L’ONU taglia gli aiuti umanitari alla Siria


NEAR EAST NEWS AGENCY


Ridotte le razioni di cibo a centinaia di migliaia di siriani per mancanza di fondi. Ieri i ribelli hanno attaccato una scuola, oggi l’aviazione bombarda Damasco.


CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+
aiutiOnuSiria

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le Nazioni Unite, a corto di fondi, tagliano le razioni di cibo a centinaia di migliaia di siriani. In piena guerra civile – un conflitto che in venti mesi ha lasciato sul terreno circa 40mila vittime e ha provocato la fuga di 440mila profughi all’estero – l’World Food Program dichiara l’incapacità di sostenere con aiuti umanitari la popolazione civile siriana.

Sarebbero necessari almeno 20 milioni di dollari per rifornire la popolazione con 15mila tonnellate di cibo (riso, frumento, olio vegetale, zucchero, pasta e sale) e coprire così il mese di dicembre: “Abbiamo dovuto ridurre le razioni di cibo, dopo che la richiesta di assistenza umanitaria è passata da 850mila persone a un milione e mezzo a settembre”, ha commentato Abeer Etefa, portavoce dell’agenzia delle Nazioni Unite. “La speranza – ha aggiunto – è trovare i finanziamenti necessari per coprire altri sei mesi”.

Gli ulteriori tagli seguono ad una precedente riduzione: l’World Food Program aveva già eliminato dalle razioni passata di pomodoro, pesce in scatola e tè. Un annuncio che arriva dopo che le stesse Nazioni Unite hanno definito le condizioni della Siria “catastrofiche”: almeno quattro milioni di persone necessitano di una qualche forma di aiuto, a cui si aggiungono i 440mila profughi in Turchia e Giordania.

E le violenze proseguono: ieri gruppi armati di opposizione hanno centrato con un colpo di mortaio una scuola a Damasco, uccidendo 29 studenti e un insegnante. I ribelli si fanno sempre più vicini al cuore del regime di Bashar al-Assad, dopo essersi rafforzati a Nord e ad Est, al confine con Turchia e Iraq.

Questa mattina aerei militari hanno bombardato alcuni quartieri della capitale, dove secondo il governo si nascondono gruppi di ribelli: “L’aviazione sta bombardando i quartieri di Mleha e Zabdine, a Sud Est”, ha riportato l’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani, aggiungendo che ieri almeno 123 persone sono morte, di cui trenta a Damasco.

Fonte: http://nena-news.globalist.it

5 dicembre 2012

CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+

Lascia un commento