uomini, anche la pace ha inizio dalle nostre menti”. Così sta scritto nello statuto dell’Unesco.

E’ possibile che gli uomini siano “liberati dalla fatalità della guerra?”

Perché un gruppo “piccolo, ma deciso di persone, inaccessibile a qualsiasi considerazione o scrupolo sociale che vede nella guerra o nella fabbricazione delle armi solo un’occasione per ottenere vantaggi personali (…) riesce ad asservire alle proprie cupidigie le masse che da una guerra hanno solo da soffrire e da perdere?”

Queste le parole rivolte da Einstein a Freud nel 1931. Einstein, consapevole che si stava lavorando alla bomba atomica, riteneva la risposta a queste domande “una questione di vita o di morte per la civiltà da noi conosciuta”.

Freud aveva in cura persone le cui menti erano traumatizzate dalla recente guerra, dunque poteva ben conoscere i fattori psicologici che si oppongono a un ordine mondiale capace di eliminare le guerre.

Freud rispose che mentre “i conflitti d’interesse fra gli uomini erano all’inizio decisi, in linea di principio, solo dalla violenza”, come nel regno animale, i processi legati alla civilizzazione hanno fatto sì che la guerra sempre più sia rifiutata “ in misura quasi pari alle sue atrocità”.

Dunque, il superamento della guerra come soluzione di un conflitto è l’obiettivo naturale di un processo di civilizzazione dell’umanità ancora incompleto.

L’angoscia dei pacifisti, dunque la nostra angoscia, deve essere collocata in una prospettiva storica perché – sono parole di Rita Levi Montalcini – noi riscontriamo un errore evolutivo dello sviluppo umano giacché a una capacità tecnica di ideare armi sempre più sofisticate, dalla clava del neolitico ai droni dei nostri tempi, non si accompagna un’evoluzione della mente umana che aborrisca

la possibilità che la nostra specie abbia fine a causa della guerra, ad esempio quella nucleare.

Torniamo ai giorni nostri.

Ormai non c’è leader mondiale, o persona di un minimo di buon senso, che non richiami il concetto di guerra mondiale fatta a pezzetti riferendosi ai fatti odierni.

Immagini scandite da macerie in tante parti del mondo.

Siria, Libia, Ucraina, … In una Palestina composta di enclave collegate fra loro da corridoi sorvegliati da militari israeliani, ragazzi si ribellano a un’occupazione che dopo aver precluso un passato minimamente dignitoso, toglie ogni speranza di futuro.

A un coltello frutto della disperazione si risponde con i fucili, mentre Netanyahu assolve Hitler: non è stata sua l’idea di sterminare milioni di ebrei, ma del gran Muftì di Gerusalemme!

Masse sterminate si muovono dai luoghi della guerra e della fame alla ricerca di luoghi in cui la vita non sia una scommessa.

Non c’è alcuna emergenza in atto, se non quella della nostra intelligenza che deve in fretta raccordarsi con la realtà: quello che sta succedendo è un fatto che coinvolge un’epoca non un’estate. Imprese agroalimentari multinazionali e stati nazionali (Emirati del Golfo, Cina e Corea del sud) acquistano milioni di ettari di paesi africani per coltivare alimenti da immettere sul mercato mondiale. I contadini sono cacciati dalle terre e così milioni di uomini e donne cercano vie di fuga verso l’Europa, ma sono infinitamente di più coloro che si rifugiano in altri paesi del Sud del mondo. Ogni distinzione fra rifugiato economico e politico, dunque, perde ogni efficacia.

La pace è precondizione per godere dei diritti umani. E’ difficile da capire il ritardo con cui il comune di Cesena porta in consiglio, se mai la porterà, la delibera che dichiara la Pace come un Diritto Umano. Non sarà certo una delibera che risolverà i problemi del mondo, ma quella delibera unitamente alle tante già approvate aiuterà. Il mare è composto di tante singole gocce.

Cesena, ottobre 2015

 

 

 

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