L’acqua è l’oro di tutti. Parte la campagna dei referendum
Simone Di Stefano
Dopo il via libera della Consulta, ha preso il via ieri la campagna referendaria sull’abrogazione delle due norme del decreto Ronchi sulla privatizzazione e la tariffe dell’acqua. Una matita sulla casella del “sì” e la scritta all’interno di una goccia blu: «2 sì per l’Acqua Bene Comune»: questo il simbolo scelto dai cittadini sul sito del Forum.
Dopo il via libera della Consulta, ha preso il via ieri la campagna referendaria sull'abrogazione delle due norme del decreto Ronchi sulla privatizzazione e la tariffe dell'acqua. Una marcia di avvicinamento al voto partita con la presentazione, presso la sede della Federazione nazionale della stampa a Roma, del logo e delle campagne organizzate dal Forum italiano dei movimenti per l'acqua pubblica.
Una matita sulla casella del “sì” e la scritta all'interno di una goccia blu: «2 sì per l'Acqua Bene Comune»: questo il simbolo scelto dai cittadini sul sito del Forum. Presentate anche le tappe di avvicinamento alle urne, con voto previsto a primavera: «E non sarà una passeggiata», hanno chiarito i promotori, che ora temono l'ostruzionismo del governo: «La questione sull'attuazione del decreto è già all'ordine del giorno del Consiglio dei Ministri – ha precisato Paolo Corsetti, presidente del Comitato “2 sì per l'Acqua Bene Comune” – e non vorremmo che il referendum ci venisse scippato con mezzucci che sarebbero soltanto un inganno frutto di una falsa riforma». Per questo sarà chiesto al Parlamento di approvare una moratoria delle scadenze previste dal decreto, così da poter evitare il rischio di un'accelerazione del processo di privatizzazione del servizio idrico nazionale ancor prima che gli italiani si esprimano.
«Se in questo momento si apportassero modifiche al decreto si aprirebbero delle problematiche giuridiche, poiché le logiche dei quesiti referendari dovrebbero essere trasferite sulle nuove norme», dice Stefano Rodotà, giurista e tra gli estensori dei quesiti referendari. «Dichiarando l'ammissibilità dei quesiti – ha poi aggiunto – la Consulta ha chiarito che non esiste una norma europea che obbliga la privatizzazione dei beni comuni».
Per la prima volta il Comitato promotore è interamente frutto di movimenti sociali e culturali: le prossime campagne saranno dunque autofinanziate, con sottoscrizione volontaria (tramite versamento bancario o sul sito www.referendumacqua.it). Il cittadino potrà poi beneficiare del rimborso elettorale previsto per il raggiungimento del quorum. Tra le iniziative previste, il Festival dell'Acqua a Sanremo, in concomitanza con la gara canora, un carro sull'Acqua bene comune al Carnevale di Viareggio e una manifestazione nazionale il 26 marzo a Roma.
Le possibili date del referendum saranno comprese tra il 15 aprile e il 15 giugno, a meno di elezioni politiche che lo vedrebbero allora slittare al prossimo autunno. In particolare, verrà chiesta agli italiani l'abrogazione della norma che regola le «modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica» e l'abrogazione parziale della parte relativa alla «determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all'adeguata remunerazione del capitale investito». Ma servirà anche il quorum, e negli ultimi anni si sa qual è la tendenza alle urne: «Chiederemo l'accorpamento alle amministrative – chiosa Corsetti – per contenere la spesa pubblica e per ottenere la maggiore affluenza possibile».
Un milione e 400 mila firme, un record per la storia della nostra repubblica: «Si tratta di un'iniziativa partita completamente dal basso – spiega ancora Rodotà – e che cambia l'agenda politica. Al di la' dell'acqua, all'ordine del giorno viene posta la questione dei beni comuni. L'articolo 43 della Costituzione italiana prevede poi la gestione dei beni da parte di comunità di cittadini e di persone. Sarebbe un terzo modo per governare i beni collettivi rispetto alla forma pubblica o privata». Per dirla con il missionario comboniano Don Alex Zanotelli: «Tra 30 anni finirà il petrolio e noi sopravviveremo, ma quando finirà l'acqua sarà la fine anche per noi. È l'acqua il vero oro blu».
I NUMERI DELL'ACQUA
1 milione e 402,035: le firme raccolte per sottoporre a referendum le leggi che impongono di privatizzare l'acqua. Mai tante firme sono state raccolte nella storia repubblicana d'Italia.
25 milioni: il numero di firme minime ipotizzato per raggiungere il quorum del 50%+1 degli aventi diritto al voto.
884 milioni: le persone nel mondo senza accesso all'acqua sicura. Il 40% dell'umanità (2,6 miliardi di persone) è senza igiene di base.
Fonte: l'Unità
3 febbraio 2011