Italia sotto osservazione dell’Europa per la libertà dei media
Articolo 21
L’Italia è stata inserita dal Centre for Media Pluralism and Media Freedom: dopo quattro anni di colpevole ritardo sono state stanziate le risorse necessarie per permettere l’utilizzo del Monitor per il Pluralismo.
“Come ci aspettavamo, l’Italia è stata inserita dal Centre for Media Pluralism and Media Freedom, un programma voluto e finanziato dalla Commissione Europea, tra i Paesi in cui si deve accertare se esiste un rischio di mancanza di libertà e pluralismo dei media”, rilevano i promotori dell’Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE) per il Pluralismo dei Media, Lorenzo Marsili e Giovanni Melogli.
“Finalmente, dopo quattro anni di colpevole ritardo da parte della Commissione Europea, e grazie a un Progetto Pilota votato dal Parlamento Europeo, sono state stanziate le risorse necessarie per permettere l’utilizzo, almeno in prova, del Monitor per il Pluralismo dei Media”, prosegue la nota di Media Initiative.
“Il CMPF si occuperà di eseguire l’implementazione del test pilota in nove stati membri: Belgio, Bulgaria, Danimarca, Estonia, Francia, Gran Bretagna, Grecia, Italia e Ungheria. Questi Stati, oltre a essere rappresentativi delle diverse zone geopolitiche dell’UE, sono stati selezionati a causa della loro cattiva reputazione nel garantire la libertà della stampa”, affermano Marsili e Melogli.
“E’ bene che vi sia questa attenzione in paesi a rischio come Bulgaria, Gran Bretagna, Grecia, Italia e Ungheria – nell’ordine 87°, 29°, 84°, 57° e 56° secondo la classifica mondiale della libertà di stampa stilata da Reporter Senza Frontiere – ma il nostro auspicio è che l’Unione Europea sappia individuare strumenti concreti per agire, una volta di più che si avranno i dati in mano, in favore del pluralismo dei media e della libertà di informazione. La nostra Iniziativa dei Cittadini Europei, Media Initiative, punta ad avere risposte concrete a problemi che minano alle fondamenta le democrazie europee, finalmente anche attraverso la verifica puntuale del Monitor per il pluralismo dei media”, concludono Marsili e Melogli.
Fonte: www.mediainitiative.eu
19 dicembre 2013